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Il Giubileo della Misericordia: un cammino di pace per tutti
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Rosario Pesce
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Quando sta per finire un anno e per iniziare uno nuovo, non si può non formulare il migliore augurio che l’anno, che sta per venire, sia migliore di quello precedente, sia per i singoli, che per la collettività, dal momento che è aspirazione innata nel genere umano tendere al meglio ed avere una prospettiva di vita migliore di quella che si è, appena, dischiusa.
Purtroppo, nel mondo non mancano, invero, eventi luttuosi: guerre, morti, malattie, distruzioni sono fatti tragici da cui l’uomo non è riuscito, mai, ad allontanarsi, pur avendo tentato, sia con i mezzi della ragione che con quelli della fede, di trovare una via d’uscita opportuna alle sue disgrazie giornaliere.
Secoli e secoli di contrastata riflessione filosofica e religiosa hanno individuato, di volta in volta, cause diverse per l’esistenza del Male nel nostro quotidiano, ma ovviamente mai siffatto Male è stato eradicato dalla vita, finanche quando, come nel corso degli ultimi due secoli, le condizioni economiche di milioni di individui sono migliorate, almeno, da un punto di vista economico.
Infatti, è connaturata con il destino del genere umano l’esistenza del dolore e della sofferenza, a cui vorremmo dare un calcio, quando, la notte di San Silvestro, apriamo la tradizionale bottiglia di spumante, per brindare alla chiusura di un capitolo della vita ed all’apertura di uno nuovo.
Solo la speranza, virtù fondamentale del genere umano, ha rappresentato e, tuttora, rappresenta un ancoraggio stabile per quanti, di fronte alle miserie del quotidiano, tentano invano di riscattarsi e di imprimere una svolta alla propria esistenza ed a quella dei propri simili.
Per millenni, l’Uomo, affidandosi alla trascendenza, ha cercato di trovare non solo una ragione alla vita, ma anche di segnalare, così a sé ed agli altri, il senso di marcia del percorso esistenziale sulla Terra, in attesa appunto di ricongiungersi con un’essenza eterna e capace di conferire significato alle sue peregrinazioni.
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