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Rosario Pesce
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Quella di ieri è stata una Piazza del Popolo senza popolo.
Infatti, Renzi aveva mobilitato l’intero suo partito per portare a Roma il maggior numero possibile di persone, allo scopo di far intendere agli Italiani quanto forte sia il movimento di opinione intorno al Sì.
Purtroppo per lui, le cose sono andate molto diversamente: nonostante gli sforzi organizzativi massicci ad opera del PD, la più importante Piazza di Roma era occupata solo per metà, a dimostrazione del fatto che non esiste, nel Paese, una forza popolare autentica che regge le istanze del Sì.
Un boomerang, quindi, per Renzi, così come lo è stato l’incontro-scontro televisivo con Ciriaco De Mita.
Il Premier credeva che il dibattito con l’ex-Segretario Nazionale della DC si tramutasse in un successo personale, come fu quello con il costituzionalista Zagrebelsky.
Invece, nonostante la veneranda età, il leader irpino ha dimostrato di conoscere molto bene i tempi e le modalità di agire davanti ad una telecamera televisiva, per cui lo scontro fra i due è stato, per il povero Premier, un momento reale di confronto alla pari con un’altra personalità, che non era per nulla in difficoltà nel gestire un dibattito mediatico.
Due momenti, quindi, simbolici e molto significativi: sembra proprio che, anche, la Fortuna abbia abbandonato il Presidente del Consiglio, dal momento che il bel tempo di ieri, certo, ha suggerito a molti Italiani e Romani di andare al mare, piuttosto che recarsi a Piazza del Popolo ad ascoltare chi perorava le ragioni del Sì.
È evidente, dunque, una dicotomia, di cui non avevamo neanche dubbio: da una parte, il Sì è sostenuto dal Governo e da apparati di potere economico-finanziario, che incontrano difficoltà importanti nel conquistare l’empatia dei cittadini comuni, che ogni giorno fanno fatica a vivere; dall’altra, invece, c’è un movimento di opinione molto forte e spontaneo, che spinge per il NO per molte ragioni, a partire in primis dal fatto che il Governo odierno non ha, finora, mantenuto le promesse e le aspettative, che aveva alimentato un paio di anni fa, all’atto del suo insediamento.
Renzi, per rottamare, finirà forse per essere rottamato?
Crediamo che sia stato, per davvero, per lui un azzardo scommettere sul referendum ed, in qualche modo, legare alla vittoria del Sì la propria permanenza a Palazzo Chigi.
Se i numeri e l’entusiasmo di Piazza del Popolo sono indicativi per davvero, è molto probabile che il 5 dicembre avremo, bontà sua, la medesima Costituzione di oggi ed un diverso Premier.
Invero, non ne saremmo dispiaciuti.
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