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Rosario Pesce
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Di fronte ai fatti, che avvengono ogni giorno nel mondo, non si può che rinnovare un sincero augurio di pace, visto che l’umanità ne ha effettivo bisogno.
Le generazioni precedenti, che hanno combattuto in tutta Europa per il trionfo della libertà e della democrazia, purtroppo costituiscono un lontano ricordo per un mondo che sembra andare in un senso diverso da quello auspicato dalle ideologie progressiste e dalle stesse religioni.
È aumentato il conflitto a qualsiasi livello, sia nazionale che internazionale, per cui i contenziosi, che potrebbero essere risolti anche con la diplomazia, sfociano invece in veri e propri atti di guerra, che minano la pace a qualsiasi latitudine.
L’umanità sembra impazzita e non è più aiutata da validi valori di riferimento, che potrebbero essere un’utile guida in un momento storico nel quale si è persa la speranza nel futuro.
In tale contesto, è molto più facile trovare nemici da abbattere, che amici o semplici interlocutori con cui avviare la costruzione di un percorso insieme, finanche tra mille difficoltà ed insidie.
La famiglia, la scuola, lo Stato, la società civile arrancano nel difficile sforzo di fornire modelli esemplari, per cui i singoli individui, abbandonati a loro stessi, non riescono spesso ad individuare la via giusta per arrivare alla realizzazione di un obiettivo qualificante nella vita.
Pertanto, questo nuovo secolo, ormai ampiamente iniziato, deve imporre la ricerca della pace come finalità unica nell’esistenza umana, visto che, in assenza di una prospettiva irenica, la guerra ed il conflitto permanente fra diversità non possono che indurre cambiamenti traumatici e non certo favorevoli.
Peraltro, è ben noto che, in assenza di pace, anche i parametri economici vanno in sofferenza, visto che l’assenza di qualsiasi forma di conflittualità rappresenta la precondizione necessaria per l’avvio di una forma di sviluppo, che sia coerente con la vocazione e con i valori della nostra parte di mondo.
Poi, le difficoltà, che non mancano mai, si potranno superare, ma pur sempre in una cornice di condivisione degli sforzi e di compartecipazione di una comune visione dell’Uomo e dei suoi bisogni primari, sia spirituali che materiali.
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