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Rosario Pesce
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Quello odierno è un test molto importante, visto che moltissimi Comuni di medie e piccole dimensioni vanno al voto.
È evidente che, qualunque dovesse essere l’esito, non si potrà automaticamente ipotizzare di ricavare conclusioni politiche per il Governo in carica, ma è pleonastico sottolineare che qualsiasi test amministrativo è denotativo di un trend esistente nel Paese.
Ad esempio, lo scorso anno, nell’estate del 2016, il voto di Torino e Roma fu essenziale, perché da quel dato si comprese che il M5S non è più solo una forza di opposizione, ma è - a tutti gli effetti - un movimento di Governo, visto che amministrare città di quelle dimensioni non è meno importante che dirigere Ministeri e Sottosegretariati.
Pertanto, il dato odierno e quello fra quattordici giorni del ballottaggio ci racconterà qualcosa in più rispetto alla politica nazionale, in un passaggio storico centrale, visto che, dopo la mancata approvazione del sistema elettorale riformato, è ovvio che l’approssimarsi delle elezioni anticipate è, ormai, un fatto certo.
È, inoltre, evidente che il sistema dei partiti si stia interrogando su quello che potrà essere il suo futuro prossimo, dal momento che la presenza in Italia, oggi, di almeno quattro/cinque forze in grado di superare la soglia di sbarramento del 5% non può che essere motivo di ulteriore frammentazione di un quadro complessivo, che ricorda sempre più quello della Prima Repubblica, quando, per fare un Dicastero, era necessario il contributo di un numero molteplice di partiti e di correnti, al loro interno.
In tal senso, bisognerà capire quanti saranno i soggetti politici del prossimo futuro nel Paese, visto che le scissioni, prodottesi nel PD renziano, determineranno la formazione ed il consolidamento, almeno, di una grande soggettività alla sua Sinistra, capace di raggiungere e di superare qualsiasi soglia di sbarramento venga prevista dal legislatore.
Il voto amministrativo, dunque, diviene la premessa di quello nazionale, ma, al di là di ogni valutazione di merito, non possiamo non formulare i nostri migliori auguri ai nuovi Sindaci, che saranno eletti, sui quali ricade sovente un compito improbo, a cui è difficile fare fronte con gli scarsi mezzi finanziari in loro possesso.
L’elezione diretta del Sindaco, per una comunità, è pur sempre un momento importante, dapprima di divisione, ma poi di condivisione di uno sforzo comune, visto che, un attimo dopo l’elezione, ogni Sindaco dovrebbe rappresentare tutti i cittadini e non solo quella parte che l’ha eletto.
Non è un caso che, quando venne introdotta l’elezione diretta del Sindaco, cambiò l’Italia in senso maggioritario: ora che il Paese sta percorrendo la medesima strada in direzione inversa, è ovvio che l’autorevolezza del Sindaco, eletto dal popolo, non può che aumentare, visto che è il primo – e, forse, unico – interlocutore ed uditore delle esigenze popolari.
Auguri, perciò, a tutti i primi cittadini ed, in particolare, a quanti - oggi - assumono la guida di comunità, che meritano di essere amate e rispettate.
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