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Rosario Pesce
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I fatti di Macerata sono, di certo, un evento increscioso per l’intera comunità nazionale, visto che un nostro connazionale ha sparato contro persone inermi, colpevoli solo di essere di un’altra razza.
È evidente che questo rappresenta, solo, l’acme di una lunga striscia di eventi, che vanno tutti nella medesima direzione: la nostra società è sempre meno accogliente verso il diverso, per cui il rigetto della diversità può arrivare fino alla violenza inaudita di Macerata.
È ovvio che esistono politici e partiti che, per raccattare qualche voto in più, non gettano acqua sul fuoco, ma alimentano la fiamma dell’odio razziale.
Non è un caso se la persona, che ha sparato, era un militante di una delle formazioni che, negli ultimi mesi, più di altre ha spinto sull’acceleratore della violenza verbale verso gli stranieri, che entrano nel nostro Paese, e che, fra mille difficoltà, tentano di integrarsi nel nostro tessuto sociale ed economico.
Peraltro, l’episodio odierno si è prodotto in piena campagna elettorale per il rinnovo delle Camere e questo fattore non può che inquietarci ancora di più.
È, infatti, pleonastico sottolineare che, in particolare, nel campo del Centro-Destra esistono formazioni che, invero, non offrono un contributo per la “pacificazione” fra vecchi e nuovi Italiani.
L’immigrazione è un dato strutturale dell’ultimo decennio e gli slogan contro gli Africani non sono di nessun aiuto, perché è ovvio che ogni Paese europeo deve fare la sua parte nell’accogliere chi fugge dalla povertà e dalle guerre.
Uno dei successi del Governo uscente, peraltro, è indubbiamente rappresentato dalla diminuzione degli ingressi nel corso dell’ultimo anno, per cui le parole violente contro gli extra-comunitari della Meloni o di Salvini nascondono una verità: le difficoltà per l’ondata migratoria degli anni precedenti sono diminuite grazie agli accordi stipulati dal Ministro Minniti con le autorità libiche.
Da questo ultimo dato si deve ripartire: l’Unione Europea chiede all’Italia di ricevere i flussi, che è in grado di accogliere, e le ragioni sia politiche, che morali non possono che spingerci in tale direzione.
Forse, qualcuno aspira a divenire Premier, alimentando ulteriormente l’odio razziale?
Crediamo che non sia una strategia vincente e, qualora pure portasse qualche voto in più, a chi conviene avere la guerriglia fra bianchi e neri per le strade delle nostre città?
Cui prodest in termini di crescita del consenso elettorale?
Forse, alla Lega?
Forse, a Fratelli d’Italia?
Forse, al M5S?
In questi casi, bisogna dimostrare di essere capaci di stare alla guida del Paese ed il tema dell’immigrazione, invero, può essere la cartina di tornasole per comprendere chi può, con serietà e fermezza, governare la complessità attuale.
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