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Rosario Pesce
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Il PD è, formalmente, un partito diviso.
Non sembra essere, questa, invero una novità, visto che al suo interno il dibattito è, sempre, stato molto acceso.
Ma, è evidente che, dopo la sconfitta referendaria dello scorso 4 dicembre, il livello di conflittualità fra le varie correnti non può che essere aumentato.
È ovvio che, in gioco, vi è la leadership di quello che rimane, pur sempre, il primo partito del Paese.
Molti sono i nodi da sciogliere.
Chi sarà il nuovo Segretario?
Il nuovo candidato alla Presidenza del Consiglio?
Quali equilibri interni fra le diverse anime?
È pleonastico sottolineare che l’iniziativa, assunta da D’Alema, non può che aver accelerato il conflitto fra le varie correnti.
La nascita, infatti, di Consenso prefigura una nuova fase storica, nella quale il PD non sarà l’unica formazione del Centro-Sinistra, ma al suo fianco ci sarà, di certo, un partito più marcatamente di Sinistra, che mira a recuperare l’elettorato che, negli anni della gestione renziana, il Partito Democratico ha perso in favore, in particolare, dei Grillini.
A Renzi, dunque, tocca promuovere un’operazione, che è poco in linea con i suoi costumi: tenere unito un partito, arrivando finanche a compromesso con chi, fino a due mesi fa, avrebbe voluto rottamare.
Sarà un abile mediatore o continuerà sulla medesima traccia degli ultimi tre anni, correndo il rischio, perfino, di una scissione?
È ovvio che, in gioco, sono anche i destini del Paese, visto che la battaglia interna al PD si intreccia con il dibattito sulla legge elettorale, per cui si dovrà decidere a breve, compatibilmente con i tempi del Congresso del PD, quale sistema di voto dare alla nazione, che, al massimo entro il 2018, andrà ad eleggere Camera e Senato.
In tale prospettiva, ci interessa evidenziare quanto importante sia stata la contesa referendaria dello scorso dicembre, visto che la vittoria ampia del NO ha messo in moto il panorama politico-istituzionale, che sembrava altrimenti stantio e fermo.
Ne trarranno un vantaggio gli Italiani, magari con la creazione di premesse di maggiore partecipazione democratica ai destini futuri del Paese?
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