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Rosario Pesce
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Con l’inizio della vaccinazione, inizia finalmente la seconda fase della pandemia in Italia, come in tutto il mondo.
È evidente che, dagli esiti della vaccinazione, dipenderà poi lo sviluppo della malattia.
Molti sono, ancora, i quesiti irrisolti.
Quanto tempo sarà necessario per giungere all’immunità di gregge?
Quanti mesi dura la copertura anticorpale che conferisce il vaccino?
Quale dei vaccini realizzati è quello più indicato per sconfiggere il Covid?
I malati, che sono guariti, dovranno sottoporsi anche loro al vaccino nei prossimi mesi?
Sono interrogativi importanti, ma è ovvio che, in questo momento storico, la priorità è che venga implementata la vaccinazione su larga scala, perché è l’unico modo – questo – per voltare pagina e per iniziare, in modo compiuto, la stagione del post-Covid.
Frattanto, visto che molti mesi sono necessari per arrivare al pubblico più ampio possibile, è comunque necessario tenere comportamenti prudenti, che possano limitare la diffusione del virus nei mesi invernali che ci aspettano.
Peraltro, è stato giusto dare la precedenza nella vaccinazione alla categoria più a rischio, quella degli operatori socio-sanitari, che da mesi combattono contro il Covid nei reparti degli ospedali e delle rsa.
Sarebbe stato, forse, auspicabile che, accanto a questi, il vaccino venisse somministrato anche agli operatori del mondo scolastico, visto che l’istruzione, insieme alla tutela della pubblica salute, è l’altra priorità dei Paesi occidentali in questo momento storico così delicato.
Certo è che il mondo deve uscire dalla pandemia in tempi, ragionevolmente e possibilmente, brevi.
È giunta l’ora che si inizi a costruire il futuro, perché il recente passato ed il presente sono fin troppo grami per l’umanità.
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