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Rosario Pesce
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Dopo i primi due quarti e l’eliminazione, quindi, di Brasile ed Uruguay, è evidente che il Campionato del Mondo russo segnerà l’inequivocabile primato del calcio europeo, visto che tutte le Nazionali, che saranno presenti nelle due semifinali, saranno comunque provenienti dal vecchio continente.
È un primato non nuovo, visto che gli ultimi tre Campionati del 2006, 2010 e 2014 sono stati vinti da squadre europee: l’Italia, la Spagna e la Germania in ordine cronologico.
Bisogna, infatti, risalire al Mondiale di Corea del 2002 per avere una squadra latino-americana Campione del Mondo: in quel caso, fu il Brasile di Ronaldinho e di Rivaldo.
Perché, allora, nonostante le difficoltà economiche, l’Europa continua a dettare - ancora - legge nello sport più amato al mondo?
È evidente che, nonostante tutto, i club del vecchio continente sono, comunque, delle “palestre” di livello unico per i giocatori, per cui ineluttabilmente i ragazzi europei possono crescere meglio di quelli del Sud-America, che invece sono costretti ad emigrare molto presto per guadagnarsi un posto nel calcio che conta.
E, poi, i calciatori, che provengono dalle ex-colonie, sono quelli che fanno le fortune delle Nazionali: non è un caso che, in semifinale, ci siano Belgio e Francia, i cui calciatori provengono, per lo più, dai Paesi africani ed asiatici, dove - in epoca moderna - vennero costituiti gli Imperi dei rispettivi Stati.
L’altro Paese, che può arrivare, in semifinale è l’Inghilterra, che per antonomasia è il Paese europeo con il maggiore numero di oriundi, mentre unica eccezione sono Russia e Croazia, che sono – in forme diverse – le eredi vere del movimento calcistico slavo.
In tale ottica, non possiamo che essere felici: se il primato calcistico coincidesse, anche, con uno politico, non potremmo che gioire per una simile cosa, ma sappiamo bene che, per quanto strettamente collegati l’uno all’altra, il calcio e la politica sono, pur sempre, cose diverse e distinte.
D’altronde, chi potrà dire al Ministro Salvini che, sui barconi degli immigrati, potrebbe nascere la fortuna calcistica delle future Nazionali del nostro Paese?
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