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Rosario Pesce
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È difficile, in questi giorni di quarantena, poter formulare gli auguri, anche a fronte di una condizione sanitaria complessiva che non migliora in modo netto, nonostante il sacrificio della permanenza forzata a casa di milioni di Italiani, che hanno rinunciato alle loro attività giornaliere.-
Ogni giorno, si assiste alla triste contabilità dei morti e dei nuovi contagi, che segnano una condizione di non ritorno per il Paese, almeno fino a quando non sarà utilizzabile un vaccino, che metta tutti al sicuro.
In questo contesto, si celebra la Domenica delle Palme e, quindi, a distanza di una settimana la Santa Pasqua, che giunge nel periodo peggiore dell’infezione, visto che inizialmente si sperava che, con l’arrivo della primavera, anche il virus ci avrebbe abbandonati.
Peraltro, si sa bene che i riti della settimana santa normalmente vengono vissuti all’aperto, a contatto con la natura, ma è ovvio che quest’anno non è possibile vivere una Pasqua ordinaria, vista l’eccezionalità del momento storico che viviamo.
Ed, allora, per chi è credente non rimane altro che affidarsi al Signore, pregandolo perché intervenga a modificare un corso degli eventi, che può cagionare la morte di milioni di persone in tutto il mondo, se dovesse proseguire ancora per moltissimo tempo la diffusione del Covid.
D’altronde, i danni sono stati già arrecati, non solo quelli all’economia, ma in particolare quelli a milioni di cittadini, il cui mutamento di abitudini giornaliere ha cagionato il venir meno di un equilibrio psico-fisico, che nelle nostre società si mantiene in piedi molto difficilmente già in condizioni ordinarie.
Ed, allora, la festa della Resurrezione del nostro Dio non può che segnare - simbolicamente - l’inizio della resurrezione dell’intera umanità, perché solo un nuovo inizio alla nostra società può consentire a noi tutti di tornare a ciò che più ci piace e ci interessa.
Sarà, quindi, una Pasqua di palingenesi autentica, anche perché se il mondo in questo triste momento storico non rinasce, esso è condannato a perire in modo definitivo.
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