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Rosario Pesce
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Il fatto saliente della settimana è, certamente, rappresentato dal ritorno in politica di Berlusconi, che ha ufficializzato il suo NO al quesito referendario del prossimo 4 dicembre.
Da quando era uscito dal Parlamento, Berlusconi ormai non assumeva più una posizione così netta: peraltro, a nessuno è sfuggito lo stato di salute, davvero invidiabile per una persona che ha subito un intervento delicato, come il suo.
L’interrogativo, quindi, nasce di conseguenza: l’appello, fatto dal fondatore di Forza Italia per il NO, avrà conseguenze sugli esiti della contesa referendaria?
Berlusconi è, ancora, in grado di muovere consenso, risultando determinante per la sconfitta di Renzi?
Il quesito non è di facile soluzione, dal momento che, a nessuno, sfugge la tracimazione elettorale, subita da Forza Italia, negli anni nei quali Berlusconi non si è più seduto fra gli scranni parlamentari.
Inoltre, è ben noto che la pattuglia di deputati e senatori del partito berlusconiano abbia subito, nel tempo, delle importanti defezioni, per cui uno dei principali sostenitori della causa renziana è divenuto Verdini, che è stato l’uomo più vicino al Cavaliere, almeno, fino, al 2013.
Non può sfuggire che, all’interno di Forza Italia, si stia combattendo un’aspra battaglia per la successione, per cui la contesa referendaria si intreccia con una dinamica politica, che dovrà decidere il prossimo candidato del Centro-Destra in vista del voto del 2018.
Berlusconi, con la sua decisione inattesa, ha comunque dimostrato di possedere molto coraggio, visto che, in questo momento, la sua condizione potrebbe essere associata a quella di un generale privo del suo esercito in rotta.
Invero, crediamo che il suo coraggio, almeno in parte, potrà essere - di certo - ripagato, perché, indipendentemente dai giochi, che si stanno consumando all’interno dei gruppi di Camera e Senato, Berlusconi ha ancora appeal su una fetta di pubblica opinione del nostro Paese.
Quanto grande sia questa fetta non è dato saperlo: lo potremo sapere solo la sera del 4 dicembre, quando la vittoria del NO potrà certificare l’esistenza in Italia di un’area moderata, che non vuole morire per mano di Renzi o del Partito della Nazione, che questi sta costruendo, anche, per effetto della campagna referendaria.
È indubbio che, comunque vada, Berlusconi potrà solo accompagnare l’apertura della nuova fase politica, ma, se la sua presenza dovesse essere determinante per la sconfitta di Renzi, potrebbe invero esserne molto contento, perché sarebbe l’unico leader della Destra ad aver impallinato tutti i maggiorenti della Sinistra italiana nel corso dell’ultimo ventennio, da Occhetto a D’Alema, da Rutelli a Veltroni, da Bersani allo stesso Renzi.
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