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Giovanni Maria delle Piane (1660-1745): Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta, dopo aver ereditato la collezione, volle il suo trasferimento a Napoli - da:http://it.wikipedia.org/wiki/Collezione_Farnese
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Rosario Pesce
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L’Italia è, storicamente, il Paese dei mille borghi e dei mille campanili: percorrendola in lungo ed in largo, si possono ammirare bellezze museali, monumentali, paesaggistiche, naturalistiche che ne fanno il giardino d’Europa, nonostante le politiche culturali, sovente, l’abbiano penalizzata.
È ben nota, infatti, la polemica con i Francesi, che ci portarono via molto opere d'arte, per lo più ospitate nei musei di Napoli, durante gli anni dell’occupazione napoleonico-murattiana, agli inizi dell’Ottocento, prima del Congresso di Vienna e della restaurazione borbonica.
I nostri cugini d’oltralpe ci hanno, sempre, accusato – finanche, giustamente – di non saper curare, nella maniera giusta, il nostro immenso tesoro, per cui la loro autentica frode verrebbe giustificata in nome dell’interesse superiore, teso a preservare – nel migliore modo possibile – i capolavori, che ci hanno sottratto nel primo decennio del XIX secolo.
D’altronde, chi ha avuto la possibilità di conoscere, direttamente, il sistema museale francese, sa benissimo come essi sappiano, certamente, ricavare maggiori profitti dai beni custoditi, mentre da noi, molto spesso, non si è stati in grado, neanche, di fare la catalogazione delle opere possedute, per cui non si conosce l’effettivo ammontare – anche, economico – delle ricchezze, che la storia ci ha lasciato in eredità.
Ma, i veri musei a cielo aperto sono, in gran parte, i centri storici, che, disseminati in tutto il Paese, da nord a sud, arricchiscono l’offerta commerciale e turistica, a tal punto che intere regioni – come Toscana, Marche ed Umbria – vivono, pressoché unicamente, di questa risorsa, che per loro rappresenta gran parte del Pil regionale, insieme naturalmente alla commercializzazione dei prodotti agricoli ed alimentari, che si accompagna al turismo nella stragrande maggioranza dei casi, visto che il turista, giustamente, vuole mangiare bene e consumare ciò che viene generato secondo una filiera, rigorosamente, biologica.
Nel corso degli ultimi due decenni, sono cresciuti notevolmente gli agriturismi, che abbinano entrambe le offerte: quella legata alla prossimità dei luoghi d’arte e quella, invece, fortemente attrattiva, vincolata alla chance di fruire di un periodo di riposo, da trascorrere in aperta campagna, lontano dal traffico e dal logorante stress cittadino.
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