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Rosario Pesce
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Il viaggio è la metafora più ricca della vita.
Si parte e non si sa dove e quando si arriverà alla meta, che è data, sempre e comunque.
Si viaggia per passione, per amore, per necessità, per costume sociale, per desiderio altrui:
si viaggia sempre, però, da una condizione di manifesta inesistenza ad una di più compiuta esistenza,
per cui si cerca la donna, il luogo, l’idea, il tempo, il sogno, l’immagine, il valore della propria vita,
ben sapendo che segreto del viaggio è il viaggiare stesso.
Così facendo, non si rimane mai fermi e si può dare, finalmente, lenimento alle sofferenze,
che la vita genera naturalmente.
Cosa rimarrà alla fine del viaggio?
L’illusione di aver sconfitto la morte e, soprattutto, l’intima convinzione di aver amato,
infinitamente, l’oggetto di un sublime ed umanissimo desiderio,
che - sfuggendoci - alimenterà il viaggio di chi, sfortunatamente, verrà dopo la nostra generazione.
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