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Rosario Pesce
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Il trattato, firmato a Losanna con l’Iran, segna l’inizio di una nuova epoca nelle relazioni internazionali, visto che, per decenni, il regime degli ayatollah è stato individivuato come il nemico principale dell’Occidente ed, oggi, invece, diviene un interlocutore essenziale dell’America e dei suoi alleati europei.
Infatti, in questi ultimi anni, sono cambiate molte cose: la discutibile politica americana in Iraq, Siria, Libia, Tunisia, Egitto, ha fatto sì che l’Islam sciita – quello, appunto, che si venera a Teheran – divenisse un partner essenziale nella contrapposizione all’integralismo islamico, che ha una matrice sunnita, come nel caso sia di Al Qaeda, che dell’Isis.
Pertanto, quelli che erano i nostri alleati, i Sunniti, si sono trasformati nei nostri nemici ed, analogamente, quelli che erano visti come acerrimi antagonisti dell’Occidente laico e cristiano sono, oggi, i nostri interlocutori, grazie ai quali è possibile evitare che l’espansione del terrorismo musulmano possa giungere a far male seriamente all’Occidente, molto più di quanto non abbia, già, fatto finora.
È evidente che, nel Medioriente, l’Iran vanta una posizione strategica, perché, fino a quando il regime degli ayatollah sarà forte e potente, mai nessuna milizia dell’Isis potrà conquistare i territori dell’antica Persia, che sono ad oggi gli unici, che non cadranno mai nelle mani di quanti, senza scrupolo, violentano le donne, uccidono i maschi in età adulta, addestrano i bambini alla guerrra santa, distruggono i luoghi sacri, le opere d’arte ed i musei, violando i principi cardine sui quali si dovrebbe costruire l’umanità, a prescindere - finanche - dalla fede e dal credo.
La notizia dell’accordo con l’Iran, in materia di limitazioni al programma di armamento nucleare, fin qui perseguito scientemente dagli ayatollah, è arrivata nella medesima settimana in cui l’isis ha fatto altre vittime, uccidendo in Africa ben centocinquanta giovani studenti universitari, che avevano l’unica colpa di essere cristiani in una terra, dove l’Islam ambisce ad avere il predominio assoluto da un punto di vista sia religioso, che politico.
Come si può capire, quello che l’Occidente ha stipulato con l’Iran è un accordo, che nasce dalla paura e non da una posizione di presunta forza: il timore dell’espansione dell’integralismo islamico, ineluttabilmente, ha spinto gli Americani ad accettare lo status quo nei territori dell’antica Persia, ben sapendo che, in questo momento, non è possibile condurre la guerra su due fronti, sia contro i sunniti estremisti, che contro gli antichi nemici sciiti.
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