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Rosario Pesce
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È evidente che la Festa della Repubblica, quest’anno, si celebra in un clima molto diverso da quello degli anni scorsi, vista l’emergenza Covid, che non è ancora del tutto finita.
Il significato storico-politico della data è ben noto: il 2 giugno 1946, gli Italiani, reduci dal Fascismo e dalla Lotta partigiana di Liberazione, scelsero la Repubblica, visto che la monarchia sabauda con Vittorio Emanuele III si era fatta complice dei reati del Fascismo, rimanendo sostanzialmente acquiescente ai diktat di Mussolini.
La scelta non fu facile, visto che, in occasione del referendum, le due opzioni ebbero un numero di consensi molto vicino l’una all’altra, per cui quella era la migliore immagine di un Paese diviso in due fazioni.
Oggi, il clima politico è ovviamente molto diverso dal 1946: il Covid non solo influenzerà i festeggiamenti, che non potranno tenersi come al solito, ma soprattutto determinerà delle conseguenze che non siamo in grado di prevedere sia a livello economico, che sociale.
È sotto gli occhi di tutti che, nel corso degli ultimi anni, la legittimazione politica della classe dirigente sia andata scemando e questo, naturalmente, non è un bene per la Repubblica, che si fonda sulla Costituzione del 1948, rinnovata nel 2001 nella sezione del Titolo V.
Ed, allora, quali saranno i destini della nostra amata Repubblica?
È evidente che tutte le persone sagge ed avvedute debbano difenderla da quanti tentano di delegittimarla ogni giorno, perché non esiste - invero - migliore forma di Governo di una democrazia parlamentare, che sia in grado di reggersi sull’equilibrio più evoluto possibile fra istanze di partecipazione ed esigenze di corretto funzionamento del principio di rappresentanza.
Forse, gli anni - che ha - la nostra Repubblica li mostra tutti, ma è altrettanto vero che essa e la Costituzione, su cui si fonda, sono un patrimonio non solo degli Italiani, ma di tutti coloro che lavorano per rimanere dentro un solco di compiuta democrazia.
In passato, molti tentativi di riformarla sono falliti, così come molti altri andranno a vuoto, molto probabilmente nel prossimo futuro.
Non dimentichiamoci mai, infatti, che la nostra Repubblica è il frutto del sangue versato da chi ha combattuto contro il Nazismo ed il Fascismo e chiunque voglia portare in dono un modello diverso di Stato, dovrà sempre dimostrare che le libertà e la democrazia, garantite dalla Repubblica, sono fatte salve oggi, come domani.
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