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Rosario Pesce
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È evidente che, in queste settimane, si sta giocando una partita importante all’interno della compagine di Governo, che ineluttabilmente interessa l’intero arco delle forze parlamentari.
Molte, sia dall’interno che dall’esterno, sono le forze che spingono verso un cambio di passo dell’Esecutivo.
Infatti, nelle prossime settimane diventerà sempre più arduo governare il Paese a colpi di dpcm e, con l’auspicabile ritorno ad una progressiva normalità, è ovvio che il dibattito parlamentare deve tornare ad essere centrale nella vita politica quotidiana.
Il tentativo di Salvini e di Meloni di abbattere il Governo Conte non è andato finora a buon fine e, fino a quando gli avversari di Conte permarranno loro, è molto probabile che la vita del Dicastero sia blindata, visto che molto difficilmente, anche per condizioni internazionali, può andare al Governo un fronte sovranista che ci porterebbe sempre più lontano dall’Europa e dalle sue istituzioni.
La vera partita, invece, si sta giocando all’interno stesso delle forze che reggono il Governo odierno, visto che, nelle scorse settimane, si è fatta sempre più evidente la spaccatura fra quanti hanno interesse a sottoscrivere il nuovo Mes e chi, invece, anche solo con spirito tattico, tenta di alzare continuamente il prezzo della trattativa con l’Unione.
Non è un caso che frizioni ci sono state fra il Premier ed il Ministro del Tesoro, a dimostrazione che, quando si parla di rapporti con l’Europa, le sensibilità possono essere divergenti.
Peraltro, all’interno dei 5Stelle le voci non sono univoche, perché se Conte è il premier, il leader di quel movimento rimane, pur sempre, Di Maio.
Ed, allora, cosa succederà nelle prossime settimane?
I possibili scenari sono tanti e saranno, comunque, condizionati dagli sviluppi della pandemia, che speriamo tutti possa cessare con l’arrivo del grande caldo estivo.
Si può ipotizzare un rimpasto all’interno della compagine governativa, così come si può finanche prefigurare la nascita di un nuovo Governo, che abbia una sensibilità filoeuropeista più marcata di quello odierno, visto che diversi settori dell’opposizione - in particolare, quella berlusconiana - non nascondono un interesse a tornare nella maggioranza in nome della necessità di un accordo finanziario con le istituzioni europee.
Certo è che i prossimi mesi saranno importanti per il Paese, perché il contemporaneo esito della crisi sanitaria e di quella politica potrebbe determinare nuovi orizzonti in un contesto complessivamente segnato dall’incertezza e da un senso della precarietà, che vivono drammaticamente tutti gli Italiani.
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