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Rosario Pesce
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Quella che stiamo vivendo è un’estate anomala, certamente, da un punto di vista climatico, dal momento che da anni mancavano temperature così alte ed in grado di protrarsi per così lungo tempo.
Ma, purtroppo, è un’estate funestata anche da pessime e tragiche notizie: dalla morte del giovane carabiniere campano, ucciso a Roma nell’esercizio delle sue funzioni, ai dati che arrivano dagli Enti di statistica, che ci restituiscono - attraverso i loro numeri - l’immagine di un Paese che, piano piano, va incontro ad una povertà sempre più forte e diffusa, a tal punto che gli immigrati in Italia sono, al momento, meno numerosi di coloro che decidono di emigrare per farsi una vita in altre parti d’Europa.
Il saldo migratorio, quindi, per il nostro Paese è negativo e ciò dimostra come gli Italiani stessi non hanno più fiducia nelle possibilità che l’Italia possa rialzarsi dalla contingenza difficile, che in verità sta vivendo, senza soluzione di continuità, ormai da un decennio.
Forse, dell’Europa ricca di un tempo noi siamo divenuti il fanalino di coda?
Forse, nei prossimi due decenni - finanche - i Paesi dell’Est ex-comunista avranno un prodotto interno loro maggiore o pari al nostro?
Forse, visti gli ultimi accordi commerciali e gli assetti geopolitici che si stanno costruendo, l’Italia diverrà una colonia di Russia e Cina?
Certo è che, mentre il sole riscalda oltremodo la terra ed il mare, quella del 2019 sarà ricordata come un’estate di transizione – l’ennesima, invero – verso equilibri politici ed istituzionali, di cui si ignora l’esito finale.
Non siamo più la quinta potenza mondiale, come lo fummo alla fine degli anni Ottanta e, quindi, della Prima Repubblica: siamo, forse, un Paese alla ricerca di un’identità smarrita?
E, quando potremo divenire competitivi di nuovo sia in termini economici, che di dinamicità sociale?
Sono, queste, domande cogenti a cui, forse, sarà meglio dare una risposta in occasione della ripresa autunnale, godendoci le ultime settimane di un’estate che, certamente, non rimarrà anonima nei futuri libri di storia italiana.
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