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Rosario Pesce
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E, con l’Epifania, tutte le feste finiscono, per cui dal giorno 7 gennaio gli Italiani tornano alle loro attività consuete ed alle problematiche quotidiane, con l’auspicio che il nuovo anno porti delle novità significative nel quadro complessivo della nostra economia.
Peraltro, non mancano gli appuntamenti importanti: ci saranno, nella tarda primavera, le elezioni europee che saranno un utile test, perché non solo segneranno il livello di gradimento del nostro Paese per la comunità continentale, ma ci diranno quanto il Governo odierno sia, effettivamente, popolare dopo le elezioni dello scorso mese di marzo.
Inoltre, anche il nostro partner tradizionale, gli Stati Uniti d’America, sarà ad un bivio: cosa succederà all’Amministrazione Trump, che si è resa protagonista di una discontinuità non virtuosa con i governi precedenti?
È ovvio che la politica, quella nazionale e quella europea, dovrà dare una risposta alla domanda di lavoro che si alza, in modo prepotente, in particolare ad opera delle giovani generazioni, che sono vittime delle conseguenze nefaste della globalizzazione.
Gli effetti dell’inverno di lotte sociali sull’economia mondiale si faranno sentire nei mesi di marzo-aprile, quando si avrà la contezza dei posti di lavoro che saranno stati salvati e di quelli che, purtroppo, si perderanno.
È chiaro che sia auspicio di tutti avere un contesto di serenità e di pax sociale, l’unico che possa garantire le condizioni dello sviluppo e della crescita piena.
Ma, il Paese è pronto a fare il salto di qualità ed è in grado di uscire dalla stagnazione dell’ultimo decennio?
Non possiamo che aspettare, mentre la Befana fa felici i bambini e quanti hanno le risorse per darsi ad una moderata moda consumistica.
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