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Rosario Pesce
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È ben noto che il Presidente degli Stati Uniti sia l’uomo più potente al mondo, visto che gli Usa sono la prima potenza mondiale in termini militari, anche se non lo sono, forse, più in termini economici, visto che la Cina ha un fatturato ben maggiore del loro.
Orbene, la presenza di una personalità, come Trump, alla Casa Bianca invero non può rassicurare il mondo, visto che il neo-Presidente è portatore di un conato di violenza, che può costare molto all’intero pianeta, dal momento che, se dovesse promuovere una guerra, il suo gesto avrebbe conseguenze importanti per tutti i Paesi, sia alleati, che nemici.
Cosa fare, allora, rispetto ad un pericolo vero e proprio, qual è il nuovo inquilino della Casa Bianca?
È anche vero – bisogna essere onesti – che gli Statunitensi sono un popolo di colonizzatori per definizione, per cui, a prescindere dagli equilibri politici, essi sono avvezzi alla guerra ed alla soluzione dei problemi attraverso il ricorso alle armi.
Si può, forse, sperare che il Parlamento statunitense possa mettere in essere un’azione di decadenza del Presidente, visto che il magnate americano è, certo, attaccabile sotto molti profili della sua vita pubblica e privata?
È, anche, vero che oggi gli equilibri mondiali sono molto complessi, per cui esistono delle potenze, che possono essere un deterrente per qualsiasi volontà imperialistica degli Americani.
La Russia, in primis, rappresenta invero uno spauracchio per Trump, visto che, dopo il sostegno che ha ricevuto da Putin per la sua elezione, la stessa Russia ha preso le distanze dal nuovo Presidente, una volta verificato il suo desiderio di belligeranza in molti quadranti del mondo.
Ma, si sa che il mandato dei Presidenti statunitensi dura quattro anni, per cui, salvo fatti eccezionali, si può e si deve attendere solo la conclusione naturale del primo incarico di Trump, auspicando che in quella società nasca un fattore di coagulazione del consenso, che lo porti alla sconfitta politica nel 2020.
Frattanto, tocca all’Europa in particolare non assecondare Trump e mettere un argine alle sue intenzioni, quando queste possono seriamente creare nuove problematiche, ben più serie di quelle che, pure, vorrebbe risolvere.
E, perché l’Europa possa fare una cosa simile, deve essere credibile ed autorevole, cosa che non è stata in alcuni passaggi storici dell’ultimo ventennio, quando ha delegato ad altri la decisione ovvero è stata volutamente assente rispetto a tematiche che, invece, avrebbero dovuto vedere un suo impegno diretto, sia da un punto di vista politico, che militare.
Forse, la presenza di Trump sarà un fattore che consentirà la crescita del vecchio continente, visto che, peraltro, il clima di rinnovata fiducia franco-tedesca dovrebbe essere motivo in più per creare un argine all’espansionismo americano?
Certo è che l’Italia ha, sempre, avuto una sua autonomia di giudizio dall’alleato americano, pur essendone compartecipe nella Nato, per cui un tale atteggiamento non può che metterci al riparo dalle conseguenze nefaste di tale imperialismo.
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