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Rosario Pesce
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La politica italiana brilla per la sua assenza.
Purtroppo, questo è un dato, che nei mesi estivi si evidenzia ancora di più, per la sosta forzata dei lavori parlamentari, imposta dal caldo ferragostano.
Un tempo, esistevano le feste di partito, che erano dei momenti molto importanti, in occasione dei quali si faceva il punto della situazione e si programmava l’azione dell’autunno successivo.
Oggi, in assenza dei partiti di una volta, anche le feste hanno perso smalto, per cui sono occasione di incontri, che poi lasciano scarsa traccia nelle dinamiche autunnali.
Peraltro, l’estate 2017 è una stagione significativa (o tale dovrebbe essere), visto che il prossimo inverno si svolgeranno le elezioni politiche, che – comunque vadano – segneranno una svolta rispetto alla stagione in corso.
In particolare, il dibattito dovrebbe animarsi intorno ad alcuni fatti salienti: immigrazione, integrazione, politica dei redditi, riforma della Scuola.
Invece, tutto langue e, secondo il giudizio di molti, la politica non è in grado di prevedere la cronaca, ma va pedissequamente dietro a questa, senza essere in grado di dettare i tempi e l’oggetto della discussione, che dalle sedi estive dei partiti dovrebbe, poi, ampliarsi all’intera pubblica opinione.
Forse, i nuovi media hanno sostituito la capacità divulgativa delle feste di un tempo?
Un selfie può prendere il posto delle amene cene e delle discussioni lunghissime, che si facevano negli stand della Festa dell’Unità o dell’Avanti?
Ormai, anche da questo punto di vista, la partecipazione è calata tantissimo, per cui si preferisce un momento conviviale con amici, piuttosto che un dibattito alla festa di qualsivoglia partito dell’odierno arco costituzionale.
È, questa, ovviamente una pessima notizia, dal momento che, se la partecipazione non viene indotta neanche nei momenti di riposo e di riflessione, è chiaro che esiste una disaffezione degli Italiani verso la politica, che andrebbe compresa e curata.
Più volte, abbiamo scritto su questo tema, ma sembra che, man mano che si va avanti, maggiormente si amplia un siffatto allontanamento dalle istituzioni, a dimostrazione del fatto che i partiti non sono più in grado di accendere i cuori e le speranze degli Italiani.
Non mangeremo, quindi, più la salsiccia alla Festa dell’Avanti o la polenta a quella dell’Unità?
A quanto pare, finanche questo rito estivo della politica di un tempo è destinato a scomparire del tutto, auspicando che, con esso, come si dice in gergo, non si getta il bambino con l’acqua sporca.
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