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Rosario Pesce
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È evidente che, all’indomani della vittoria di Renzi alle primarie, il nodo politico è costituito dal varo della prossima legge elettorale sia per la Camera, che per il Senato.
Infatti, approvato il nuovo dispositivo per i due rami del Parlamento, in qualsiasi momento gli Italiani potranno essere chiamati per andare a votare.
D’altronde, la rielezione di Renzi, attraverso il voto popolare, gli dà nuova forza, che egli deve sfruttare in tempi rapidi, per cui non può che accelerare il processo di scioglimento delle attuali Camere, per garantirsi la candidatura a Palazzo Chigi.
Non è un caso se egli, più volte, nel corso della campagna per le primarie, ha sottolineato il fatto che, all’interno del PD, le due cariche di Segretario Nazionale e di candidato Premier coincidono per Statuto.
Più tempo passerà e più si rafforzerà, invece, la posizione di quanti – finanche fra quelli che lo hanno votato il 30 aprile – credono che sia opportuno disgiungere i due incarichi, visto che Renzi può essere amato dalla base del suo partito, ma con gli Italiani, forse, ha tuttora un rapporto molto problematico, che potrebbe nuocergli in campagna elettorale, quando si rinnoverà il Parlamento.
Quindi, le grandi manovre sono cominciate: c’è una parte di Partito Democratico che, a breve, ricorderà a Renzi che è giusto non portare la legislatura in corso alla sua fine prima della scadenza naturale e, poi, a gennaio prossimo, gli suggerirà che il nuovo Premier deve essere una personalità vergine, che non abbia avuto alcun ruolo nelle sconfitte del recente passato.
I nemici, quindi, di Renzi non sono al di fuori del PD, ma sono nel partito stesso ed, in particolare, fra quanti lo hanno sostenuto in questo delicato passaggio delle primarie.
Frattanto, Emiliano ed Orlando cosa faranno?
Il primo, pare, ha raggiunto già un accordo con Renzi, a dimostrazione del fatto che la sua candidatura non aveva alcuna velleità ostile contro il Segretario del PD, mentre Orlando e gli orlandiani non hanno, ancora, costruito alcuna liaison con il vecchio-nuovo Segretario ed, almeno per il momento, interpretano il ruolo della minoranza discola.
Certo è che il quadro politico odierno presenta dei vuoti significativi, visto che, a distanza di qualche mese dall’esodo degli anti-renziani dal partito, non ha preso corpo l’alternativa di Sinistra a Renzi ed al renzismo, per cui, da questa situazione in fieri, deriva anche l’odierna debolezza degli avversari interni del Segretario Nazionale del PD.
Infine, un occhio va lanciato sull’attuale Governo: gli errori, come quello clamoroso sulla legge in merito alla legittima difesa, rischiano di fargli più danni della volontà di Renzi di correre subito al voto.
Forse, Gentiloni cadrà per sua stessa mano?
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