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venerdì, 26 marzo 2021 10:05 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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In occasione delle celebrazioni organizzate per il 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri, il regista Massimiliano Finazzer Flory ha realizzato il cortometraggio Dante, per nostra fortuna, un racconto, attraverso la danza e il teatro, del viaggio oltremondano che il Sommo Poeta ha compiuto nella Divina Commedia. Il film è uscito ieri, in occasione del Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Secondo molti studiosi, proprio il 25 marzo 1300 sarebbe iniziato il viaggio immaginario, l'ascesi mistica di Dante attraverso i tre regni ultraterreni.
Il Maestro Finazzer Flory ha rilasciato a FtNews una bella intervista in cui ha spiegato di aver voluto declinare l'itinerario salvifico dantesco con gli occhi pieni di stupore e meraviglia di un Dante bambino innamorato della lettura: la Divina Commedia è una visione e il cinema è l’arte più poetica per accompagnare gli occhi di Dante ai nostri.
Con la danza e le coreografie di danza contemporanea di Michela Lucenti, i danzatori in costume d’epoca e le coreografie di Maria Celeste Losa, solista del Teatro alla Scala, il film-cortometraggio ci fa rivivere emozioni, sentimenti, passioni dei versi di Dante, recitati dalla voce di Massimiliano Finazzer Flory. Lungo il viaggio sarà possibile "imbattersi" in Virgilio, Beatrice, Caronte, Paolo e Francesca, Ulisse, il Conte Ugolino, Catone, Pia de' Tolomei, Marco Lombardo, San Francesco e San Tommaso.
Il cortometraggio, reso possibile grazie al sostegno di LOTTOMATICA HOLDING, approderà anche a Mosca, Manila, Hong Kong, Buenos Aires, Santo Domingo, Istanbul, Malta, Oslo, Tel Aviv, Miami e Montevideo.
Nel corso della nostra piacevole conversazione, il regista ha affermato che oggi Dante farebbe riflettere sulle categorie di Patria e non esiterebbe a condannare il malcostume e la corruzione della nostra società e dei nostri politici. In particolare, avrebbe qualcosa da dire sui consiglieri fraudolenti e sui traditori dei benefattori.
Finazzer Flory ha affermato di voler avvicinare i giovani e il grande pubblico alla Divina Commedia, un'opera che racchiude tutta l'universalità della poesia dantesca e che, a distanza di secoli, continua ad esercitare il suo fascino indiscusso. Il Maestro l'ha definita una cattedrale letteraria. E proprio nella Cattedrale della città del suo cuore, il Duomo di Milano, a partire dal mese di maggio, nelle vesti di direttore artistico, sarà impegnato a portare in scena il capolavoro letterario di Dante per 100 giorni, con la lettura integrale di un canto al giorno, in collaborazione con Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano, Intesa Sanpaolo, Retelit Veneranda Fabbrica e Biblioteca Ambrosiana, con i musicisti del Teatro alla Scala e degli allievi del Piccolo Teatro di Milano. L'obiettivo è quello di restituire silenzio e ascolto, attraverso la parola di Dante, alla bellezza, alla via che questa bellezza indica: la fede.
Maestro Finazzer Flory, per celebrare il 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri ha realizzato il cortometraggio Dante, per nostra fortuna, in cui ripropone il viaggio oltremondano che il Sommo Poeta ha compiuto nella Divina Commedia. Il film è uscito proprio il 25 marzo, in occasione del Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Come è nata l'idea di realizzare questo cortometraggio? Cosa significa raccontare la Divina Commedia oggi e in che modo lei ha cercato di raccontarla? Quale interpretazione, quale chiave di lettura ne ha dato?
Pochi sanno che tra le parole più frequenti nella Divina Commedia, forse la più frequente è “occhi”. La Divina Commedia è una visione e il cinema è l’arte più poetica per accompagnare gli occhi di Dante ai nostri. L’idea nasce, tuttavia, da una considerazione: come mai, quando pensiamo alla Divina Commedia, la pensiamo per immagini? È noto che Dante non abbia lasciato alcun disegno, se non quello della parola. Da qui il film. Nel titolo c’è una risposta alla sua domanda: “per nostra fortuna”. L’interpretazione è di mettere in scena il rapporto tra padre e figlio, ruoli che Dante, a 700 anni dalla sua scomparsa, rappresenta.
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Quando ha iniziato ad interessarsi alla figura di Dante e al suo capolavoro letterario? Cosa l'affascina di lui?
Ho trovato Dante lungo il cammino del mio teatro. Leonardo aveva sul comodino il “Convivio” e Verdi, alla fine della sua vita, gli ha dedicato Quattro Pezzi Sacri ispirati dalla figura della Vergine Madre. In realtà cominciai a fare una lettura teatrale su Dante molti anni fa a San Pietroburgo, all’Hermitage. Ma ancora non avevo capito. Ora il suo fascino mi è chiaro. Un uomo che incontra il volto di Dio. Amore, movimento e altre stelle sono segni di una spiritualità che mi hanno sconvolto. Dante è folle e riesce a farci immaginare qualcosa che tuttavia, forse, esiste davvero.
Secondo lei, cosa ha rappresentato per Dante la scrittura?
La scrittura di Dante si legge attraverso tre strade: da un punto di vista morale, letterale e allegorico. Ma sul fondo di questa scrittura c’è la storia, ad esempio le Sacre Scritture. Ciò detto, la vera risposta alla sua domanda è secondo me un’altra: per Dante la scrittura è salvezza, o meglio, la speranza di salvezza che viviamo come esperienza con e attraverso la scrittura.
In base a quale criterio ha scelto i 21 canti che saranno protagonisti del documentario? Quali personaggi incontreremo nel corto?
I canti sono scelti per far incontrare il corpo e la voce, offrendo agli spettatori dei punti di riferimento della nostra tradizione culturale. Non poteva mancare, ad esempio, Ulisse, oppure Ugolino. In realtà, però, registicamente a me interessava restituire la coralità, il collettivo.
Ripercorrendo i canti danteschi, c'è un'immagine, una storia che ha destato particolarmente la sua attenzione e ha costituito una fonte d'ispirazione costante per il suo documentario? C'è un personaggio che le è particolarmente caro?
Anche se Virgilio, com’è noto, è assente nel Paradiso, è lui il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Duca, maestro, o signore che sia, Virgilio è umano, troppo umano, e capisce perfettamente che Dante non è solo un personaggio, ma parte di un discorso più ampio su Dio. Da questo punto di vista Beatrice e San Bernardo non sono solo guide, ma figure che fanno anche della vita terrena di Dante la base e l’altezza della fede.
Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. L’esilio non è solo una condizione fisica, ma psichica. Oggi Dante farebbe riflettere sulle categorie di Patria. Credo che avrebbe qualcosa da dire sui consiglieri fraudolenti e sui traditori dei benefattori.
Ecco, com'è cambiata l'Italia dei nostri giorni rispetto all'Italia dell'epoca di Dante? Come descriverebbe la nostra società? Come si rivolgerebbe Dante ai nostri politici, cosa direbbe loro?
Sapere che non possono non sentirsi cristiani perché l’Italia è in tale contesto di segni e di suoni. Profonda autorità dell’opera di Dante sta nella forza della volontà e della fantasia interna all’uomo che non può essere surrogata o sostituita dalla tecnologia.
La prima del documentario si è tenuta ieri a Ravenna. Proprio il 25 marzo dell'anno 1300, infatti, secondo molti studiosi, sarebbe iniziato il viaggio immaginario, l'ascesi mistica di Dante attraverso i tre regni ultraterreni. Sono previsti altri appuntamenti?
Il film (grazie al sostegno di IGT) dopo Ravenna verrà distribuito con la strategica collaborazione degli istituti italiani di cultura a Mosca, grazie alla Direttrice Daniela Rizzi, a Manila insieme alla Philippine Italian Association, a Hong Kong, a Buenos Aires in collaborazione con l’Ambasciata italiana, a Santo Domingo, grazie a S.E. l’Ambasciatore Canepari, sempre attento alla cultura, a Istanbul, Malta, Oslo, Tel Aviv, Miami e Montevideo.
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Quale consiglio si sente di dare ai giovani per far sì che si avvicinino spontaneamente a Dante e al suo capolavoro letterario?
Di credere nei loro sogni per sapere che non vi è una parola indifferente all’altra. Ed esercitare di più la memoria, l'esercizio della memoria.
La Divina Commedia ha fondato la nostra lingua: Dante ha contribuito al superamento dei limiti della varie parlate municipali e all'affermazione del volgare fiorentino come lingua comune, individuando una sorta di unità culturale italiana. Non a caso è considerato il "padre della lingua italiana". Cosa l'affascina della lingua di Dante? Quanto è stato e quanto è ancora importante il ruolo del Sommo Poeta nella conoscenza e nella diffusione all'estero della nostra lingua?
Dante non sbaglia una parola e la lingua è un pennello la cui precisione sorprende Giotto. Eppure noi stiamo perdendo di vista non solo il significato scientifico delle parole, ovvero la filologia, ma anche il significato simbolico, ovvero la filosofia, che sta dentro e dietro la nostra lingua. Si riflette troppo poco sul fatto che tutte e tre le Cantiche finiscano citando le stelle, che non sono solo la giustizia, la fortezza, la prudenza e la temperanza. Voglio dire che bisogna sentirsi parte di un universo che ci precede e a volte ci decide. Per questo, se la Divina Commedia è una cattedrale letteraria, ho scelto, in collaborazione con l’Arciprete del Duomo di Milano e un privato illuminato, consapevole della sua responsabilità sociale, quale Intesa Sanpaolo, di offrire, anche con l’aiuto di Retelit, un dono necessario a Milano, città che amo: da maggio "Dante in Duomo" vorrà dire mettere in scena 100 canti in 100 giorni per restituire silenzio e ascolto, attraverso la parola di Dante, alla bellezza, alla via che questa bellezza indica, la fede.
Dante, per nostra fortuna
Regia di Massimiliano Finazzer Flory
Coreografie: Michela Lucenti con la collaborazione di Balletto Civile
Musiche: Raffaele Inno e Adriano Bassi
Voci fuori campo: Massimiliano Finazzer Flory e Angelica Cacciapaglia
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