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A Spazio Mater l'arte digitale di Michele Grimaldi

domenica, 13 novembre 2016 19:50

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Francesca Bianchi
FtNews ha intervistato Michele Grimaldi, grafico pubblicitario ed illustratore che il 27 ottobre, nell'ambito della Rome Art Week, ha esposto alcune sue illustrazioni presso la Loft Gallery Spazio Mater. Cresciuto all'Istituto Superiore di Comunicazione di Roma, l'artista pugliese ha fondato la Imago Design, studio di progettazione grafica, e Grimart Design, studio di illustrazione digitale.
Nel corso della nostra bella conversazione, Grimaldi ci ha raccontato come nascono le sue opere, soffermandosi sulle caratteristiche della sua arte e sui modelli illustri cui si ispira. Fermamente convinto dell'importanza dell'arte come mezzo di denuncia sociale, nei suoi lavori ha rappresentato anche il tema della violenza sulle donne.

Giovedì 27 ottobre, nell'ambito della "Rome Art Week", presso la Loft Gallery Spazio Mater di Via Ludovico Muratori, 11, ha esposto alcune Sue illustrazioni. Qual è il comun denominatore delle opere che ha presentato?
Il comune denominatore è la leggerezza. Con questa mia prima ricerca ho cercato di riportare gli adulti alla loro infanzia, permettendogli di incontrare i loro ricordi. Nelle mie prime due personali ho affrontato temi molto popolari, quali le fiabe e gli eroi. Vista la carenza di nuova creatività nel campo delle fiabe, del fumetto e dell’animazione, i grandi classici, come Biancaneve piuttosto che Alice, come Spiderman piuttosto che Batman, sono diventati i miti di almeno quattro-cinque generazioni, e lo saranno per molte altre.
Una delle frasi più belle che mi sono state dette è questa: Caro Grim, quando vengo alle tue mostre, mi rilasso. I colori, le atmosfere, gli occhi grandi dei tuoi personaggi infondono serenità.
In parte era quello che volevo accadesse.

Come nascono le Sue illustrazioni?
Le mie illustrazioni nascono da un bozzetto, fatto su qualsiasi tipo di supporto - a volte mi è capitato di disegnare sulla carta da salumeria - , poi vengono scansionate ed elaborate digitalmente al computer. Spesso sono composte da collage di immagini e materiali vari che fotografo, raccolgo (mappe, vecchi ritagli, foglie e altri materiali), scansiono e lavoro al computer nel modo in cui mi serviranno per completare la creazione.

Quali sono le caratteristiche della Sua arte tecnica?
Mi occupo principalmente di illustrazione digitale, dal momento che sono un grafico pubblicitario. Purtroppo in Italia siamo ancora lontani dal considerarla arte pura, come la scultura o la pittura, ma il computer va utilizzato e considerato uno strumento a tutti gli effetti.

Dove trova l'ispirazione per realizzare questi lavori?
L’ispirazione è principalmente nelle cose che mi piacciono, come i fumetti, il cinema, i manga, che mi piace trasformare nelle immagini che realizzo. Diciamo che non nascondo le mie influenze: guardando le opere, diventano immediatamente visibili.
Come si pone nei confronti dei grandi artisti del passato? Ce n'è qualcuno che ha maggiormente influenzato la Sua arte?
Gli artisti del passato che ho studiato per potermi dedicare al mio lavoro sono Leonardo, soprattutto i disegni, Caravaggio per il lavoro sulle luci, Picasso per la semplificazione delle forme, Dalì per l’ambientazione onirica. La lista è lunga e potremmo arrivare anche ad alcuni fumettisti come Andrea Pazienza, Tamburini, Scozzari. Insomma, da tutti ho imparato molto.

Quali sono i protagonisti assoluti della Sua arte e quali elementi vi compaiono più frequentemente?
Direi che il soggetto femminile è quello che preferisco ritrarre maggiormente. L’innocenza degli sguardi, mai volgari o gratuitamente esposti, sono gli elementi che caratterizzano di più i miei lavori. Il tema dell’erotismo mi affascina molto, ma si rischia di diventare subito banali.

Secondo Lei l'arte può suscitare riflessioni in merito a temi di rilevanza sociale?
Penso proprio di si. Personalmente, a volte cerco di affrontare temi sociali. Quello che più mi sta a cuore è la violenza sulle donne. Tra i miei lavori più recenti, ce n'è uno, chiamato “Intimità Violata”, in cui ho rappresentato una donna in posa come San Sebastiano, vulnerabile alle frecce. L’arte visiva credo abbia la stessa forza delle canzoni e delle poesie per sensibilizzare la massa. È tutto frutto della sensibilità.
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