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domenica, 22 maggio 2016 10:02 |
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Francesca Bianchi
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Vieni, celebre Odisseo, grande gloria
Degli Achei,
E ferma la nave perché di noi due tu
Possa udir la voce.
Nessuno mai è passato di qui con la
Nera nave
Senza ascoltare dalla nostra bocca il suono di miele,
Ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose.
Conosciamo infatti le pene che nella
Troade vasta
Soffrirono Argivi e Troiani per volontà
Divina;
Conosciamo quel che accade sulla terra
Ferace"
(Omero, Odissea, XII, 184-91)
All'insegna di questi celebri ed ipnotici versi omerici, noti come Canto delle Sirene, è stata inaugurata, sabato 21 maggio, presso la sede dell'Associazione Luci e Ombre di Bologna, la mostra Il Canto delle Sirene, bipersonale di Irene Manente e Martina Santarsiero, a cura diFiammetta Baldi.
Il Canto delle Sirene apre le porte del mondo soprasensibile, in cui le passioni e l’inconscio si contrappongono e si sottraggono alle regole e ai meccanismi della mente razionale.
Le Sirene si mostrano all’alba e al tramonto, quando possono irretire i sensi oramai offuscati dal divenire dell'ignoto, promettendo verità, esperienze e conoscenze sconosciute ai mortali. FtNews
ha intervistato le due artiste che con grande entusiasmo hanno spiegato i motivi per cui hanno deciso di realizzare una mostra dedicata alle Sirene, anticipandoci anche qualche dettaglio del meraviglioso percorso espositivo che resterà aperto al pubblico fino al 4 giugno.
Come è nata l'idea di allestire una mostra sull'omerico Canto delle Sirene e perché avete pensato proprio a queste creature acquatiche?
Irene: Ho incontrato Martina durante l’inaugurazione di una mostra collettiva, alla quale partecipammo con alcune nostre opere. Rimasi colpita dai suoi lavori, soprattutto dalla ricerca spirituale ed antropologica che questi sprigionavano. La bipersonale "Il Canto delle Sirene" è nata dall'idea di realizzare un'esposizione al femminile, in grado di proporre al pubblico una femminilità autentica, libera da visioni convenzionali e stereotipate e aperta ad una dimensione rivelatrice. Nei secoli, nell’immaginario collettivo, il Canto delle Sirene ha rappresentato la porta d'accesso ad un mondo soprasensibile che mette in discussione i fragili equilibri umani, dando respiro alle pulsioni più intime degli animi e alle inquietudini ataviche.
Martina: Ho incontrato Irene durante una mostra collettiva e ci siamo trovate subito in sintonia. La scelta di allestire una mostra sul Canto delle Sirene è nata dalla necessità di organizzare qualcosa tra donne, in un ambiente femminile con una bella energia, in cui poter essere finalmente libere di esprimerci, andando oltre gli schemi patriarcali.
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Che importanza riveste l'elemento acqua nel percorso espositivo che avete ideato?
Irene: Nelle opere che ho esposto l’elemento acqua circonda ed avvolge in modo sensuale creature sinuose, ammalianti e a volte inquietanti. L’acqua è l’elemento da cui inizia la vita e dove essa trova il suo termine. Nell'acqua risiede la forza generatrice e quella distruttrice, caratteristica che la lega alla dualità incarnata dalle Sirene presenti nella mostra.
Martina: L’acqua è sacra, in quanto primordiale utero della vita: il liquido amniotico e il sangue mestruale sono simboli femminili. L'acqua, madre dolce e terribile, è la vita che fluisce in tutti noi. Nel percorso espositivo essa ha un'importanza determinante, insieme al cielo e agli astri, poiché profondo e ancestrale è il legame simbolico e spirituale tra la luna e l'acqua. La luna governa molti aspetti del mondo naturale, di cui le maree sono il fenomeno più noto e visibile. La Luna, signora delle acque, rappresenta la ciclicità femminile.
Le figure femminili sono una costante della Vostra pittura. C'è un comun denominatore che lega le sirene alle numerose donne che avete dipinto nel corso della Vostra carriera?
Irene: Da alcuni anni porto avanti l’attività di ricerca storica di genere in ambito artistico, volta a scoprire e a portare alla luce figure femminili, di straordinario impatto artistico, cadute nell’oblio. Le mie prime opere risalgono a diversi anni fa, in concomitanza con il mio interesse per la Psicologia dell’Arte e l’Arte terapia. In questa prima fase la produzione artistica era rivolta principalmente a dare forma e colore alle ansie, alle angosce e all’attività onirica. In seguito la sperimentazione si è concentrata sulla figura femminile, inserendola in atmosfere a volte surreali, caratterizzate da paesaggi lunari, nei quali le protagoniste spesso assumono le sembianze di creature notturne. Le donne che ritraggo evocano amore, mistero e sensualità. Mi piace pensarle libere di esprimere la loro femminilità, resa mediante colori vibranti e svincolata da canoni convenzionali e stereotipati, spesso opprimenti e limitanti. Le Sirene presenti nel percorso espositivo hanno molto in comune con le protagoniste di diverse mie creazioni: la sensualità velata da un tenue erotismo che affiora e si confonde contemporaneamente con le vibranti tonalità cromatiche e gli elementi simbolici; gli sguardi enigmatici.
Martina: Dipingo da molti anni figure e simboli legati alla spiritualità femminile e al neopaganesimo, quindi chi guarda le mie opere deve tener conto del contesto esoterico e spirituale da cui attingo. I lavori in mostra, oltre alle Sirene, rappresentano dee del mare e del cielo, creature mitologiche oscure e danzatrici mistiche, tutte figure femminili dalla natura poliedrica, guardiane della soglia verso un altro mondo che consente l'accesso ad un potere trasformativo e vivificante. Le Sirene portano con sé conoscenza iniziatica, nascondono il sacro femminino negato, il ponte tra fisicità e spiritualità.
Cosa vi augurate di suscitare in tutti coloro che visiteranno la mostra?
Irene: Il percorso che Martina ed io abbiamo cercato di realizzare si propone di favorire l’esperienza della rivelazione che ogni forza naturale, ogni essere vivente, è portatore di un’energia ed il riflesso di una forza soprasensibile che ognuno può assimilare e realizzare interiormente nell’arco della propria esistenza.
Martina:Chi visita la mostra potrà fare un esperienza estetica e sensoriale del risveglio di una consapevolezza arcaica, il richiamo che risuona all'interno di un mondo inconscio, in cui l’energia femminile libera l’anima dalle sovrastrutture della cultura patriarcale. Sarà un'occasione per ricordare che il corpo è sacro e per accogliere le parti nascoste di noi stessi. Auguro ai visitatori di vivere un'esperienza estatica, foriera di un profondo risveglio emotivo e spirituale.
Mostra bipersonale di Martina Santarsiero e Irene Manente
A cura di Fiammetta Baldi
21 maggio – 4 giugno 2016 (lunedì-sabato dalle 15.00 alle 19.00)
Luci e Ombre Via Mascarella, 12 Bologna
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