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sabato, 11 febbraio 2023 11:45 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato l'imprenditrice Cesarina Ferruzzi, autrice di Voilà Cesarina (FVE editori, 2022), un libro leggero e al tempo stesso profondo, generoso di contenuti su cui riflettere. In questo volume, la cui prefazione è curata da Raffaello Tonon, suo amico di vecchia data, la top manager si confessa a cuore aperto mostrando tutta la sua umanità. Sfogliando le pagine del libro, il lettore si imbatte nelle innumerevoli "scorribande" dell'autrice in ambienti esotici di straordinaria suggestione; di queste esperienze Cesarina rievoca aneddoti e curiosità, travolgendo il lettore con il suo spirito avventuriero.
Lontana da ogni forma di pregiudizio, Cesarina è una donna che lascia il segno e ti conquista con l'entusiasmo e la determinazione che la contraddistinguono, con la sua inesauribile energia.
Amante dell'arte e della cultura, considerata l'unica, vera ricchezza di ogni individuo, esorta tutti noi a non rinunciare mai alla libertà e a coltivare sempre l'amore per la conoscenza, la creatività, la voglia di mettersi in gioco e andare incontro al cambiamento.
Sig.ra Ferruzzi, in Voilà Cesarina si confessa a cuore aperto, presentando i suoi numerosi volti di donna e accompagnando il lettore nelle sue innumerevoli avventure in giro per il mondo. Come è nato questo libro?
Ho immaginato tutta la mia vita come un viaggio appassionante, dissacrante e profumato. Come tale l’ho traslata, tra scelte coraggiose e passioni sfrenate, con ironia e assoluta sincerità, senza omettere né modificare nulla, dai successi alle cadute. Ho voluto mettere in evidenza pregi e difetti, il mio lato positivo, ma anche i miei punti di debolezza. Mostrare le proprie fragilità significa ammetterle, riconoscerne l'esistenza e conseguentemente fortificarsi. Ho raccontato i miei volti di donna in modo autentico, senza maschere, tra difficoltà e soddisfazioni. Ho accarezzato la possibilità di condividere le scoperte fatte nel corso degli anni e il sapere che ne è derivato, lontano da ogni pregiudizio. La curiosità intellettuale, la tenacia e la testardaggine, così come la capacità di sentire e di entrare in empatia con il mondo, hanno trasformato il mio essere, mi hanno reso una “matta” molto saggia, in grado di trasmettere, contagiosamente, energia positiva.
Perché Voilà Cesarina? Come è nato questo titolo?
Come dicevo, il libro parla delle mie numerose sfaccettature, dei miei vari volti e modi di vivere. All'inizio mi venivano in mente tutti titoli banali, poi un giorno, mentre si discuteva del titolo da dare al mio libro, ho esclamato: "sono io, eccomi, voilà Cesarina!". Questa mia esclamazione è piaciuta e Voilà Cesarina è diventato il titolo del libro. Si tratta di un libro apparentemente leggero, ma ricchissimo di contenuti: ci sono tanti messaggi da cogliere e su cui riflettere.
Quando ha iniziato a viaggiare? Cosa significa, per lei, oggi, andare in giro per il mondo?
Ho iniziato a viaggiare quando avevo 19 anni. Allora viaggiare era una sorta di privilegio, non era come oggi: potevi vedere posti incontaminati dove non era ancora arrivato il turismo di massa, potevi immergerti in quelle realtà e sentirti una di loro. Mi ha sempre animata una sete inestinguibile di conoscenza e di scoperta di posti nuovi da guardare da un osservatorio privilegiato: quello della vita vera di chi li abita. Questo spirito avventuriero non mi ha mai abbandonato: ho continuato a viaggiare per tutta la vita, raggiungendo mete esotiche bellissime. Ancora oggi continuo a fare viaggi perché sono molto curiosa, amo conoscere, vedere e arricchirmi di cultura e di storia. Non amo viaggiare per fare un'esperienza all'insegna del mare e del sole: cerco viaggi che mi consentano di conoscere una storia, un popolo, voglio un'esperienza che mi consenta di calarmi nella realtà del posto e di condividerla con i locali. Non mi interessano più gli alberghi di lusso: per 10-15 giorni è bene abbandonare la nostra "comfort zone" e immedesimarsi in una realtà diversa da quella cui siamo abituati.
C'è un'esperienza di viaggio che, a distanza di anni, ricorda ancora con particolare affetto?
Ce ne sono diverse; gliene racconto una. Quando sono stata in Ghana, ho partecipato al festival di una tribù; è stato meraviglioso trovarmi lì a ballare con i capi tribù. Eravamo in uno stadio immenso; mi sembra ancora di vedere i colori, la gente, la grande partecipazione: sembrava che tutto il mondo fosse lì a ballare con loro. Io danzavo con le loro stesse movenze e sembianze, come se fossi una di loro e come l'avessi sempre fatto. Mi sembrava di cogliere nella musica la mia anima, il mio modo di essere; avevo l'impressione di trasformarmi ed essere partecipe con loro di questa atmosfera magica. Lo stesso capo tribù ha voluto fare una foto con me. La ricordo come un'esperienza di una bellezza incredibile.
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Cesarina Ferruzzi (fotografo:Canio Romaniello)
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Nel libro afferma di aver vissuto la sua vita come un viaggio. In che modo la sua passione per i viaggi si riflette nella vita di tutti i giorni e nel rapporto con gli altri?
Ho sempre vissuto la mia vita come un viaggio estremo. Un viaggio rappresenta sempre qualcosa da esplorare o trovare, con tutto quello che può accadere e succedere. La stessa quotidianità diventa un viaggio se si riesce a rompere la monotonia, a trovare qualcosa di nuovo e ad arricchire la giornata. Le giornate non devono mai essere una uguale all'altra, altrimenti diventano monotonia, ripetizione. Ecco, questo mi manda nella noia totale. Penso sia importante sentirsi sempre attivi, propositivi e crearsi un mondo di incontri, situazioni, emozioni, novità. Sono talmente presa in queste mie evoluzioni che quando ne parlo mi sembra di volare e avverto un desiderio sempre maggiore di sperimentare cose nuove. Cerco di trasmettere questa mia enfasi, questo mio trasporto a chi ascolta. Io travolgo tutti con questa mia energia: tutti partecipano e tutti sono felici di partecipare perché si divertono e stanno bene.
Queste sue avventure in giro per il mondo le hanno consentito di andare alla scoperta di culture antichissime. Quali emozioni prova ogni volta che riflette su quelle esperienze?
Ricordi particolari li trovo soprattutto in quei luoghi che hanno una storia da condividere, come il Guatemala. Mi sono ritrovata in un immenso parco nella foresta pluviale: lì sorge Tikal, il più grande insediamento Maya, un posto magico che risale al 90 a.C. Tra i resti di almeno duecento templi svettano gigantesche piramidi dai nomi suggestivi: il tempio delle Maschere e del Giaguaro, il tempio Mirador e il centro cerimoniale "El Mundo Perdido". La foresta celava misteri e abbracciava ogni cosa; in giro vagavano indifferenti scimmie e pavoni, svolazzavano tucani e pappagalli verdi e si diceva perfino che ogni tanto si vedesse qualche giaguaro. Osservavo ogni cosa in silenziosa e commossa reverenza e pensai che il mio essere impavida mi premiava sempre. Pensai anche ai disperati indios di oggi e agli aristocratici fasti degli antichi Maya, alla loro intelligenza ingegneristica, a come ogni cosa fosse stata trascinata nel nulla dalla corrente del tempo e dalla follia umana. Mi domandai il perché. La sensazione che avverto riflettendo sulle mie esperienze di viaggio alla scoperta di culture antichissime è che il percorso dell’umanità è guidato da una bussola impazzita: se da una parte procede con la spinta del progresso, dall’altra regredisce; è come se l’esperienza non fosse maestra, ma una questione abbandonata in un archivio polveroso. Oggi, a distanza di quarant'anni, non so come potrà essere quel posto, ma non voglio tornarci perché il mio ricordo è quello e non vorrei mai vederlo stravolto: era bello vederlo allora perché era un luogo molto primitivo e naturale, per niente turistico.
Che consiglio si sente di dare alle donne che hanno paura di intraprendere un viaggio da sole?
Io stessa molte volte ho delle paure, ma non per quello che mi attenderà: capita che tema di non riuscire ad avere un buon rapporto con le perone che incontrerò. Una volta partita, lentamente queste paure scemano. Il più delle volte si tratta di condizionamenti mentali perché magari vorremmo al nostro fianco i soliti amici, le nostre certezze, il nostro mondo, la nostra zona comfort. Questi elementi di disturbo devono essere affrontati e superati. Alle donne dico di non pensare al fatto di non avere il loro habitat e tutte le comodità a cui sono abituate: sarebbe sbagliato averle perché significherebbe avere la nostra quotidianità anche a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. Quei 10-15 giorni in viaggio ci arricchiscono e dobbiamo viverli con entusiasmo, con la certezza che ci riserveranno novità e sorprese. I nostri agi, le nostre comodità, gli amici di sempre li viviamo tutti i giorni. Siamo troppo ancorati alle nostre cose, alle nostre abitudini, non riusciamo ad accettare che ci sia qualcosa di diverso, non sappiamo accettare il cambiamento radicale, anche improvviso, che è bellissimo proprio perché è inaspettato e non programmato.
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Cesarina Ferruzzi (fotografo:Canio Romaniello)
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Cesarina, lei è un'imprenditrice di successo. Come scrive il suo amico Raffaello Tonon nella prefazione, non ha avuto al suo fianco il signor Ferruzzi: ha scelto la libertà di fare e di vivere libera da tutto. Qual è il segreto del suo successo?
Sono dottore in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, laureata con lode. A trent’anni ero dirigente di azienda, all’inizio di una storia di successi professionali. Oggi sto riscattando tanta parte della mia vita che ho sacrificato per il lavoro, un lavoro che mi ha dato infinite soddisfazioni. Credo che la chiave della mia affermazione stia più di ogni altra cosa nella complessità del mio carattere. Posso definirmi determinata e ironica, con una spontanea attitudine per una ferrea organizzazione, eppure flessibile, quando necessario. Sovversiva, ma rigorosa; portata ad attraversare gli estremi, ma calcolandone scrupolosamente i rischi; sempre attenta all’evoluzione dei tempi. Soprattutto, con un formidabile istinto di vita e di lungimiranza.
Quanto a Raffaello Tonon, è un grande amico, lo conosco da anni; è una persona di una cultura e di una conoscenza uniche. Oggi siamo un tutt'uno e, quando ci troviamo in un'occasione pubblica per presentare il libro, non dobbiamo preparare niente: ci guardiamo negli occhi e ci capiamo al volo. La prefazione del mio libro non poteva non curarla lui!
Lei è una cultrice dell'arte e del bello. Come si concretizza questa sua passione nella vita quotidiana?
Non ho mai contemplato l’idea di vivere senza arte, intesa come armonia, intensità ed espressione del sublime: l'arte è la piena manifestazione della mia personalità e riflesso del mio sentire. Amo circondarmi di bellezza, in tutte le sue declinazioni, fino ad arrivare a forme sublimi di estrosità e di espressione estetica. Victor Vasarely diceva che l’arte non deve restare un fenomeno museale in attesa di un pubblico passivo che la visiti, ma uscire, raggiungere la gente, entrare nelle case, far parte dell’esistenza delle persone. Ed è così che con entusiasmo sono socia di "OFF", l’associazione milanese prevalentemente femminile che si occupa di promuovere la conoscenza di artisti e patrimoni artistici. Qualche settimana fa, a casa mia, a Milano, si è tenuta la serata inaugurale dell'associazione alla presenza di più di 60 persone. Abbiamo presentato il programma; sono tanti gli appuntamenti che ci attenderanno in giro per l'Italia: visite guidate nei musei, vernissages, incontri con l’artista, proiezioni di filmati e social parties nelle abitazioni delle associate.
Sostando tra le pagine del suo libro si respira l'amore per la cultura, che lei definisce la vera ricchezza di ogni individuo. In tal senso, quale messaggio si augura possa arrivare ai lettori?
La cultura è un arricchimento personale che non solo ci dà quella conoscenza in più di noi stessi, ma ci allarga anche le vedute. Conoscere e sapere sono due verbi fondamentali: nella nostra vita dovremmo continuare sempre a conoscere e a sapere e questo deve essere uno stimolo ad andare sempre avanti nel lavoro, nella vita quotidiana, nella vita privata, in tutto. Non si può vivere nella banalità, bisogna avere enfasi, stimolo, voglia di creare e vivere nuove situazioni. Mi piace andare incontro alle situazioni e viverne sempre di nuove; anche il mio lavoro ogni giorno è una nuova conquista. Io ho sempre cercato di differenziarmi e di perseguire nuovi obiettivi. Non possiamo avere un solo obiettivo: la vita è piena di opportunità e situazioni che dobbiamo cogliere. Spero che questo arrivi ai lettori di Voilà Cesarina.
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