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Cosimo Rombolà durante la realizzazione di un vaso (foto di Saverio Caracciolo)
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato Saverio Caracciolo, fotovideoreporter di LaC TV, un'emittente televisiva calabrese. Caracciolo è il regista del documentarioLa terracotta preistorica, che verrà presentato venerdì 3 marzo nell'ambito di Firenze Archeofilm - Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente. Girata a Caria, una frazione del comune di Drapia, in provincia di Vibo Valentia, la pellicola racconta la storia dell'82enne Cosimo Rombolà e l'amore che ha sempre nutrito per il passato della sua terra. Tutto ebbe inizio a Torre Galli, sull'altopiano del Monte Poro, tra il 1922 e il 1923, quando l’archeologo Paolo Orsi portò alla luce una necropoli della prima età del ferro, rinvenendo più di 300 tombe dotate di numerose suppellettili sepolcrali. Tali ritrovamenti confermarono la presenza di antiche popolazioni prima dell’arrivo dei greci. Soprannominato l'artigiano della preistoria, il sig. Rombolà fin da bambino è stato affascinato da queste popolazioni. Ha studiato i contenuti delle tombe e ha riprodotto il vasellame ivi contenuto, utilizzando le stesse tecniche usate da quei popoli. Oggi nella sua abitazione-laboratorio, in cui ha allestito anche una mostra, accoglie spesso le scolaresche: ai ragazzi racconta la sua storia, sperando che la sua arte e i suoi sacrifici non vengano dimenticati.
Lo scorso anno La terracotta preistorica ha ottenuto una menzione d'onore nell'ambito della quarta edizione del Festival del cinema rurale e contadino, tenutasi a Commessaggio, in provincia di Mantova.
Sig. Caracciolo, venerdì 3 marzo, nell'ambito di Firenze Archeofilm - Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente, verrà proiettato il documentario La terracotta preistorica. Ci presenti pure questo lavoro...
Il documentario è stato girato in Calabria, precisamente a Caria, frazione del comune di Drapìa, in provincia di Vibo Valentia. Il protagonista è Cosimo Rombolà, 82enne che fin da bambino ha avuto la passione per l’archeologia, soprattutto per gli scavi che l’archeologo Paolo Orsi eseguì tra il 1922 e il 1923 nel territorio di Torre Galli, un promontorio del Monte Poro sul versante tirrenico, nei pressi di Tropea, portando alla luce una necropoli preellenica. Il complesso sepolcrale si compone di oltre 300 tombe dotate di numerose suppellettili sepolcrali, vari vasellami e metalli eterogenei. Tutti i reperti oggi sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
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