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venerdì, 07 giugno 2019 09:24 |
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Doppia alba del sole nel monte forato da Pruno Solstizio d'estate
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Francesca Bianchi
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FtNews
ha intervistato Stefano Pucci, frequentatore assiduo e profondo conoscitore delle Alpi Apuane. Guida Ambientale Escursionista del Parco Regionale delle Alpi Apuane, Pucci, nipote di un partigiano Apuano, si occupa di escursionismo, di fotografia, di storia e tradizioni locali, di botanica, natura e, soprattutto, di incisioni rupestri. Ed è proprio alle incisioni rupestri delle Alpi Apuane, dove è onnipresente il pennato, un simbolo unico nel suo genere in tutto il panorama internazionale dei petroglifi, che Pucci ha dedicato questa bella intervista. Nel 2014, infatti, questo appassionato studioso ha reso pubblica una sua approfondita ricerca sulle incisioni rupestri Apuane con la realizzazione del libro Epifania del Pennato. Alpi Apuane. Incisioni rupestri. Mito, storia, cultura, tradizione e del documentario Erano gli stessi Sogni. Storia e Mito nelle Incisioni Rupestri Apuane. Nel 2017 ha realizzato, dopo oltre 20 anni di esperienze Apuane, uno splendido documentario naturalistico video-fotografico intitolato Alpi Apuane Uniche e Irripetibili.
Nel corso della nostra conversazione, Pucci ha raccontato i dettagli di questa sua coinvolgente ricerca, soffermandosi sulle tante bellezze delle Alpi Apuane e sugli eventi solari e lunari che riescono a suscitare emozioni uniche in chiunque abbia il piacere di poterli ammirare dal vivo. Ha parlato anche della pagina Facebook Apuantrek, da lui gestita, e delle tante escursioni che organizza per far conoscere e valorizzare la straordinaria natura delle Apuane e per trasmettere l'amore per questa terra, orgogliosa custode di un'eredità unica che ha tutte le carte in regola per diventare Patrimonio dell'Umanità.
Quando è nato il suo amore per le Alpi Apuane?
Sono nato a Valpromaro di Massarosa (LU), un piccolo paese dell'alta Versilia immerso nel verde. Sin dall'infanzia mia madre mi ha fatto conoscere gli aspetti della sussistenza con erbi e frutti selvatici. Crescendo, ho ignorato le montagne, ma da grande, nel 1992, sono ritornato a loro. In quell'anno, infatti, conobbi un gruppo speleo che mi ha introdotto nel mondo delle grotte. Mi ha sempre accompagnato un grande spirito di osservazione grazie al quale oggi conosco benissimo i siti del territorio dove sono presenti le incisioni Apuane. Nel corso degli anni ho fatto parte di tanti gruppi escursionistici locali che mi hanno aiutato a crescere e a migliorare ed è grazie all'esperienza maturata in quegli anni se oggi sono una guida ambientale escursionista.
Quando ha iniziato ad interessarsi e a studiare le incisioni rupestri apuane? Allo stato attuale, a che punto è la ricerca nel settore?
Tengo a precisare di aver iniziato come fotografo di fiori. Da quando ho conosciuto le Apuane, il mio tempo libero era dedicato a loro: andavo via da solo in cerca di situazioni belle da fotografare, dai fiori alle farfalle, fino ad arrivare alle grotte. Ho avuto la fortuna di conoscere persone che mi hanno accompagnato in questo percorso. Negli ultimi anni le Alpi Apuane, l'alta Versilia e la Garfagnana vivono una nuova primavera grazie ad alcuni appassionati che hanno scommesso sulla presenza di incisioni rupestri in queste zone. Essi hanno consumato molti scarponi a percorrere le mulattiere, i sentieri, i viottoli. La ricerca nel settore è sempre in corso di aggiornamento. Stanno venendo alla luce numerosi reperti, detti petroglifi, realizzati con vari strumenti e utilizzati per incidere le pagine di un libro eterno, un libro di pietra. Lì sono raccolte le tracce delle nostre radici fatte di speranze, di richieste, di iniziazione, di ringraziamenti, di cristianizzazione, di proprietà e di giochi, le radici di un popolo che aveva eletto queste montagne a sua dimora.
Nel 2014 ha pubblicato il libro Epifania del pennato Alpi Apuane - Incisioni rupestri. Mito, storia, cultura, tradizione. Come è nato questo lavoro? Per quanto tempo sono durate e dove si sono concentrate le sue ricerche?
Ho deciso di scrivere questo libro divulgativo sulle incisioni rupestri delle Alpi Apuane e realizzare il documentario Erano gli stessi Sogni, relativo a tutte le incisioni rupestri delle Alpi Apuane, con l'intenzione di rendere vivi questi luoghi e tornare a vederli come li vedevano i nostri antenati. Mi piaceva l'idea di mostrare che queste montagne hanno qualcosa che molti ancora non gli riconoscono. Allora come oggi sono gli stessi sogni: sogni di poesia, di vivere in un certo modo; c'è un forte legame con gli antichi, quasi a voler dire loro che abbiamo gli stessi stili di vita.
Questo lavoro è il risultato di oltre 8 anni di ricerche e approfondimenti tra l’Alta Versilia, la Garfagnana e le Apuane. Isa Pastorelli e Giorgio Citton, rispettivamente conduttrice e fotografo della Rai che per oltre 20 anni si sono occupati dei petroglifi delle Apuane, sono state le persone che molti anni fa mi hanno introdotto alla conoscenza dei simboli Apuani.
Ho scelto di partire da Cardoso di Stazzema perché è il paese dove ho scoperto uno dei siti più importanti di incisioni rupestri riguardanti il simbolo del Pennato. Il titolo del libro prende spunto dalla corrispondenza di un evento solare che avviene proprio sul sito.
Il mio scopo è quello di far conoscere queste montagne considerate “Uniche e Irripetibili” e contribuire alla salvaguardia delle incisioni rupestri, in particolar modo del simbolo del Pennato (strumento da lavoro chiamato anche roncola, roncio, falcetto, marraccio), che si ritiene sia una peculiarità del tutto apuana (non si hanno riscontri nelle montagne europee, se non in rari casi). Sono state individuate sulle rocce apuane oltre 500 lame pennate. La maggior parte dei pennati si concentra nella zona del massiccio della Pania, definita, non a caso, la "regina delle Alpi Apuane".
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Pennati cristianizzati nel dosso roccioso di Trogna
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Cos'è il Pennato? Come si spiega la grande diffusione di questo simbolo nelle incisioni rupestri apuane?
Il Pennato, assieme alla Ronca (piccola zappa), è l'attributo principale del dio etrusco-romano Silvano, il "signore della selva", di cui a Ghiaccioforte (GR) è stata ritrovata la più antica rappresentazione, databile al III sec a.C. Si tratta di una Deità campestre in bronzo di 6 cm (ex voto) che rappresenta una figura maschile nuda, in piedi, che tiene nella mano destra un pennato di 2 cm. Questo personaggio non era venerato nei luoghi di culto pubblici, ma era invocato nei luoghi selvatici per la lavorazione della terra, degli alberi e utilizzato anche come elemento di “termine”, di confine. Gli Apuani vivevano in luoghi estremamente inospitali e selvaggi e questo strumento era molto adatto per la loro sopravvivenza. La tradizione di incidere il proprio pennato si è perpetuata. Il pennato dava la vita; fino a qualche tempo fa ogni maschio aveva il suo pennato e non se ne separava mai. Non a caso, ancora oggi a Vagli (LU) si dice: "Di Vagli son, a Vagli son nato, meglio morir che lascià il pennato" ('sono di Vagli, sono nato a Vagli, meglio morire che lasciare il pennato!'). Il pennato è nato dalla falce di luna della dea Demetra, quindi all’origine di questo simbolo maschile c'è un simbolo fortemente legato al femminile.
Cos'è il rito del pennato?
Il rito dei pennati è un'intuizione scaturita dall’osservazione dell’ambiente circostante (semantica d’ambiente). Gli etimi dei Monti Nona e Procinto indicano chiaramente l’origine neolatina: la Nona era un periodo del mese che segnalava l’inizio di nuova osservanza e Procinto indicava che stava per accadere qualcosa. Il rito dei Pennati o, per meglio dire, l'Epifania del Pennato fa parte del patrimonio storico-culturale delle Alpi Apuane. Probabilmente tutto ciò ha avuto origine oltre 2000 anni fa con il Dio etrusco-romano “Silvanus” (lo stesso termine pennato potrebbe aver origine proprio dal dio Pen, pen-natus, 'nato da Pen)', per svilupparsi, poi, nel tempo come elemento dominante nel culto della montagna Apuana attraverso i suoi abitanti. Questo evento non ha riscontri in nessuna altra parte del mondo. Il dio Pen era il dio delle vette ligure-celtico e in antico tutto il massiccio delle Alpi Apuane veniva chiamato Panie, nome che si ritrova oggi solo nel gruppo delle Panie (della Croce, Secca, Ricca, Verde e Forata), montagne che hanno nel loro circondario la maggior concentrazione di incisioni relative al pennato.
Il sito di Trogna, facente parte di un complesso di incisioni della zona posta tra i paesi di Volegno, Pruno e Cardoso, in alta Versilia, ai piedi della Pania della Croce, è caratterizzato dalla massiccia presenza del pennato. Come mai?
Il sito di Trogna, che ho scoperto nel 2009 e in cui sono stati rilevati ben 43 pennati, è quasi certamente un orologio solare dove si davano appuntamento gli antichi popoli Apuani al termine del periodo solstiziale (giorno dell'Epifania per i cattolici e giorno di Natale per gli ortodossi), per inaugurare il nuovo ciclo del Sole, attraverso il loro simbolo-strumento più indispensabile. Durante il rito dell’Epifania del Pennato, terminato il periodo solstiziale, il Sole, trovandosi nel suo punto più basso della spaccatura tra i monti Nona e Procinto, illumina di nuovo il sito di Trogna e, qualche minuto dopo, tocca anche il Santuario di S. Leonardo che si trova poco sopra.
Perché i nostri avi hanno avvertito il bisogno di incidere sulla pietra questi segni? Cosa ci dicono questi libri di pietra della cultura, delle credenze religiose, dell'organizzazione sociale, della vita degli uomini che li hanno prodotti? Quali simboli ricorrono più frequentemente nelle incisioni rupestri apuane?
La pietra era considerata sacra: la montagna stessa è fatta di pietra. I popoli apuani vivevano con quello che gli dava la natura e incidevano per comunicare qualcosa al divino. Quello che si evince è un modo di vivere rispettando l'ambiente e la natura, prendendo da essa solo ciò che è necessario. Nutrivano un forte rispetto per la montagna, i fiumi, le persone; non tolleravano l'idea che qualcuno potesse rubare la loro terra; un attacco per impadronirsi della loro terra li avrebbe indotti ad armarsi con tutto, anche con gli strumenti da lavoro e le pietre stesse che abbondavano. Ancora adesso molta gente qui è così, ha questo spirito libero. Vari erano i motivi per cui incidevano: o per segnare il confine o per realizzare indicazioni relative al territorio o perché si trattava di un luogo sacro dove si verificavano eventi solari. Col passare del tempo, dinanzi alla violenza del quotidiano, l’uomo ha perso in gran parte il senso di sacralità della roccia. Quando la vita era solo fatica e tutto era una conquista necessaria, la roccia sembrava eterna: sicurezza, protezione, futuro. Non è difficile comprendere come l’incisione sia un atto di appropriazione incancellabile, oltre che di comunicazione. In molte incisioni apuane al senso di sacralità della roccia si aggiunge quello di sacralità delle vette: concetto universalmente sentito, un tempo condotto sino alla deificazione. Tra i simboli che ricorrono più frequentemente troviamo le croci, tra cui cruciformi e antropomorfi, le coppelle, intese come contenitori di liquidi usati probabilmente per i sacrifici, simboli come la mandorla o la losanga, che rimandano a organi sessuali femminili. Ci sono anche simboli fallici, sempre in abbinamento al pennato, simboli solari come il fiore della Vita, che si ritrova anche sulle Alpi (rosoni), tavolieri incisi come l’alquerque, che poi ha dato origine al gioco della dama.
Lei gestisce Apuantrek - Cammino Apuano, pagina Facebook dove pubblicizza molte escursioni, da lei condotte, tra i sentieri delle Apuane. Di cosa si occupa la pagina? Quali appuntamenti organizzate per promuovere la conoscenza delle Apuane?
"Apuantrek" è una pagina Facebook apartitica che fa politica ambientale ed è nata con lo scopo di far conoscere e valorizzare la terra Apuana. Vorrei tanto crescesse l'amore per questa terra magica che custodisce un patrimonio unico e poco valorizzato, uno scrigno pieno di sorprese. Ci sono montagne nel mondo che offrono spettacoli naturali legati alle albe o ai tramonti del sole in particolari giorni dell’anno. Le Alpi Apuane, invece, appartengono a una categoria superiore, perché si vedono sia le albe che i tramonti del Sole e della Luna nei giorni più importanti dell’anno, manifestazioni che riproducono dei precisi orologi solari su cui l’uomo si basava per regolare il suo intimo rapporto con la Natura.
Ogni anno organizzo un ricco programma di escursioni che termina a dicembre, quando faccio (da ormai 25 anni) il caratteristico e famoso presepe in grotta ad ingresso gratuito nel comune di Pescaglia (LU). Un anno di uscite per vivere in piena libertà, immersi nella Natura “sui sentieri per sentire”. Botanica, Storia, Cultura, Tradizioni, Geologia, Fitoalimurgia, Incisioni Rupestri, Linea Gotica, Eventi Solari e Yoga sono i principali temi trattati, che spaziano dalle Alpi Apuane alla Garfagnana e al suo vicino Appennino, fino ad arrivare all’Alta Versilia e al monte Pisano. Quest'anno ho ben 44 iniziative che si sono inaugurate il 3 marzo con l'evento "Gli Erbi e il Miele” e si concluderanno il 12 gennaio 2020 con l’Epifania del Pennato. L'escursione che ha dato il via a questo fitto programma ha posto l'attenzione sulla conoscenza degli erbi e del mondo del miele. Gli erbi fanno parte di una tradizione ormai quasi scomparsa; alimentarsi con questi prodotti genuini significa riscoprire antichi sapori e rimanere in ottima salute
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Stefano Pucci: guida ambientale parco regionale Alpi Apuane
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Il 22 e il 23 giugno l'attenderà uno degli eventi più attesi dell'anno: il solstizio d'estate. Cosa potranno ammirare coloro che parteciperanno a questo imperdibile appuntamento?
Sì, sto preparando il grande evento del solstizio d’estate e della doppia alba del Sole nel monte Forato il 22 e il 23 giugno. Come ogni anno farò delle facili escursioni nella zona di Pruno di Stazzema sia il sabato pomeriggio che la domenica. Il Sole, simbolo cosmico, è la stella venerata in tutte le civiltà antiche in quanto motore della vita sulla Terra. In alcuni paesi “visionari” Apuani, come nel vecchio borgo di Pruno di Stazzema, viene osservato ogni anno, durante il periodo del solstizio d'estate, il passaggio del Sole nel monte Forato come una doppia alba. Culti e tradizioni sono legati a questo tempo, in particolare a S. Giovanni Battista, alla rugiada raccolta all’alba del solstizio per preparare antichi rimedi a base di erbe consacrate al sole, rispettando così la ciclicità della natura nei suoi giorni di massimo vigore. Sabato pomeriggio con una breve escursione si visiterà, poco sopra Volegno, il primo sito di incisioni rupestri con le sue croci coppellate e una cava storica di prezioso marmo cipollino. La domenica mattina, dopo aver visto la doppia alba del Sole nel monte Forato dal paese di Pruno, si farà una facile escursione sulla via dell’acqua per visitare le incisioni rupestri dell’Orzale, con il suo Sciamano che parla, e quello di Trogna con i suoi 43 Pennati, di cui alcuni cristianizzati.
E per il solstizio d'inverno, invece, cosa organizzate?
Come accennavo, il 21 dicembre di ogni anno ci diamo appuntamento poco sopra il paese di Cardoso di Stazzema per ammirare il sole che passa nella spaccatura tra il monte Procinto e il monte Nona dal piccolo Santuario di S. Leonardo; nel pomeriggio ci spostiamo al paese di Calomini, in Garfagnana, per vedere il sole che tramonta nell’arco del monte Forato. Ludovico Ariosto definiva il Procinto lo scoglio ove 'l sospetto fa soggiorno, ma il suo nome nasconde ben altra cosa, infatti assieme al monte Nona e alla spaccatura che li divide sono stati usati da sempre come orologio solare nel solstizio d’inverno dal piccolo santuario di S. Leonardo di Cardoso. E, come se non bastasse, tra il monte Procinto e il monte Forato, considerati dai popoli primitivi archetipi sessuali, sgorga la grande sorgente Versilia, indicata nella Tabula Peutingeriana (copia di un'antica carta romana che descrive il territorio e le vie militari dell’Impero romano) con il nome di Vesidia (la casa di Dio). La storia nasce dalle nostre montagne Apuane, dai nomi delle sue vette ai nomi dei corsi d’acqua.
Organizza anche dei veri tour di più giorni che passano attraverso i luoghi più significativi delle Alpi Apuane. Può raccontarci qualche dettaglio in merito?
In passato ho organizzato un'escursione ad anello di 4 giorni nelle Apuane Meridionali tra il monte Forato, il Procinto, la Penna Rossa, la Fania, Mosceta, la Pania della Croce, il Piglionico. E' stata un'occasione unica per vivere pienamente la montagna Apuana ricca di rarità botaniche, di paesaggi incredibili, di storie legate al mito del Forato e del Procinto, con le sue preziose acque sorgive, alle incisioni rupestri della piastra del Sole, un patrimonio storico culturale da fare invidia a chiunque, e a sua maestà, la Regina delle Alpi Apuane, la Pania della Croce, che ha ispirato popoli e poeti di ogni tempo, una Musa che ancora oggi non ha finito di emozionare. Le case della Focoletta, la foce di Petrosciana, la fonte di Moscoso, l’alpe della Grotta, Colleoni, colle Mezzana, S. Rossore, Gorfigliette, Buca della Neve, Focetta del Puntone, Omo Morto, Boscaccio, sono altre località caratteristiche che abbiamo raggiunto nel corso di quel tour. In piena estate è d’obbligo fare un'escursione notturna sulla Regina delle Alpi Apuane, meglio se illuminati, durante il percorso, dal bagliore della Luna piena, per ammirare poi l'alba del sole. Dalla notte dei tempi l'uomo saliva sulle montagne dalle rocce bianche che si accendevano con la luce della Luna, per poi salutare religiosamente il risveglio del sole e chiedergli un futuro migliore senza patimenti e ricco di prosperità. La Pania della Croce, come oggi si chiama, per gli antichi popoli Liguri-Apuani era il luogo dove viveva il dio Pen, che poi divenne Pan con l'arrivo dei Romani. Forse è anche questo il motivo della presenza di moltissime incisioni rupestri alle sue pendici.
Tra le mie tappe, non manca mai ilMonte Forato, un arco naturale di roccia di ben 32 metri, con ascensione dalla Garfagnana e visita alla famosa grotta Tana che Urla. Sin dall'antichità l'uomo osservava il passaggio degli astri attraverso questo occhio di pietra, orologio solare che scandiva il tempo. Sono nate leggende e storie incredibili attorno a questa espressione della Natura: si dice che porti tanta salute a chi attraversa nella direzione giusta l'arco di pietra. La Tana che Urla è una grotta naturale dove scorre un'acqua pura e molto preziosa che sazia il corpo e lo spirito; non per niente questo liquido che genera la vita apprende informazioni all'interno delle montagne sacre agli Apuani.
Recentemente ha realizzato un altro documentario naturalistico video-fotografico dal titolo Alpi Apuane Uniche e Irripetibili. Quale messaggio si augura di poter lanciare con il suo instancabile impegno a favore del prezioso patrimonio custodito dalle Alpi Apuane? Cosa si augura per il futuro delle Apuane?
Il documentario Alpi Apuane Uniche e Irripetibili, che ha avuto il patrocinio del Parco Apuane e Unione dei Comuni della Versilia e della Garfagnana, mi ha impegnato oltre 20 anni ed è frutto dell'esperienza che ho maturato nella frequentazione assidua del territorio Apuano, incredibilmente ricco di tradizioni, peculiarità e bellezze, tra cui spiccano i magici eventi Solari e Lunari che trasmettono a chiunque li viva una grande emozione e un'intima connessione con la natura. Ho scelto di condividere la bellezza che la Natura Apuana spontaneamente dona a chi ha occhi per vedere, sperando nel tempo di influenzare positivamente chi la natura la distrugge per meri interessi. Purtroppo queste montagne sono conosciute solo per il marmo, che non è un bene rinnovabile, invece la bellezza Apuana è una magia naturale che si rinnova ogni anno, regalandoci gratuitamente quanto di più bello la Madre Terra ha creato per l'essere umano.
Spero di poter contribuire alla definizione di un modello nuovo di vita rurale. Riconosco che le istituzioni dovrebbero facilitare il reinserimento delle famiglie in questi posti. Nonostante tutte le difficoltà, si può fare, ma devono intervenire le autorità competenti. Il mio sogno è che prima o poi le Alpi Apuane possano essere riconosciute come Patrimonio dell'Umanità, come luogo dove si è sviluppata, più che in ogni altra parte del mondo, la cultura millenaria delle lame PENNATE.
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