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Francesca Bianchi
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Il MAB – Museo Archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant'Antioco si prepara ad accogliere Fenici, la rotta del Sud, la mostra della fotografa paesaggistica Marina Federica Patteri. L'esposizione, dedicata alle località costiere della Sardegna sudoccidentale che in passato videro la presenza dei Fenici, verrà inaugurata venerdì 17 novembre alle ore 18:00 e resterà aperta fino a domenica 17 dicembre. In ragione della sua posizione geografica, la Sardegna fu uno snodo importante delle rotte dei Fenici, che vi fondarono città e insediamenti, alcuni dei quali ancora esistenti come l'antica Sulky, oggi Sant’Antioco. Il succedersi di epoche e popoli ha quasi del tutto celato le tracce della civiltà fenicia in Sardegna. Questo consente di poter ammirare un paesaggio simile a quello dei primi navigatori che dal Libano approdarono sull’Isola.
Basato su tale suggestione, Fenici, la rotta del Sud è il racconto fotografico di un itinerario che si sviluppa lungo alcuni di tali luoghi, un viaggio ideale attraverso la bellezza dei paesaggi costieri e della poesia in essi custodita.
La mostra è realizzata dalla Casa di Prometeo in collaborazione con l’associazione Amici di Sardegna e con l’Ente Concerti Iglesias Sardegna, e si svolge con il patrocinio del Comune di Sant’Antioco, della Città Metropolitana di Cagliari e del Comune di Cagliari, del Parco Storico Archeologico di Sant’Antioco.
Marina Federica Patteri, fotografa che ama ricercare la poesia e le suggestioni della natura mediterranea, ha dichiarato: Tendo a raccontare con le fotografie la bellezza dei luoghi; fotografo il paesaggio perché mi piace incantarmi davanti alla bellezza. Spero sempre che qualcuno si innamori come me dei luoghi che racconto nelle foto. Nel caso della mostra "Fenici, la rotta del Sud" parlo delle coste sarde che sono state oggetto delle rotte commerciali dei Fenici. Il mio è un auspicio legato alla bellezza, alla poesia e all'incanto dei luoghi, sperando di trasmettere quella curiosità che spinge le persone a vivere quei luoghi, a vederli in maniera diversa e anche a fantasticare su chi li ha abitati prima di noi, su cosa abbiamo ricevuto in eredità e su cosa noi lasceremo in eredità.
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