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lunedì, 19 aprile 2021 14:33 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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Tra qualche giorno uscirà Storia archeologica di Corleone a fumetti (Lo Strillone Editore), una pubblicazione curata da Angelo Vintaloro, Presidente dell'Archeoclub Corleone e Direttore del Museo Civico Comprensoriale "Pippo Rizzo", insieme alla maestra Lucia Di Fulco e ai bambini della III B dell'Istituto Comprensivo Statale "Giuseppe Vasi" di Corleone (PA). Questo bel testo a fumetti è nato nell'ambito delle lezioni che Vintaloro ha tenuto ai bambini, su invito della maestra Lucia Di Fulco, per far conoscere loro la vera storia di quest'area dell'entroterra siciliano. Per troppo tempo, infatti, Corleone è stata vista solo e unicamente come terra di mafia, ignorando l'importante ruolo ricoperto nel corso della storia.
FtNews
ha avuto il piacere di intervistare il dott. Vintaloro e la maestra Di Fulco. Entrambi hanno raccontato la gioia con cui i bambini hanno seguito queste lezioni ideate nel contesto di un rapporto di collaborazione Comune/Scuola e dedicate alla storia del territorio. Con il loro entusiasmo i bambini hanno saputo trascinare anche i genitori, che partecipano sempre con interesse alle iniziative organizzate per i figli. Vintaloro, studioso delle dinamiche dell'entroterra della Sicilia occidentale che ha all'attivo anche scavi all'estero, si è soffermato sulla storia di Corleone e sul lavoro di ricognizione e ricerca archeologica avviato nel territorio a partire dagli anni Novanta insieme al grande archeologo Sebastiano Tusa.
Iniziative come quella portata avanti dai e con i bambini dell'Istituto Comprensivo di Corleone sono importantissime. Bisogna partire dai giovani, bisogna infondere in loro l'amore per il territorio in cui vivono; sta a loro custodire, proteggere e far conoscere storie, usanze e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi. Due anni fa ebbi il piacere di essere invitata nel Plesso Riccobono dell'Istituto Comprensivo di San Giuseppe Jato, un altro comune dell'entroterra palermitano troppo spesso associato esclusivamente alla mafia. In quell'occasione ho avuto il piacere di incontrare i ragazzi che avevano realizzato un bellissimo documentario sulla storia di Monte Iato. Rimasi colpita dal loro entusiasmo, dalla consapevolezza dell'importanza della storia e della cultura del loro paese, dal desiderio di farle conoscere agli altri. Le stesse sensazioni mi sono arrivate realizzando questa intervista, infatti ho promesso alla maestra Lucia che, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, andrò con gioia a Corleone per conoscere questi bambini e coloro che, come lei e Angelo, con dedizione ed entusiasmo li hanno coinvolti e accompagnati in questo percorso, trasmettendo loro l'amore per la storia e la cultura del paese in cui vivono. Iniziative simili resteranno sempre tra i ricordi più cari di questi bambini, giovanissimi custodi di cultura e bellezza, vanto e speranza non solo della Sicilia onesta, ma dell'Italia tutta.
Dott. Vintaloro, maestra Di Fulco, è in fase di pubblicazione il libro Storia archeologica di Corleone a fumetti, realizzato dai bambini della classe III B dell'Istituto Comprensivo Statale "Giuseppe Vasi" di Corleone sotto la supervisione del dott. Vintaloro. Come è nata questa pubblicazione? Quando e come è iniziata la collaborazione di Angelo Vintaloro con questa scuola per far conoscere ai bambini la storia di Corleone?
Angelo Vintaloro: Quattro anni fa la maestra Lucia Di Fulco mi invitò nella sua scuola per parlare ai bambini della storia del territorio. Parlai di storia e archeologia e rimasi sorpreso dall'interesse che le mie parole suscitavano nei bambini. Venni, poi, a sapere che, quando tornavano a casa, i bambini raccontavano tutto ai genitori, che non sapevano assolutamente nulla del prezioso patrimonio storico-archeologico della nostra Corleone e volevano visitare i posti dove io avevo portato i figli. Abbiamo capito subito che bisognava insistere, per cui abbiamo iniziato ad organizzare escursioni storiche in giro per il paese e nei dintorni, riscontrando sempre un grande entusiasmo da parte dei bambini. Lo scorso anno la pandemia ci ha impedito di fare quello che volevamo fare, allora la maestra Lucia ha pensato di realizzare un libro a fumetti che potesse dare ai bambini un'idea immediata dell'archeologia. Si tratta di un piccolo testo, ma molto ricco e sostanzioso, un ottimo strumento iniziale per far conoscere il territorio ai bambini delle scuole. Testi e disegni sono stati scritti dai bambini dietro mia consulenza.
Maestra Lucia Di Fulco: Ho conosciuto Angelo alcuni anni fa, sempre nell'ambito di attività organizzate per la valorizzazione del nostro territorio. Angelo si occupa della storia del territorio in maniera seria, così ho pensato di invitarlo nella scuola dove insegno per parlare ai bambini, dando loro l'opportunità di conoscere la vera storia di Corleone. Lui ha accettato con gioia. Ricordo che la prima volta portò alcuni reperti che catturarono subito l'attenzione dei bambini: erano entusiasti, perché ai loro occhi si stava materializzando la storia di Corleone. Quando Angelo parla della storia ricchissima del nostro territorio, riesce a coinvolgere e ad appassionare chiunque abbia il piacere di ascoltarlo; la racconta, infatti, come se lui fosse il protagonista degli eventi narrati, per cui i bambini rimangono incantati ad ascoltarlo. Ho la fortuna di avere una classe di bimbi molto attivi: nel corso di questi quattro anni abbiamo lavorato davvero molto bene. Abbiamo iniziato a lavorare con Angelo quando erano in prima elementare, ora sono in quarta, e l'entusiasmo da parte loro non è mai venuto meno, al punto che lo scorso anno, mentre eravamo in dad, abbiamo iniziato a lavorare a questo libro illustrato; volevamo portare avanti il progetto a tutti i costi. I bambini hanno scritto i testi e le didascalie dei disegni, sempre dietro consulenza di Angelo. Ho coinvolto anche le famiglie: pensi che l'autrice delle illustrazioni, Mimma Saporito, è la mamma di un alunno.
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Resti di un tratto di collegamento della via proveniente dal Trapanese verso Montagna Vecchia
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Dott. Vintaloro, ci racconti un po' di storia di questo territorio che per tanto, troppo tempo è stato "snobbato" dalla ricerca archeologica a causa della sua triste fama. Corleone, infatti, è sempre stata vista come terra di mafia, per cui nessuno investiva per sostenere progetti di scavo in questa area. A quando risale la prima occupazione del territorio?
All'inizio degli anni Novanta, insieme al compianto archeologo Sebastiano Tusa, a cui mi legava un sentimento di sincera amicizia, oltre che di collaborazione professionale, iniziammo il lavoro di ricognizione e ricerca archeologica nel territorio di Corleone, su cui c'era un profondo vuoto di conoscenza. Corleone purtroppo è nota come terra di mafia, per cui le Soprintendenze in passato concentrarono le proprie ricerche nell'entroterra della Sicilia, ma Corleone veniva evitata, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, quando la città era dilaniata da una terribile guerra di mafia. Alcuni anni fa è uscita una mia pubblicazione sull'archeologia e sulla storia del luogo, intitolata “Corleone e Montagna Vecchia, due Poleis della Sicilia antica”, un libro in cui sono confluiti trent’anni di studi, realizzati soprattutto insieme a Sebastiano, con l'unico obiettivo di ricostruire la storia del territorio. Questa zona dell’entroterra siciliano ha subito le influenze provenienti dall'intero Mediterraneo. Non dimentichiamo che a Corleone si intersecano la vecchia direttrice commerciale della cultura del Vaso Campaniforme, che partiva dal nord Africa e arrivava nel nord Europa, attraverso la mediazione della Corsica, della Sardegna e della Sicilia, e l’importante asse viario che collegava Camarina a Mozia, mettendo, quindi, in comunicazione, la costa orientale con quella occidentale della Sicilia. La via di collegamento Palermo-Agrigento, che diventò poi la famosa via Aureliana nel periodo romano, incrociava la Trasversale Sicula, proveniente da Camarina. Il centro egemone era ubicato su Montagna Vecchia, imponente costone roccioso che si trova a pochi chilometri a sud da Corleone. Gli scavi hanno consentito di appurare che nell’abitato di Montagna Vecchia, dal prof. Vincenzo Tusa chiamata la "grande metropoli di Montagna Vecchia", vivevano pacificamente popolazioni Sicane, Elime, Ellenistiche, che altrove, invece, erano in guerra tra loro. L'antropizzazione della zona avviene sin dal Paleolitico, il periodo della caccia e della raccolta. Gruppi di cacciatori-raccoglitori si spinsero in questa zona dell'entroterra, che continuò ad essere frequentata nel Neolitico, caratterizzato dall’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento. Nell’età del Bronzo l’antropizzazione continuò con l’avvento di nuove genti, fino ad arrivare all’età del Ferro, quando sorsero le prime città, tra cui la città di Monte Vecchia. Gli scavi hanno dimostrato che Corleone e Monte Vecchia, le due maggiori entità storiche del territorio, si trovavano in un'unica chora, di cui Montagna Vecchia costituiva la roccaforte naturale. Per arrivare a questi risultati è stato necessario abbandonare lo studio delle fonti letterarie, che si rivelano spesso poco attendibili e piene errori.
Anche negli istituti di istruzione secondaria superiore ha tenuto incontri e lezioni nell'ambito del progetto di Alternanza scuola-lavoro. Qual è la reazione dei ragazzi? Come imposta le lezioni?
Angelo Vintaloro: I ragazzi partecipano con vivo interesse. Le dico soltanto che alcuni di loro mi hanno confidato di essersi appassionati alla storia e all'archeologia anche grazie alle mie lezioni.
Le lezioni solitamente sono divise in due parti: nella prima mi soffermo sull'antropizzazione della zona, a partire dal Paleolitico; nella seconda parte, invece, parlo del periodo medievale della città di Monte Vecchia, concentrandomi sulle fasi che portarono all'espugnazione della città ad opera di Federico II (metà XIII sec.). Fu, però, proprio grazie a Federico II che Corleone non subì l'inevitabile declino cui era destinata: egli assegnò la città al suo fedele miles Oddone di Camerana, che aveva il compito di ripopolare Corleone insieme a un gruppo di Lombardi. Le relazioni di quegli incontri sono agli atti dei Licei (Classico, Scientifico, Scienze Umane) e in biblioteca, in modo tale che tutti possano consultarle.
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Piatto triansato da Montagna Vecchia di Corleone (IV sec. a.C.)
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Quali altre attività avete organizzato con i bambini?
Angelo Vintaloro: naturalmente li ho portati in visita al Museo Civico Comprensoriale "Pippo Rizzo", da me fondato nel 1992, di cui oggi sono il Direttore. Situato nel centro storico cittadino, il Museo custodisce reperti davvero importanti, a cominciare dalla Pietra Miliare, ritrovata sulla strada consolare che collegava Agrigento a Palermo. Il Miliarium riporta l’epigrafe di Aurelio Cotta, console in Sicilia nel 252 a.C. È tra le iscrizioni latine più antiche conosciute al mondo. Inoltre, abbiamo organizzato mostre sul Venerdì Santo di Corleone, una tradizione che viene dagli Spagnoli, con gli incappucciati che camminano lungo la strada. Abbiamo visitato qualcuna delle nostre chiese: non dimentichiamo che Corleone è la città delle cento chiese e della devozione, con ben 26 confraternite. A breve inizieremo a lavorare a un progetto dedicato a San Bernardo per valorizzare la figura del santo.
Devo dire che sono stati sempre gli insegnanti a proporre progetti per la valorizzazione del territorio e questo mi rende davvero felice. Anche i presidi hanno incentivato questo aspetto, sostenendoci sempre.
Lucia Di Fulco: Ricordo che due anni fa, nel mese di maggio, in occasione della festa della Madonna Santissima dell'Addolorata, a cui a Corleone è dedicato un Santuario, abbiamo composto e cantato una poesia. L'insegnante di educazione musicale della scuola media del paese ha aiutato tutti noi a trasformare la poesia in un inno e a creare una colonna sonora d'accompagnamento. Si creò una bellissima collaborazione.
Alcuni anni fa, invece, Curia, Parrocchie e Confraternite hanno raccolto tutte le statue dei santi che si trovavano nelle chiese del paese, hanno allestito una mostra e i bambini hanno creato un piccolo opuscolo dedicato ai vari santi, ricostruendo di ognuno la storia e scrivendo una preghiera appositamente dedicata. Devo ringraziare il nostro Preside Vincenzo Di Salvo, che segue le nostre attività e ci dà sempre la possibilità di partecipare a queste iniziative. Abbiamo la fortuna di avere anche una bravissima assistente alla comunicazione, per cui siamo riusciti sempre a coinvolgere tutti. La scuola deve essere un luogo in cui i bambini si dedicano a tante attività, non può e non deve essere noiosa e monotona, per questo ho sempre cercato di coinvolgere i miei alunni e le loro famiglie in tanti progetti.
Quale ricordo vi augurate possa restare ai bambini e ai ragazzi che prendono parte a questi incontri e quale messaggio sperate possa arrivare agli adulti?
Angelo Vintaloro: Mi auguro un interesse rinnovato per il territorio: nessuno dimentichi la storia della nostra Corleone, a cui Carlo V nel 1556 concesse il titolo di animosa Civitas, riconoscendo il coraggio che la città mostrò in più occasioni. Solo grazie alla cultura la città potrà affrancarsi dalla triste fama di capitale della mafia.
Lucia Di Fulco: Purtroppo, si pensa sempre che la storia e l'archeologia appartengano agli adulti, invece non è così. Mi piacerebbe che gli adulti capissero l'importanza di avvicinare i bambini a questi temi, abituandoli lentamente alla conoscenza del patrimonio storico che abbiamo. A distanza di tempo i bambini ricordano tutto quello che abbiamo fatto, tutti gli argomenti che abbiamo affrontato: quello che è stato fatto non va mai perduto. Dico sempre loro che quello imparano ora sarà ciò che domani diventeranno: quello che impareranno se lo porteranno sempre e Corleone avrà cittadini che conosceranno la storia per quello che è, non per quello che gli altri vogliono che sia.
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