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Arkeotrekking in Trentino: Sui sentieri delle Madri Antiche II

lunedì, 31 luglio 2017 08:27

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Francesca Bianchi
Dal 5 al 7 agosto in Trentino, nella zona dell'Alto Garda, si terrà l'arkeotrekking Sui sentieri delle Madri Antiche II, organizzato dall'antropologa Michela Zucca, ideatrice di questa forma innovativa di fare cultura, basata sul turismo sostenibile. Con l'auspicio che questo modo dinamico di produrre cultura possa diffondersi ovunque, soprattutto tra le giovani generazioni, la studiosa da alcuni anni organizza percorsi archeologici sui luoghi di culto della Grande Madre.
L'arkeotrekking del prossimo fine settimana inizierà dalla chiesetta di San Martino di Arco, affrescata nell'ultimo quarto del Trecento da pittori giotteschi di area veronese. Lì, secondo una leggenda, ci sarebbero i resti di un tempio pagano dedicato a Diana, dea della caccia, risalente al III-IV secolo d.C. Ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di un sepolcreto romano nella zona. Si proseguirà per il Bosco di Pietra, l'antico sentiero che contadini, pastori e boscaioli percorrevano per raggiungere le località Pianaura, Troiana e Carobbi di Arco. Lungo il percorso sono ancora visibili i solchi tracciati dalle ruote dei carri. Circa a metà percorso si trovano delle cave di pietra statuaria (oolite).
Questa pietra veniva usata per realizzare statue, fontane e tubi per l'acqua, ed è stata cavata per più di due millenni: le gallerie costituiscono una vera e propria foresta di roccia incisa. Proseguendo sul sentiero, si raggiungerà una casa circondata da maestosi ippocastani, vicino alla quale c'è un sentiero che conduce ad un'altura da dove è possibile ammirare gran parte della Valle del Sarca, di origine glaciale. Tornati sul sentiero principale, dopo circa mezz'ora di cammino, si giunge ad un bellissimo castagneto in località “Pianaura”.
A lato della strada si trova un sottoroccia dove sono state rinvenute incisioni rupestri di epoche diverse: era il luogo dell'iniziazione, in cui si accedeva per apprendere i misteri della magia della natura. Le incisioni sono inserite in un percorso didattico ad anello, curato da Provincia e Amministrazione comunale in collaborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, che dal parcheggio della parete del Policromuro raggiunge le cave, si spinge fino a Pianaura, per poi ridiscendere verso l'abitato di San Martino.
Michela Zucca
Le incisioni si trovano lungo l'antica strada incassata tre le rocce, in una piccola valle scavata in tempi remoti dal lavoro dell'acqua.
Qui vi sono tetti e ripari rocciosi che recano testimonianza della presenza umana fin da tempi lontanissimi: i graffiti e le incisioni sono di epoca diversa, alcuni forse risalgono al periodo preistorico, e sono stati realizzati su una roccia liscia e levigata, leggermente inclinata.
Il progettista, dottor Pierluigi Lotti, sostiene che si trattava di un luogo dove probabilmente venivano iniziati i giovani, una sorta di scuola in cui le rocce erano usate come lavagne. Col passare del tempo questo sistema di educazione si è modificato, soprattutto quando si è modificata la struttura sociale ed economica e si è passati dalla caccia alla produzione agricola. L'entrata a questo riparo fa ritenere che si tratti di un ingresso monumentale, con stipiti monolitici e gradini assai curati.
Il secondo giorno, dopo aver fatto il giro del castelliere di Vezzano, si raggiungerà Terlago, insediamento antichissimo con un bel castello e la chiesa di S. Martino, frequentata da vari ordini di eretici. Gli scavi archeologici hanno messo in luce reperti risalenti alla fase più recente del Paleolitico, tra 40.000 e 10.000 anni fa, che si fa coincidere con l'arrivo in Europa della specie Homo sapiens. Strategie insediative, assetto dei regimi di sussistenza basati sulla caccia e sulla raccolta, modalità del rito funerario e inizio della produzione artistica figurativa sono i caratteri che consentono di seguire l'evoluzione e le trasformazioni delle prime culture sapiens. Proprio a Terlago è stato rinvenuto un oggetto emblematico: un ciottolo inciso con segni enigmatici, forse un'arcaica forma di scrittura ancora da decifrare.
Il terzo ed ultimo giorno dal Santuario delle Grazie di Arco si raggiungeranno a piedi le cascate di Varone. Si passerà davanti all'edicola che ricorda la peste e si arriverà al castello di Tenno. Si prenderà il sentiero fino a Villa del Monte, dove sarà possibile visitare la chiesa di Sant'Antonio Abate con la Madonna Nera.
Da lì si prenderà il sentiero per Pranzo e si salirà al paese, dove si visiterà il Museo archeologico culturale Centro di Documentazione di Pranzo. Si proseguirà verso Campi, dove è prevista una visita al centro archeologico di S. Martino, sito sacro dedicato alla Dea Nera, uno dei più grandi ed importanti dell'intero arco alpino. Infine si discenderà verso Riva del Garda.
A partire da questo trekking, tutti i soci che lo desiderino, fino ad un massimo di sette, potranno dormire nella splendida sede dell'Associazione Sherwood Trentino: una casa del '500, restaurata secondo i principi della bioarchitettura, che ospitava la cancelleria di Castel Madruzzo. E' in posizione dominante a Castel Madruzzo, un piccolo nucleo medioevale che è rimasto praticamente intatto.
Per iscriversi a questo entusiasmante trekking è necessario contattare Michela Zucca sulla sua pagina Facebook o al numero 335-6155055.
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