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venerdì, 03 maggio 2019 07:38 |
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) Antonino Renda e Giulia Marasà nei panni di Federico II e Costanza D'Aragona (foto di Pasquale Vaccaro)
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews
ha intervistato il monrealese Antonino Renda, Presidente dell'associazione Regius. Cultore del Medioevo sin da giovanissimo, nel 2016 ha fondato con alcuni amici appassionati di storia medievale e cultura siciliana il Gruppo medievale Regius, un'associazione culturale senza fini di lucro che si propone di studiare e rievocare il periodo in cui Federico II di Svevia regnava sulla Sicilia. Socio fondatore della Pro Loco Monreale con cui ogni anno, con la collaborazione della Regius, dà vita alla realizzazione della Via Crucis nella nota città siciliana, Renda ha raccontato quando è nato il suo interesse per il Medioevo e per le rievocazioni storiche, soffermandosi sugli importanti gemellaggi culturali stretti nel corso di questi anni dalla Regius al di fuori della Sicilia e sui progetti futuri. Dalle sue parole trapela la grande emozione che prova ogni volta che veste i panni del sovrano che rese la Sicilia uno dei paesi più acculturati e sviluppati dell'Europa.
Desidero ringraziare Antonino Renda per il gradito invito a partecipare di persona, il 7 aprile scorso, alla bellissima Rievocazione Storica dell'Elevazione ed Investitura di Dame e Cavalieri alla Corte di Federico II di Svevia al Castello di Caccamo, cui hanno assistito incantati tantissimi turisti e visitatori.
Sig. Renda, come e quando è nata la sua passione per il Medioevo e per il mondo delle rievocazioni storiche?
Devo dire che già da piccolo ero molto vivace, intraprendente, curioso. Ho trascorso la mia infanzia tra studio e lavoro, svolgendo vari umili mestieri. Da adolescente è maturata in me una grande passione nei confronti del mondo e della cultura medievale. Da sempre fervente religioso, ho aderito alla Confraternita del S.S. Crocifisso di Monreale e, successivamente, alla Confraternita dei figli di San Benedetto dei monaci benedettini. Ho partecipato come figurante in una compagnia teatrale che rievocava le gesta di Guglielmo il Buono a Monreale.
Poi è arrivata la Regius, l'associazione di cui è Presidente...
Grazie ad alcune amicizie in comune, a Caccamo ho conosciuto Santo Galbo, segretario della BCsicilia Caccamo, con cui è nata subito una solida amicizia. Con Santo ho iniziato a partecipare a vari eventi. Nel 2016, insieme ad alcuni amici appassionati di storia medievale, ho fondato la "Regius", associazione culturale nata con la missione di promuovere, rivivere e studiare le gesta immortali di Federico II di Svevia, lo "stupor mundi", avvicinando popoli e culture e riportando in vita gli antichi tesori che circondano la sua figura e la Sicilia.
A quali eventi avete partecipato nel corso di questi tre anni?
Nelle vesti di Federico II sono stato invitato a visitare molti tra i più prestigiosi castelli della Sicilia: da Erice a Carini, passando per i castelli del Messinese e dell'entroterra di Enna. Ho partecipato alla rievocazione storica di "Federicus" ad Altamura (BA) con oltre 1500 figuranti, riscuotendo un enorme successo che ha iniziato a proiettare l'associazione al di fuori dei confini regionali. A Mesagne (BR) abbiamo partecipato alla Fiera Franca di Federico II, evento culturale che tra banchetti e simulazioni storiche rievocava il passaggio dalla fiera alla partenza delle crociate.
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Un'immagine della Regius a San Cipirello (foto di Pasquale Vaccaro)
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Tiene molto a promuovere anche gemellaggi culturali con importanti realtà al di fuori della Sicilia...
Sì. Ho stretto legami e gemellaggi culturali con l'Ordine Monastico dei Cavalieri Templari Federiciani; con i Cavalieri di Malta a Monte Sant'Angelo (FG), ricevendo una targa direttamente dal Principe Gran Maestro dei Cavalieri di Malta; infine con i cavalieri della III Tavola Rotonda del Santo Graal, grazie ai quali a marzo siamo stati invitati a Guasila (CA), in Sardegna, dove abbiamo ricevuto un'accoglienza che ci ha commosso: gli amici sardi sono venuti ad accoglierci in aeroporto in abiti da rievocazione, facendoci sentire subito a casa. Con la trasferta sarda abbiamo voluto portare al di fuori della Sicilia la nostra associazione che fa rivivere i costumi, i sapori e la cultura della Sicilia attraverso i costumi e le gesta di Federico II.
In quale momento ha iniziato a vestire i panni di Federico II di Svevia?
Devo dire che in cuor mio coltivavo il sogno di far rivivere la figura di Federico II, un personaggio che mi ha sempre affascinato, ma durante le rievocazioni vestivo i panni di un cavaliere. Un giorno, dopo una rievocazione, notando l'eleganza e la regalità del portamento mio e di quello di Giulia Marasà, è arrivata la proposta di interpretare il re e la regina. Tutto è nato, quindi, dal nostro modo di fare e di porgerci. Ci hanno messo le corone in testa e abbiamo iniziato a vestire i panni di Federico II e Costanza d'Aragona al Castello di Caccamo. Da quel momento non abbiamo più smesso. Il nome dell'associazione viene dal latino regius, "regale", proprio in riferimento al portamento regale che ho voluto collegare al mio cognome Renda, che all'interno racchiude la parola "Re".
Oggi quante persone fanno parte del gruppo?
Attualmente siamo in 15. Io sono il Presidente, Gino Albano è il vicepresidente, Giulia Marasà è la regina Costanza d'Aragona, Santo Galbo è il nostro Grande Maestro di Cerimonia. In questo gruppo aderiscono dame e cavalieri di Bagheria, Salemi, Caltanissetta e Caccamo. Devo dire che spesso coinvolgiamo nelle nostre iniziative il comune di Caccamo, che ospita uno dei castelli più grandi della Sicilia. In questo ci aiuta moltissimo Santo Galbo, che vive lì e ricopre la carica di direttore della BCsicilia Caccamo.
Spesso date vita a cerimonie di investitura di Dame e Cavalieri. Come avviene la scelta di coloro che andranno a ricoprire questi ruoli?
Si scelgono persone motivate a questi ruoli e interessate al Medioevo; le selezioniamo con l'approvazione dei soci. Il diretto interessato deve procurarsi l'equipaggiamento necessario, quindi elmo, spada, casacca e mantello. Noi cerchiamo nell'archivio storico la discendenza nobiliare del futuro cavaliere, che viene nominato tale tramite il procedimento di San Galgano e prende i voti pronunciando un giuramento. Naturalmente il nostro non è un ordine religioso, per cui, anche se seguiamo fedelmente la prassi dell'investitura medievale, si tratta sempre di un discorso coreografico.
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I due "sovrani" all'ingresso nel porto di Palermo della nave Scuola della Marina Militare Italiana (foto di Riccardo Zacco)
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E' vero che con il suo entusiasmo contagioso è riuscito a convincere amici e parenti a prendere parte da protagonisti alla rievocazione storica organizzata la scorsa settimana nel Parco Archeologico di Monte Iato, a San Cipirello (PA)? Ci racconta qualche dettaglio di questo evento?
Sì, la mia passione per il Medioevo ha coinvolto parenti e amici che sono riuscito a portare con me in questo mondo fiabesco e in un certo senso reale. Un'intera famiglia, precisamente la famiglia di Giovanni Caravello, composta da genitori, figli ormai adulti con rispettive fidanzate e cognati ha partecipato giovedì 25 aprile alla rievocazione storica nell'Area archeologica di Monte Iato, a San Cipirello. Abbiamo contribuito a riscoprire un sito molto importante dove sorgeva l'ultima roccaforte musulmana di Sicilia in lotta contro Federico II. Tra i tanti personaggi cui abbiamo dato vita, oltre al Re e alla Regina: guerrieri saraceni, nobili cavalieri del Re, dame, menestrello e persino il falconiere con un gufo reale. L'evento ha riscosso un notevole successo di pubblico. La nostra associazione ha ricevuto pergamene, targhe e un quadro che rappresenta i simboli di San Cipirello direttamente dal Sindaco Vincenzo Geluso.
Lei riesce ad immedesimarsi perfettamente nel personaggio. Cosa prova quando indossa i panni dello stupor mundi?
In questi momenti rivivo il personaggio. Amando Federico II, rivivo intensamente il suo status, la sua grandezza, le sue gesta. Anche le persone che assistono alle nostre rievocazioni sono spesso emozionate: è bello e insolito vedere persone reali che indossano i panni di personaggi storici. La gente viene a farsi le foto perché vede qualcosa di diverso e originale. Ogni persona sogna vedendoci e questo spinge tutti noi a dare sempre il meglio.
Cosa si augura per il futuro dell'associazione? C'è qualche progetto che spera possa concretizzarsi?
Mi auguro che non manchi mai la passione, che è sempre foriera di benefici. Abbiamo in progetto di andare nelle scuole per trasmettere ai giovani l'interesse per il Medioevo, per la cavalleria, ricordando loro che un cavaliere non offende, ma difende e aiuta il prossimo. Vorremmo far conoscere ai ragazzi valori che purtroppo non ci sono più.
Ha qualche sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe avere un castello - mi accontenterei anche di una piccola fortezza - per dare lavoro ai giovani meritevoli. Sogno, inoltre, di continuare a far sognare le persone che assistono alle rievocazioni, al termine delle quali spesso anche gli adulti vengono da noi per poter avere una foto ricordo con il Re e la Regina, con dame e cavalieri. Ecco, mi riempie di gioia tutto ciò, perché è come se riuscissimo a rendere queste persone consapevoli che in cuor loro sono già dame e cavalieri, principi e principesse.
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