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mercoledì, 04 gennaio 2023 04:40 |
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"Telaio" di Francesca Marenz
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Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato la prof.ssa Stefania Germenia, autrice di Tempo sospeso (Carthago, 2019), una raccolta di racconti e poesie, e del romanzo I viaggi di Penelope(Gruppo Albatros Il Filo, 2022). Docente di Lettere e archeologa, nonché Presidente dell’Associazione culturale Focus, la prof.ssa Germenia cura numerosi eventi all’interno del contenitore culturale Floridia in Biblioteca, importante progetto dell'Associazione.
Attenta osservatrice del fondo femminile, a FtNews la scrittrice ha presentato i suoi due romanzi. Protagoniste dei suoi racconti sono spesso donne anziane, donne comuni, alcune delle quali sono state ragazze ai tempi della guerra. Per delineare queste figure l'autrice si ispira alle sue bisnonne e alle sue nonne, amate figure che racchiudono un mondo fatto di odori, di sapori, di saggezza popolare.
Stefania, quando è nato la sua passione per la scrittura? Dove trova l'ispirazione per delineare la personalità delle protagoniste dei suoi racconti?
Scrivo da sempre. Amo osservare con occhio particolare il mondo femminile. La mia più grande fonte d'ispirazione è rappresentata da donne che raccontano donne. Le protagoniste dei miei scritti sono spesso donne anziane, donne comuni che racchiudono un mondo fatto di odori, di sapori, di saggezza popolare; molte sono state ragazze nel Novecento. Mi affascinano queste donne, ormai arrivate alla fine della loro vita: hanno vissuto le due Guerre, hanno avuto grandi responsabilità. Nel tratteggiare la figura di queste donne mi ispiro alle mie bisnonne e alle mie nonne.
Il suo primo libro, intitolato Tempo sospeso, è stato pubblicato nel 2019 dall'editore Carthago. Come è nato e cosa l'ha spinta a pubblicarlo? Ce lo presenti brevemente...
Il mio primo libro è nato da un racconto che avevo mandato al Concorso Letterario "Moak", un concorso letterario di narrativa che viene organizzato ogni anno a Comiso (RG). Inviai un racconto inedito legato al tema del caffè dal titolo Aroma di caffè; era ispirato ai miei nonni paterni. Vinse e venne premiato, ottenendo una menzione d'onore. Continuai a scrivere altri racconti e poesie. Decisi, così, di pubblicare il libro Tempo sospeso, che si compone di tre racconti e una raccolta di poesie in coda all'ultimo racconto. Si tratta di tre storie concluse, quindi leggibili autonomamente l'una dall'altra. Tutte e tre sono ambientate nella casa dei miei nonni paterni, che è anche il luogo dell'anima all'interno del quale Rosa, la protagonista unica dei racconti, rivela la sua storia di donna e madre che trova il coraggio di lottare, scegliere, sbagliare, attraversare il dolore in nome del suo più grande amore: la vita. Rosa è una donna molto anziana; da giovane, nella mia immaginazione, è stata una poetessa. Questa donna un giorno prende in mano una sua vecchia pubblicazione in versi e rievoca quel tratto della sua vita.
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"Attesa" di Daniela Campisi
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Il romanzo I viaggi di Penelope (Gruppo Albatros Il Filo, 2022), invece, è nato in piena pandemia. Quali sono le caratteristiche della "sua" Penelope? Dove si dirige nei suoi viaggi?
Durante il lungo periodo di "reclusione forzata" a causa del Covid sono tornata a scrivere quotidianamente. Proprio in quei giorni sono nati due lavori. Il primo è proprio il romanzo I viaggi di Penelope. La voglia di uscire mi ha indotto a parlare di viaggi. Per me quel periodo è stata un'importante occasione per riprendere le mie letture e tornare ai miei studi classici. Proprio questo mi ha portato a scrivere di Penelope, una Penelope un po' insolita, decisamente diversa dalla figura consegnataci dal mito: nel mio romanzo Penelope tesse una tela fitta e viaggia. I suoi viaggi hanno un'ambientazione in luoghi fisici, visitati e vissuti in alcuni momenti storici significativi del XX e del XXI secolo. La protagonista di questo romanzo è stata una giovane universitaria nel 1968. Incarna molte donne che io ho incontrato nel corso della mia vita, sintetizza bene il mio modo di vedere l'universo femminile. Viaggiare, fare nuove esperienze, accogliere e aiutare gli altri: questo è il credo di Penelope, una scelta obbligata per sentirsi viva e per esercitare sempre e comunque la propria libertà e dignità di essere donna. Sono particolarmente affezionata a questo romanzo.
Qual è l'altro lavoro nato durante la pandemia?
In quel periodo la prof.ssa Marinella Fiume mi ha invitato a partecipare a un'antologia dedicata ai nonni, intitolata La memoria dei nonni (Algra, 2021). Ho accettato con gioia, partecipando con il racconto A Sansalìa. In dialetto il sansale era colui che si procacciava le vendite. Qui i sensali si riunivano in gruppo in una zona specifica del paese. Il pensiero è andato ai miei nonni, che erano soliti riunirsi insieme agli amici e la gente che li vedeva li chiamava "a sansalìa". Nel racconto si parla soprattutto di mia nonna, una donna che ha praticato la solidarietà vera: per anni ha accudito un uomo floridiano poverissimo che aveva il vizio dell'alcol ed era completamente solo. Il racconto che ho scritto per questa antologia curata da Marinella Fiume è una storia romanzata, ma vera.
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Ha mai pensato di pubblicare le sue poesie?
Ogni tanto invio le mie poesie a qualche concorso. Finora ho ottenuto due menzioni d’onore per le mie opere poetiche, ma non sono ancora pronta a pubblicarle: la poesia è una cosa troppo intima.
Attualmente sta lavorando a qualche pubblicazione?
Adesso sto scrivendo una biografia romanzata che si sta via via ingrandendo, per cui non escludo di avere, alla fine, non una, ma tre biografie romanzate. Per la stesura di questo racconto mi sto ispirando a nonna Norina, la nonna di una mia carissima amica. Norina è scomparsa a settembre del 2021. Ho intervistato i figli, i nipoti, i pronipoti: ho raccolto tutti i dati che mi occorrono.
Mi auguro di continuare a scrivere, senza tralasciare l'attività di divulgazione culturale che porto avanti con l'Associazione Culturale Focus, nata con l'intento di promuovere sul territorio eventi, progetti e iniziative di carattere socio-culturale.
Quale augurio vorrebbe rivolgere ai suoi lettori?
Le presentazioni del mio libro si concludono spesso con un augurio che rivolgo al pubblico: che ognuno di noi incontri una Penelope lungo il suo percorso. Chi avrà il piacere di leggere il libro si renderà conto che Penelope è una viaggiatrice della vita, una donna senza barriere o filtri che la condizionino, un punto di riferimento per chiunque abbia la fortuna di incontrarla. C'è chi si ritrova in lei e ci sono coloro a cui si manifesta una verità diversa rispetto a quella che avevano immaginato. Mi auguro che ognuno possa trovare la propria meta, che non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Vorrei che Penelope ispirasse i miei lettori ai valori della solidarietà e dell'accoglienza, oltre che del rispetto per le donne e le diversità.
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