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lunedì, 09 maggio 2022 22:38 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato Adriano Teso, imprenditore e politico italiano, autore del libro-intervista L’ABC per vivere bene, edito da LibertatesLibri, con la prefazione del prof. Santo Di Nuovo, Presidente dell'Associazione Italiana di Psicologia, la postfazione del giornalista e scrittore Roberto Zadik e le conclusioni di Mons. Gianantonio Borgonovo, biblista e arciprete del Duomo di Milano. L’ABC per vivere bene è l'ultimo libro di una trilogia iniziata nel 2019 con il libro L'ABC dell’Economia e della Finanza (Mondadori Electa) e proseguita l'anno successivo con L’ABC della politica e del voto (LibertatesLibri). Per oltre mezzo secolo Teso è stato protagonista di momenti importanti della vita e della storia del nostro Paese: ha partecipato alla gestione di importanti associazioni come Confindustria, Assolombarda e Federchimica; nella XII Legislatura (1994) è stato eletto in Parlamento ed è diventato Sottosegretario di Stato per il Lavoro e la Previdenza Sociale. Oggi continua nella sua attività imprenditoriale, senza trascurare una forte impegno pubblico, con il solo intento di promuovere lo sviluppo del benessere in Italia.
Ne L'ABC per vivere bene l'imprenditore risponde al giornalista Fabio Cesaro in un dialogo intenso e profondo in cui cerca di dimostrare che una vita migliore per tutti è davvero possibile, purché ognuno svolga responsabilmente il proprio ruolo, senza fare mai del male a nessuno. L'unico imperativo è un'etica responsabile. Il volume accoglie gli interventi di autorevoli esperti del settore e professionisti: il Generale Mauro Del Vecchio, Dario Fertilio, Marco Cappato, l’Imam Yahya Pallavicini.
Sig. Teso, in quali circostanze e con quali finalità è nato L'ABC per vivere bene?
L’ABC per vivere bene è il terzo libro di una “trilogia”, i cui temi sono l'economia, la politica e infine la vita nel suo significato più profondo. L'ABC dell'economia e della finanza l'ho scritto per i membri del Governo, per ricordare loro il significato dell'economia. Il denaro è stato inventato per agevolare il baratto; il denaro è una cambiale, aiuta a passare da un bene all'altro. Con L'ABC della politica ho voluto ricordare il modo in cui mettersi insieme per trovare mediazioni. Se unissimo, infatti, le nostre competenze, potremmo ottenere qualche risultato in più; se ci mettessimo attorno a un tavolo e riscoprissimo l'importanza del dialogo per trovare mediazioni, otterremmo risultati migliori. Ecco che diventa fondamentale scegliere le persone che operino scelte opportune per farci stare bene. Noi cittadini siamo chiamati a scegliere i nostri rappresentanti al Governo, siamo noi a nominarli e a pagarli. Poi è arrivato L'ABC per vivere bene, che racconta cosa sia utile conoscere per affrontare la vita e, quindi, cercare di stare bene, essere sereni, e ogni tanto anche felici. In questo libro invito a ca¬pire la vita, ad apprezzarla e a coglierne le opportunità.
Cosa significa vivere bene e cosa occorre per vivere bene?
Nella mia filosofia di vita c'è la consapevolezza che ognuno di noi è il risultato della selezione darwiniana della specie. All'epoca il più forte vinceva; poi, una volta sorte la città e la nazione, l'uomo ha iniziato a capire che per stare bene è importante vivere in mezzo agli altri. Ognuno di noi si sveglia con il desiderio di stare bene e di far stare bene i propri cari. Se si vuole ricevere qualcosa, si deve dare qualcosa. Con questa filosofia di vita ho cercato di capire cosa non andava nei miei concittadini. Sin da giovane ho sempre dedicato parte del mio tempo a un'attività pubblica, prima con Confindustria e Federchimica, poi sono stato trascinato in politica da Berlusconi. Ecco, con tutte queste esperienze ho capito che poca gente aveva una concezione chiara di ciò che significa vivere bene. Mi è capitato e mi capita spesso di incontrare persone che non sanno chi siano e cosa vogliano dalla vita. È fondamentale sapere chi si è e cosa si vuole dalla vita per stare bene e far stare bene i propri cari. Se si è consapevoli di sé stessi, si possono produrre quei beni reali che vogliamo per noi e per gli altri. In relazione a quello che uno vuole, deve saper dare, perché se sono in grado di dare agli altri, ricevo anche dagli altri. Io imparo da tutti, parlo con tutti, cerco di ricordare che noi siamo più piccoli di un minuscolo granellino di polvere. Ogni persona è il risultato della selezione della specie e ha tutto il diritto di fare ciò che desidera, purché non faccia del male agli altri. L'unica cosa da rispettare è l'etica.
Esiste, secondo lei, la felicità?
Felicità è un parolone. Secondo me esistono dei momenti brevi di felicità, intesi come momenti di entusiasmo, come momenti di benessere e soddisfazione, magari per un traguardo raggiunto. Uso più frequentemente la parola serenità, che consiste nello stare bene con gli altri. Conosco persone felicissime con un pezzettino di terra e miliardari che sono dei poveri disgraziati.
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Laura Morino e Adriano Teso (ph Rachid Bellak)
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Cosa rappresenta per lei la libertà?
La libertà è potersi alzare al mattino e fare ciò che si desidera, con l'unica regola di non fare male agli altri e non dipendere da nessuno, il che significa, quindi, avere un lavoro. La prima forma di libertà è l'indipendenza.
Si reputa fortunato?
Non uso mai il termine "fortuna", nella maniera più assoluta! La sola fortuna che io conosco , che è capitata senza poter scegliere, è l’ essere nati in una famiglia piuttosto che in un'altra, in quanto sono i genitori a trasmettere il DNA, essenziale per la salute di una vita, l'educazione e l'intelligenza, qualità che ti restano attaccate addosso. Ma non dipende da te, non puoi scegliere di nascere da certi genitori. Le occasioni della vita poi passano per ognuno di noi; bisogna soltanto saperle cogliere. Fortuna e sfortuna sono parole che non uso mai. Le occasioni per realizzare i propri obiettivi passano davanti a tutti, prima o poi.
Da bambino cosa sognava di fare da grande?
Niente; semplicemente lavorare seriamente, onestamente, libero. Sono nato a Bergamo da padre veneziano, purtroppo morto quando io avevo 14 anni e lui 45. La mia famiglia aveva negozi di oreficeria. A Bergamo si iniziava a lavorare da giovanissimi. A 12 anni avevo amici che gestivano impianti da sci. Ricordo che io la mattina alle 8.00 andavo a battere le piste per ricevere lo skipass e sciare gratuitamente. Non ero l'eccezione: a Bergamo si usava e si usa ancora così. Sono cresciuto con la consapevolezza che per stare bene bisogna lavorare e che la prima forma di libertà è non dipendere da nessuno. A 16 anni, durante i weekend, ero maestro di sci da neve. A 17 anni, a Iseo (BS), ho impiantato la più grande scuola di sci d'acqua in Italia, premiata da Franco Carraro come la migliore scuola di sci d'acqua d'Italia. L'ho tenuta aperta per due stagioni. È stata la scuola con più iscritti. Ho corso un paio d'anni in moto. Ho lavorato anche nei negozi di oreficeria e gioielleria di proprietà della mia famiglia, ma dopo un paio d'anni ho capito che quel mestiere non faceva per me.
Per una serie di combinazioni sono, poi, entrato, nel giro industriale. Inizialmente ho avuto successi che mi hanno fatto crescere professionalmente nell'industria delle vernici, sempre convinto che si può cambiare idea. Poi sono entrato anche in politica, nel Governo, ma quando ho capito che era impossibile trovare un gruppo di 10-20 persone con cui fare squadra per trasformare l'Italia, allora ho abbandonato la politica per dedicare quasi tutto il mio tempo all'industria. Ancora oggi, pur dialogando con politici ed economisti di ogni schieramento, non riesco a radunare persone con cui fare squadra per trasformare l'Italia.
Se dovesse fare un bilancio della sua vita, può ritenersi più che soddisfatto...
Sì, sono soddisfattissimo! Rispetto tutte le leggi, pago tutte le tasse, tutto quello che dico può essere registrato, non ho niente da nascondere, vivo bene anche economicamente. Sono felice di essere nato in Italia e di aver scelto di vivere in Italia. Gli Italiani sono brave persone. Sono contento di vivere a Milano: ho il lago, la montagna e il mare a un'ora di distanza. Non potrei desiderare di più!
Che importanza ha avuto la famiglia nel suo successo e nella sua realizzazione personale?
Come si usava all'epoca, mi sono sposato giovane, avevo 22 anni, ma la mia ex moglie ed io siamo cresciuti in modi diversi e, dopo 20 anni di matrimonio e una figlia, in accordo ci siamo separati. Dopo la separazione sono stato single per qualche anno, anche se ero sempre molto corteggiato. Poi mi è stata presentata Laura. Oggi, dopo 25 anni, siamo ancora insieme. È bello avere una compagna con cui condividere la vita.
Come si spiega, secondo lei, la presenza costante del dolore e della sofferenza nell'esistenza umana?
Sarò poco sensibile, ma non ricordo dolori fortissimi nella mia vita. Certo, ho sofferto quando, all'età di 89 anni, è morta mia madre. È un dolore, ma si sa che succede. Le disgrazie, per fortuna, non le ho avute. Ho un grande dolore, ma controllabile, ogni sera quando accendo la tv e sento le notizie relative alla guerra. Proverei un grande dolore se i miei cari e i miei amici stessero male, ma io li aiuterei, cercando di alleggerire il loro dolore, per cui non avrei sensi di colpa. Il solo rammarico e dispiacere che ho è il non sapere da che parte iniziare per mettere insieme un Governo decente per far stare meglio la Nazione.
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Adriano Teso e Gianni Agnelli
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Cosa resterà di noi quando non ci saremo più? Crede nell'esistenza di una vita dopo la morte?
Mi chiedo spesso cosa accadrà dopo la nostra morte fisica. Numerosi studi scientifici raccontano che il nostro cervello emette delle onde che tornano nell'universo e trovano i nostri segnali di onde cerebrali in grado di modificare gli elementi dell'universo. Ci sono personaggi che hanno depositato e conservato le cellule finali che possano consentire loro, dopo la loro morte fisica, di rimetterli in vita e continuare a vivere. Quello del fine vita è un approccio a cui sto riflettendo. Nei prossimi giorni incontrerò alcune psicologhe per discutere del fine vita, del modo in cui la gente si avvicina al fine vita. Sono ormai convinto dell'esistenza di vita dopo la morte, ma non saprei dire di più.
Ha un sogno nel cassetto?
Sogno di trovare un progetto in cui mettere entusiasmo e grinta, perché raggiungere obiettivi è bello, ma bisogna prima averli e coltivarli. Al momento desidero lavorare bene e far crescere il gruppo a livello mondiale. Voglio far stare bene i miei familiari, i miei cari, i miei amici. Se c'è un amico che ha un problema, io metto da parte tutto e corro da lui. Voglio essere una colonna di sicurezza per i miei cari, ma voglio aiutare anche i miei concittadini, ci provo.
Che consiglio si sente di dare ai giovani?
Auguro loro di saper fare seriamente un lavoro, comportarsi da persone per bene e non fare del male agli altri, con la consapevolezza che, se si fa del bene agli altri, si riceve del bene in cambio e si sta meglio. Ho allevato tanti giovani, li ho aiutati economicamente e moralmente; erano tutte brave persone, ma non sono riusciti a mettere in piedi una squadra.
Verso la fine del libro Mons. Gianantonio Borgonovo parla della tenerezza divina. Sig. Teso, lei crede in Dio?
Sono ateo, ma credo che ci sia un aldilà e credo di comportarmi così bene e con chiarezza che addirittura sono venuti a trovarmi nel mio ufficio, a loro spese, alcuni vertici del Vaticano e il loro avvocato, dicendomi di avere bisogno di persone come me. Io ho subito precisato di essere ateo, ma questo per loro non è stato un problema: hanno apprezzato e apprezzano la mia serietà. Ho avuto la dimostrazione che persone come me, che si comportano bene, sono apprezzate ovunque. Dopo la morte di mio padre, sono stato formato e istruito da mons. Spada, che è stato per cinquant'anni Direttore de L'Eco di Bergamo e poi assistente di Papa Giovanni XXIII. Mons. Spada mi prese sotto la sua tutela. Con lui parlavo di tutto. Mi spiegò che anche la chiesa aveva dei limiti insuperabili. Ho avuto come maestri personaggi di questo tipo. Devo dire che con il mondo cattolico ho un buon rapporto, ma questo non significa che io creda nel Paradiso così come ci viene insegnato.
Come vorrebbe essere ricordato?
Non so se qualcuno mi ricorderà. Vorrei, però, che la gente si ricordasse non di me, ma del fatto che deve iniziare a percorrere queste strade per far stare meglio l'Italia. Mi addolora che ci sia un sacco di gente che non sta bene.
Quale messaggio si augura possa arrivare ai lettori de L'ABC per vivere bene?
Lavorate per essere liberi, comportatevi da persone per bene, state bene voi e i vostri cari e i vostri concittadini e anche il mondo. Credo, infatti, che arriveremo a una lingua universale, a un'economia universale e allora dovremo vivere bene tutti quanti insieme.
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