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martedì, 23 aprile 2019 22:40 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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Lunedì 8 aprile sono stata ospite del Plesso Riccobono dell'Istituto Comprensivo di San Giuseppe Jato (PA), dove ho avuto il piacere di incontrare i ragazzi autori di un pregevole cortometraggio intitolato C'era una volta Iato. Il documentario - che a marzo ha ottenuto una menzione speciale al Firenze Archeofilm - narra la storia di Iato, da città elimo-sicana a ultima roccaforte musulmana di Sicilia in lotta contro Federico II di Svevia. Scenari e personaggi sono stati realizzati con le ombre cinesi.
Per FtNews ho intervistato le prof.sse Giovanna Lanzarone e Donatella Taormina, docenti di arte e immagine che hanno seguito e supportato gli studenti nel corso di questi tre anni di lavoro. In particolare la prof.ssa Taormina, oltre ad aver coordinato l'intero progetto, ha curato la regia del documentario. Le due insegnanti hanno raccontato dettagli e curiosità sul cortometraggio, ripercorrendo per noi tutte le fasi della sua realizzazione.
Alessia Cangelosi, Rachele Cannavò, Gaspare Parisi, Giulia Ciambra, Francesco Inzirillo, Elena Massimino, Danilo Maniscalco, Aldo Jera, Giorgiana Costras, Francesco Cicchirillo, Salvatore Tocco, Gabriel Lo Re, Antonino La Torre, Gabriel Spica, Alessia Grù, Denise Ceffalia, Kevin Fiumefreddo, Cristian Capitelli, Giuseppe Licari, Desiree' Fileccia, Manuel Cangialosi, Pierpaolo Maniscalco, Marta Massaro, Ilaria Maniaci, Germano Brusca, Morena Genovese, Francesca Badalamenti, Erika Bongiorno, Giada Pirrone. Questa la squadra vincente che ha dato vita al corto. Lunedì 8 aprile questi meravigliosi ragazzi mi hanno regalato una splendida mattinata: emozionati e desiderosi di mettersi in gioco, mi hanno resa partecipe della gioia provata dopo aver appreso di essere stati premiati al Festival di Firenze. Ho visto nei loro occhi spontaneità, entusiasmo, un grande senso di appartenenza, l'orgoglio delle loro radici, l'amore per la storia e la cultura del paese in cui vivono e, soprattutto, il desiderio di farle conoscere agli altri. Messaggeri di bellezza, cultura e speranza, queste perle preziose sono l'orgoglio della Sicilia e dell'Italia intera.
Con la profonda convinzione che iniziative di questo genere resteranno sempre nella memoria di coloro che vi hanno preso parte, desidero ringraziare tutte le insegnanti coinvolte in questo progetto per la dedizione e l'entusiasmo con cui sono riuscite a coinvolgere i loro alunni, incoraggiandoli negli iniziali e inevitabili momenti di difficoltà e timore, e instillando nei loro cuori l'amore per la conoscenza del loro patrimonio identitario più autentico e vero. Con questo documentario siete riuscite in maniera encomiabile a realizzare il vostro sogno: far diventare la cultura non solo uno spazio d'élite, accessibile agli addetti ai lavori, ma uno spazio aperto a tutti, soprattutto a coloro che si stanno affacciando alla vita.
Prof.sse Lanzarone e Taormina, insieme alle colleghe Pina Labaro e Giovanna Sapienza e ai vostri splendidi alunni avete realizzato un documentario che ha ottenuto una menzione speciale all'Archeofilm di Firenze, unico film scolastico tra i 50 film in concorso. Come è nata l'idea di realizzare un documentario sulla storia dell'antica Iato e dei popoli che l'hanno abitata? Con quali finalità è nato questo lavoro?
Con "C'era una volta Iato" abbiamo voluto raccontare la storia del monte e dei suoi antichi abitanti per poter promuovere il nostro territorio, tra i ragazzi e non solo. Il nostro documentario narra la storia dell'antica Iaitas, da città elimo-sicana a ultima roccaforte musulmana di Sicilia in lotta contro Federico II di Svevia.
L’idea è nata principalmente dal bisogno di raccontare, tramite un video, la storia di Iato ai visitatori dell' "Antiquarium Case D’Alia", un gioiello della valle dello Iato, che però non possedeva un video sulla storia dell’antica città, fruibile dal vasto ed eterogeneo pubblico dei visitatori.
Dietro a questo lavoro c'è uno studio approfondito del territorio da parte dei vostri ragazzi...
Sì, decisamente! Il cortometraggio si inserisce proprio all'interno di un progetto volto alla valorizzazione e alla conoscenza della Valle dello Iato, soprattutto da parte dei ragazzi. Da alcuni anni tutta la scuola dedica ricerche e studi al territorio che ci ospita. Due anni fa le classi prime della scuola secondaria di primo grado e le quinte della scuola primaria hanno adottato il Parco di Monte Iato, realizzando non solo il cortometraggio "C’era una volta Iato", ma anche uno spettacolo teatrale divertente e una mostra di oggetti ispirati ai reperti del Museo Case D’Alia. Ogni anno una spedizione austro-elvetica viene a scavare a Monte Iato. Nell'anno scolastico 2016-2017, l'anno in cui il nostro lavoro ha avuto inizio, il dott. Antonio Alfano, Presidente del Gruppo Archeologico "Valle dello Iato", tenne a scuola alcuni laboratori di archeologia. Il laboratorio inerente lo scavo di superficie fu uno dei più belli; piacque tantissimo ai ragazzi.
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C'era una volta Iato... Questo titolo evoca subito scenari avvincenti, misteriosi, come tutto ciò che riguarda storie remote le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Come avete elaborato la sceneggiatura del corto? Vi siete avvalse della consulenza di studiosi di storia e archeologia?
Prof.ssa Taormina: Durante l’estate del 2016 ho letto il libro “Breve storia del mondo" di Ernst H. Gombrich, che in maniera semplice e a tratti divertente racconta la storia dell’uomo dalle origini fino ai nostri giorni. Il libro inizia con queste parole: "Tutte le storie incominciano con “C’era una volta”. E la nostra vuole raccontare proprio questo: che cosa c’era una volta". Ecco, questa frase non voleva più andarsene dalla mia mente. Mi ha veramente “illuminato” e fatto capire che era così che volevo raccontare e dare forma alla storia di Iato. Da lì è partita una ricerca abbastanza approfondita su libri di storia e archeologia che mi ha permesso di scrivere la sceneggiatura del film. Non essendo, però, una storica, è stata preziosa e fondamentale in tal senso la consulenza scientifica del dott. Alfano, esperto di archeologia medievale, e della dott.ssa Lucina Gandolfo, direttrice del Parco Archeologico di Monte Iato.
Come mai avete voluto che fosse il cinema a narrare la storia di Monte Iato?
Prof.ssa Taormina: Supportata da mio marito Walter Pegoraro, videomaker e attore, sono riuscita a realizzare diversi cortometraggi scolastici. Credo fermamente che il cinema sia un ottimo mezzo per raccontare storie. Il cinema è capace di utilizzare vari canali comunicativi, è un strumento davvero formidabile per far ritrovare ai ragazzi la passione e magari l’amore per la scuola.
Chi ha pensato di ricorrere alle ombre cinesi?
Prof.ssa Lanzarone: Con Donatella ci chiedevamo come raccontare questa storia. L'idea era di realizzare un cortometraggio, ma non si pensava di fare queste ombre. Volevamo raccontare al meglio la storia di Iato, ma non avevamo personaggi reali, così ho pensato alle ombre cinesi, un'idea originale che all'inizio ha spaventato un po' i ragazzi, poi li ha coinvolti ed entusiasmati sempre più.
Prof.ssa Taormina, lei aveva già nozioni in ambito archeologico. A quando risale il suo primo incontro con il mondo dell'archeologia?
Circa 20 anni fa ho avuto la fortuna di frequentare un corso regionale di "Operatore archeologico" che mi ha segnato ed ispirato. Tra i miei prof. c'erano due grandi nomi che hanno sempre avuto un forte legame con il territorio: il prof. Ferdinando Maurici e il compianto prof. Sebastiano Tusa. Grazie a loro mi sono innamorata di Monte Iato e dell'archeologia. I loro racconti affascinanti, misteriosi, divertenti li ho sempre custoditi in cuor mio e lì sono rimasti finché ho deciso che era arrivato il momento di condividerli.
Quando avete coinvolto i ragazzi, che reazione hanno avuto? Come avete organizzato il lavoro?
Prof.ssa Lanzarone: Devo dire che all'inizio erano un po' intimoriti, temevano di non essere all'altezza, poi si sono calati perfettamente nella parte ed hanno dato il meglio.
Quanto all'organizzazione del lavoro, a gennaio 2017 sono iniziati i laboratori curricolari, nell’ambito di un progetto di continuità (curricolare ed extracurricolare) tra le classi di quinta della primaria e le prime della secondaria di primo grado. In una prima fase abbiamo attivato due laboratori: il laboratorio di ombre cinesi, da me diretto (con la collaborazione delle prof.sse Pina Labaro, Giovanna Sapienza e Donatella Taormina), per la realizzazione di personaggi e scenari, con circa 20 alunni; il laboratorio di lettura espressiva con 12 alunni, tenuto dalle prof.sse Taormina e Labaro. Nella seconda fase di organizzazione del lavoro abbiamo istituito un laboratorio pomeridiano di movimenti scenici e riprese, coordinato dalle prof.sse Taormina e Labaro, con 4/5 alunni (con il laboratorio pomeridiano abbiamo voluto dare la possibilità ai bambini di V elementare di prendere parte ai lavori); le stesse docenti hanno poi curato il laboratorio di registrazione delle voci con 12 alunni. Nella terza e ultima fase la prof.ssa Taormina con Walter Pegoraro hanno provveduto al montaggio con musiche e voci narranti.
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Dopo tutto il lavoro che avete fatto, il vostro corto è approdato all'Archeofilm di Firenze, ottenendo una menzione speciale. Chi vi ha convinto a proporre la candidatura del vostro documentario a questo prestigioso Festival?
Prof.ssa Taormina: La dott.ssa Gandolfo mi ha proposto di far partecipare il corto ad un festival di archeologia, così lo scorso ottobre ho pensato di presentarlo al Firenze Archeofilm. Non si è fatta attendere la risposta del dott. Dario Di Blasi, direttore artistico del Festival, uomo di grande cultura e carisma, che mi ha comunicato il suo apprezzamento, invitandomi a realizzare i sottotitoli in inglese (che sono stati curati da mia sorella Ivana). Il dott. Di Blasi mi ha manifestato l'intenzione di inserire il nostro documentario all’interno del Festival di Firenze e di farlo girare tramite il Festival Diffuso in Italia e all'estero. A febbraio è arrivata la conferma: il nostro film, definito un "piccolo capolavoro" dalla dott.ssa Giuditta Pruneti, direttore editoriale, era in concorso all’interno del Festival Internazionale del Cinema di Archeologia, Arte e Ambiente "Firenze Archeofilm”!
Tra i 50 film in concorso, 50 giganti provenienti da vari paesi del mondo, tutti realizzati da importanti registi e produzioni, il nostro, frutto di una scuola di provincia, realizzato con pochi mezzi e materiali grazie all'entusiasmo di colleghi e ragazzi volenterosi, era l’unico film scolastico. Potete immaginare la nostra emozione! Già essere in concorso era incredibile, ma sapere di aver ricevuto anche una delle tre menzioni speciali ha reso tutti noi davvero felici e orgogliosi.
La freschezza, la semplicità e il grande lavoro svolto dai nostri ragazzi sono stati apprezzati molto.
A breve creeremo un momento ufficiale per la premiazione perché sono stati davvero straordinari.
La vostra scuola non è nuova a premi e riconoscimenti. In passato vi siete distinti per il vostro impegno nel sociale e in diverse iniziative culturali...
La nostra scuola da diversi anni si distingue per aver ricevuto premi importanti, come il Leone d’argento alla Creatività della Biennale di Venezia, conferitoci l’anno scorso per un’installazione pittorica e per un cortometraggio sull’interculturalità. Tre anni fa abbiamo vinto un concorso nazionale per le biblioteche scolastiche, intitolato “Le biblioteche di Antonio”, promosso dalla casa editrice Sinnos. In quest’occasione abbiamo ricevuto più di 300 libri per bambini e ragazzi, di nuovissima e pregevole edizione. Inoltre la nostra scuola da anni si occupa di curare il restyling di ambienti vari, come la BiblioVideoLudoTeca, a cui la rivista Andersen ha dedicato ben due articoli. La nostra scuola è ad indirizzo musicale e ha un’orchestra che negli anni ha ricevuto molti premi.
Siamo impegnati nei progetti di "Libera Valle dello Jato - Presidio Giuseppe di Matteo e Mario Nicosia" e l'8 maggio saremo al Giardino della Memoria per accogliere e guidare un gruppo di alunni della scuola secondaria di primo grado di Cerreto Guidi (FI).
Lo scorso anno abbiamo preso parte all'iniziativa “Palermo apre le porte. La scuola adotta la città”. In quest’occasione abbiamo adottato non solo il Parco di Monte Iato, realizzando un dramatour, ma anche il Giardino della Memoria dedicato al piccolo Giuseppe Di Matteo, e un percorso Jatino all’interno delle vie del paese. Durante la manifestazione abbiamo mostrato manufatti, giochi, video, spettacoli e rievocazioni in costume, canti, balli... Abbiamo, inoltre, fatto vedere il cortometraggio "C'era una volta Iato" alla dott.ssa Francesca Spatafora, Direttrice del Museo Archeologico "Antonino Salinas" di Palermo.
La nostra è una scuola viva che tra tanti problemi e difficoltà ha cercato e cerca sempre di mettere in atto nuove metodologie e strategie per coinvolgere maggiormente gli alunni e rendere la didattica più inclusiva e coinvolgente.
C'è qualche persona a cui volete dire grazie per aver contribuito a far sì che questo piccolo, grande sogno potesse diventare realtà?
Oltre a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con noi, quindi tutte le docenti e i meravigliosi ragazzi, vorremmo ringraziare la nostra Dirigente reggente Natalia Scalisi e il vicepreside Vito La Milia per la fiducia data al progetto; un sincero ringraziamento va anche ai consulenti scientifici dott. Alfano e dott.ssa Gandolfo; ai direttori del Firenze Archeofilm dott.ssa Pruneti e dott. Di Blasi; grazie anche a Walter Pegoraro, senza il quale questo progetto non sarebbe stato possibile.
Prof.ssa Taormina: In particolare, vorrei esprimere la mia profonda gratitudine anche a coloro che mi hanno fatto amare e conoscere Monte Iato e la sua storia, soprattutto i proff. Maurici e Tusa.
Ed è proprio all'indimenticato prof. Tusa, che ha sempre avuto a cuore la nostra Sicilia e Iato, che vorrei dedicare questo video. Durante un’intervista video, parlò dell'importanza di "fare di questa offerta culturale in Sicilia, che è enorme, strepitosa, qualcosa che sia appetibile". "C’era una volta Iato" è un po’ “figlio” di questo sogno: il sogno di far diventare la cultura non solo uno spazio esclusivo per pochi, ma uno spazio accessibile a tutti. Con la speranza che esso possa diventare un’occasione di promozione reale e concreta per il nostro territorio!
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Messaggio: ringrazio per l’apprezzamento nei miei confronti ma ritengo che questo lavoro sia finalmente aver messo in termini semplici e utili la storia della Sicilia finalmente al centro della storia italiana ed europea non solo politica ma anche culturale e artistica. Quest’opera cinematografica possiede quindi una possente valenza didattica ed è un grande contributo alla conoscenza. Buone cose per tutti |
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