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martedì, 24 luglio 2018 19:40 |
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Francesca Bianchi
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FtNews
ha intervistato la scrittrice e viaggiatrice Silvia Tenderini, che in qualità di archeologa è stata consulente del Museo Archeologico Giovio di Como, e negli anni Ottanta e Novanta ha partecipato a numerosi scavi, per poi dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento. La sua grande passione per la storia l'ha indotta ad effettuare studi sulla frequentazione delle Alpi nel corso delle epoche storiche e sull’origine dell’ospitalità sui passi alpini, studi che sono confluiti in tre libri pubblicati da Cda&Vivalda Editore.
Durante la nostra conversazione la scrittrice, che nel corso della sua carriera ha pubblicato anche articoli, guide e ricerche sulla storia e la cultura del territorio alpino, ha parlato di due suoi libri che hanno riscontrato un grande successo presso i lettori: Viaggio in Persia. Nel paese degli Scià (Cda&Vivalda 2005, poi Alpine Studio Editore 2016) e Non avrai altro luogo. Alessandria d'Egitto, la perla del Mediterraneo (Alpine Studio Editore 2017). Silvia Tenderini si è soffermata sulla genesi di questi suoi lavori e sui suoi molti viaggi in giro per il mondo, svelandoci aneddoti e ricordi dei posti che più le sono rimasti nel cuore.
Dott.ssa Tenderini, Lei è un'archeologa. Qual è stato il Suo percorso formativo? Attualmente di cosa si occupa?
Dopo la maturità scientifica, la mia grande passione per la storia antica mi ha indotto a laurearmi in archeologia. La mia tesi è stata pubblicata tra le carte archeologiche d'Italia dalla Panini di Modena. Ho lavorato come consulente del Museo Archeologico Giovio di Como, per conto del quale ho realizzato la carta archeologica della Brianza. Poi mi sono dedicata alla ricerca e all'insegnamento e ho tenuto corsi di archeologia per le scuole della provincia. Attualmente sono impegnata nel progetto Fuori Classe Spazio Studio, da me ideato alcuni anni fa, che prevede di accompagnare nello studio i ragazzi delle scuole medie e superiori e di aiutarli nello svolgimento dei compiti.
Dove si sono concentrati i Suoi scavi? Ha pubblicato qualcosa sui Suoi scavi e sulle Sue ricerche storiche?
Nel 1985 ho iniziato a fare scavi archeologici. Il mio primo scavo è stato in Valcamonica, in un contesto preistorico. In seguito ho scavato a Castelseprio, a Verona, a Brescia, a Breno, a Bergamo, a Trezzo d’Adda, a Como, a Ponte Lambro, a Melegnano, a Binasco e a Milano, per un totale di circa 50 scavi, sempre nell'ambito romano/tardo-romano. Ho scavato anche in Toscana, a Manciano (GR). In Liguria ho lavorato agli scavi dell'abbazia di San Fruttuoso di Camogli, poi a Genova e a Finale Ligure (SV). Sono stata molti anni a Monte Barro (LC), l'unico sito di età gota conservato in Italia. Per l’editore milanese Viennepierre nel 2003 ho pubblicato una guida al sito archeologico di Monte Barro; lo stesso anno per l’editore Bellavite di Missaglia ho pubblicato la guida di Montevecchia e del Parco del Curone.
Quali sono stati i Suoi libri successivi?
Vista la mia grande passione per le ricerche in ambito storico, negli anni 2001-2002 ho pubblicato tre libri (Cda&Vivalda Editore di Torino) riguardanti la storia dell’ospitalità sulle Alpi, dall’epoca romana ai giorni nostri. Questo lavoro di ricerca, uno dei più completi ed approfonditi in Italia sull'argomento, mi ha impegnato per diversi anni. Grazie alla pubblicazione di questi libri ho tenuto conferenze sul tema in tutta Italia e un programma alla Radio Svizzera. Sarei felice se oggi venisse aggiornato e ripubblicato Ospitalità sui passi alpini: viaggio attraverso le Alpi da Annibale alla Controriforma, un libro che è stato utilizzato anche all'università dell'Insubria (VA).
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Silvia Tenderini durante il Cammino Portoghese, 2017
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Il Suo libro Viaggio in Persia. Nel paese degli Scià, pubblicato nel 2005 da Cda&Vivalda, ha avuto talmente tanto successo da essere ripubblicato qualche anno fa da Alpine Studio Editore. Come è nato questo Suo lavoro dedicato alla Persia?
Questo libro è maturato grazie a due viaggi che ho fatto in Iran nel 2000 e nel 2001: viaggi reali nell'Iran contemporaneo, che si sono intrecciati con le storie di antichi viaggiatori in Persia. Non è un diario di viaggio, ma è un racconto sui viaggi di molti personaggi che sono stati in Persia e ne hanno segnato la storia: Marco Polo, Gengis Khan, Tamerlano, Ibn Battuta, Pierre Loti, Robert Byron, Annemarie Schwarzenback, Ella Maillard, Freya Stark e tanti altri. Il libro è strutturato quasi come un itinerario: per ogni luogo descritto si parla dei personaggi che sono stati importanti per quel posto e per la sua storia. E' una sorta di viaggio in compagnia dei personaggi storici. Alla fine del libro si trovano le biografie di tutti i personaggi che vengono citati nel testo.
Che ricordo ha della Persia?
Ho un ricordo molto bello. L'ospitalità in Persia è sacra: mai in nessuno luogo mi sono sentita a disagio, ma sempre accolta con sorrisi, calore e rispetto. Sono tornata dal primo viaggio più ricca nello spirito e nel cuore, e col desiderio di tornarci ancora. Quando ci sono ritornata, ho apprezzato ancor di più piccoli gesti, piccoli luoghi, piccoli particolari che prima mi erano sfuggiti. Bisognerebbe tornarci ancora, e ancora, per apprezzare ogni aspetto di quel millenario Paese.
Quando è nata la Sua grande passione per i viaggi?
E' nata quando ero ancora adolescente. I miei primi viaggi in Africa li ho fatti a 15 anni in Marocco e l’anno dopo in Sudan, coi miei genitori. Poi mi sono ritrovata a fare l'esame di maturità in Sudafrica, in un liceo in cui tutti dovevamo indossare l'uniforme e rispettare un sacco di regole. In quel periodo in Sudafrica c'era l'apartheid; io ero ospite ovviamente di una famiglia bianca, e quel mondo mi sembrava così diverso e lontano dall’Italia che stava vivendo il periodo turbolento delle agitazioni studentesche.
Dove si sono concentrate le Sue esperienze di viaggio?
Ho viaggiato molto in Sud America e in Medio Oriente, accompagnando gruppi sui siti archeologici. Quando l'ambasciata Italiana del Cile nel 2000 assoldò un gruppo di persone per proporre itinerari da presentare alle agenzie turistiche, io mi recai sul posto in qualità di archeologa. Sono andata in Bolivia al seguito di una spedizione alpinistica. E poi in Perù col camion di Overland e in Venezuela per raggiungere mio fratello. All'età di 19 anni avevo girato il Messico per due mesi con i mezzi pubblici, insieme ad un amico.
In Medio Oriente, invece, ho viaggiato in Turchia, nello Yemen, in Giordania e in Iran. Del Medio Oriente ricordo i colori e i profumi e la raffinata bellezza delle città. Avevo organizzato un viaggio in Siria, che poi ho rimandato. Ora rimpiango di non aver approfittato di quell'occasione!
Nel 2015, sempre con Alpine Studio Editore, ha pubblicato il romanzo Non avrai altro luogo. Alessandria d'Egitto, la perla del nord. Come è nato questo libro?
Non avrai altro luogo racconta la storia vera di Tina, bambina nata ad Alessandria d’Egitto da madre calabrese e padre egiziano. La sua vicenda è lo spunto per narrare la storia della città, dalle sue origini leggendarie ai giorni nostri, ma soprattutto è lo spunto per descrivere le vicende dei tanti personaggi che ad Alessandria sono nati, come Ungaretti e Marinetti, o vi sono passati, come Ibn Battuta, e rendere omaggio ad autori di racconti e poesie, come Mahfuz o Kavafis. Il romanzo è nato dal racconto che Tina, ultraottantenne madre di un collega, mi ha fatto. Ne è risultata una storia autentica, dove confluiscono ricordi, letteratura e leggenda, e dove la storia della piccola Tina si intreccia con le vicende storiche di una città magica come Alessandria d’Egitto degli anni Trenta. Attraverso le parole di Tina la città rivive gli anni felici e spensierati che precedettero la guerra.
Quanto a me, non sono mai stata ad Alessandria d'Egitto e non credo mi piacerebbe visitarla: oggi non troverei più la straordinaria città vitale e multietnica che dimora nei ricordi più dolci di Tina, e ho paura di esserne delusa.
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Nel teatro di Efeso, Turchia, 2012
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A settembre si metterà in cammino per Santiago de Compostela, il pellegrinaggio per eccellenza. Come mai questa scelta? Cosa significa, per Lei, mettersi in cammino?
Partirò per Santiago a settembre. L'anno scorso, col mio compagno, ho percorso il cammino Portoghese da Porto: 300 km fino a Santiago, lungo la costa. Ho potuto contemplare l'infinita bellezza della costa galiziana; mi sembrava davvero di essere arrivata alla fine del mondo: dopo Finisterre c'è solo mare. L’Oceano ha una grande energia, che si può percepire fisicamente con tutti i sensi. Per tutto il cammino dello scorso anno ho avuto l'Oceano sulla sinistra. Quest'anno farò il cammino del Nord, quello asturiano-galiziano, che è il più antico, e avrò l'Oceano sulla destra.
E' indescrivibile l'emozione che il Cammino di Santiago è in grado di suscitare! La dimensione lenta del cammino, dell'andare a piedi, fa conoscere ed apprezzare il territorio così com'è, nutrimento per il corpo e per lo spirito. Le lunghe ore passate a camminare mettono in moto i pensieri, i ricordi, e si ritrovano parti di sé trascurate o dimenticate.
Ho percorso anche la via Francigena del Nord, dal Gran San Bernardo a Pietrasanta (Lucca), passando per luoghi meravigliosi. E’ stato grande lo stupore nel constatare l'estrema ospitalità e la cortesia che nutrono le persone del posto nei confronti dei pellegrini. Devo completare la Francigena per arrivare a Roma, e poi chissà, magari la via Appia o la Francigena del Sud…
Attualmente sta lavorando a qualche progetto?
Mi piacerebbe viaggiare di più. Vedendo i miei figli andare continuamente in giro per il mondo (attualmente si trovano entrambi in Australia), mi è tornata la voglia di mettermi in gioco e di partire all'avventura.
Intanto le anticipo che a dicembre andrò in Nepal. A breve, infatti, inizierò a collaborare per il progetto scuola con l'Associazione Namaste ONLUS di Bulciago (LC), che ha finanziato la costruzione di una scuola presso il villaggio nepalese di Dhulikhel, situato al confine con il Tibet. Ho desiderato tanto recarmi di persona sul posto per poter conoscere ed aiutare quel popolo straordinario, e presto questo mio desiderio diventerà realtà!
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