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Inoltre, un fatto importante sta cambiando nel fenomeno calcio: prima, l’appartenenza ad una tifoseria era, sostanzialmente, espressione di un radicamento territoriale, per cui si tifava per il club della propria provincia o regione, mentre oggi i tifosi si riconoscono, per lo più, in quattro grandissime realtà calcistiche sovra-regionali (Juve, Napoli, Inter e Milan), che raccolgono adepti sull’intero territorio nazionale, dalle Alpi alla Sicilia, a fronte di tutte le altre squadre (finanche, Roma e Lazio), che fanno proselitismo solo nel loro territorio regionale o in quelli immediatamente limitrofi, essendo per lo più assenti nelle aree più lontane d’Italia.
È evidente, a tal riguardo, che il predominio delle televisioni condizioni molto l’articolazione delle tifoserie: Juve, Napoli, Inter e Milan sono le società che, negli ultimi anni, o hanno vinto il maggior numero di trofei o, come nel caso della società partenopea, hanno il maggior numero di partecipazioni alle competizioni continentali e di migliori piazzamenti in Serie A.
Una tale geografia del calcio italiano dimostra, viepiù, che hanno ragione quei Presidenti, che invocano una disarticolazione del campionato nazionale, per potenziare la partecipazione delle squadre di prima fascia ad un torneo europeo: è ovvio che, se Napoli-Chievo non attrae, certamente risulterà molto più interessante una partita del tipo Napoli-Barcellona o Juve-Psg.
Non solo, quindi, gli entusiasmi ed i sentimenti genuini degli Italiani sono decisivi: la logica del profitto, espressa dal tentativo di internazionalizzare il prodotto calcistico, è l’unica che può rivitalizzare un sistema, altrimenti destinato a morire ed a trasformare il calcio da sport di massa in fenomeno d’élite.
Forse, non si potrà più tornare al calcio delle radioline domenicali di Ciotti ed Ameri, ma in verità si può guardare in avanti ed il calcio, meglio di qualsiasi altra azienda, contribuirà a rendere l’Europa unita, almeno intorno ad un pallone che, allegramente conteso da 22 calciatori, rotola su un prato verde.
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