|
|
Rosario Pesce
|
|
Quella elettorale è una legge sbagliata, tanto più alla luce della revisione della Carta Costituzionale, che il Parlamento ha varato e su cui dovranno pronunciarsi, nei prossimi mesi, gli Italiani attraverso la consultazione referendaria.
Vediamola, in particolare: la nuova Camera dei Deputati vedrebbe la scelta di parlamentari nominati, in gran parte, attraverso un sistema bloccato, per cui costituirebbero una minoranza i parlamentari eletti in virtù della raccolta delle preferenze.
Ancora, il sistema elettorale prevede un premio di maggioranza enorme e spropositato in favore del partito che dovesse vincere le elezioni al primo turno, superando appena il 40% dei consensi, o per effetto del ballottaggio nazionale, che potrebbe tradursi in un enorme boomerang per la formazione del Premier, soprattutto, così come è già avvenuto in occasione del voto amministrativo di Torino o di Roma.
Quindi, avremmo, qualora la legge fosse confermata, un Parlamento scarsamente rappresentativo e, molto probabilmente, dominato da forze anti-sistema, che finora non si sono misurate, ancora, con le fatiche del Governo e della gestione amministrativa corrente.
Renzi, di fronte a tale ipotesi, nel corso delle ultime settimane, ha cambiato dunque il ventaglio delle sue opzioni politiche, per cui, anche per effetto dei suggerimenti preziosi del Presidente emerito Napolitano, ha preso in considerazione la possibilità di cambiare il dispositivo elettorale, pur di conseguire il consenso della minoranza del PD in sede di campagna referendaria.
Scelta, forse, tardiva e problematica?
|
|