|
|
Rosario Pesce
|
|
Quella, che si sta consumando nel PD campano, è una vicenda grottesca: ormai, siamo ai titoli di coda e, certo, l’esito non ci piace.
Infatti, a quanto pare, nei prossimi giorni, i tre candidati, che hanno raccolto le firme, per partecipare alle primarie, saranno costretti a rinunciare alla competizione, perché, dietro suggerimento dei vertici romani, gli organismi regionali stanno per varare la candidatura di Gennaro Migliore per la Presidenza della Regione, mettendo da parte appunto il voto delle primarie, alla luce di una norma dello Statuto, che lo consentirebbe in presenza di almeno il 60% delle adesioni - in tal senso - da parte dei componenti dell’Assemblea Regionale del partito.
Ci appare, questa, una scelta - invero - assai infelice, così come abbiamo avuto modo di scrivere già in circostanze precedenti, quando si sussurrava della possibilità, che si sarebbe potuto non andare al vaglio del voto popolare per designare il candidato, che dovrà fronteggiare, poi, il Presidente uscente, Stefano Caldoro, in occasione delle elezioni della prossima primavera.
Infatti, un partito, come il PD, che, negli ultimi cinque anni, non ha amministrato né la Regione, né altri importanti Enti Locali, dovrebbe senza alcuna esitazione ricorrere alle primarie, visto che esse, indipendentemente poi dal vincitore, che sarà designato, liberano energie, creando la giusta motivazione, che sola può consentire al primo partito italiano di essere, effettivamente, competitivo nella tornata elettorale primaverile.
D’altronde, il nome del designato, Gennaro Migliore, pur rispettabilissimo, perché si tratta di un dirigente importante, che nel corso della sua carriera ha attraversato la storia di molte formazioni della Sinistra, non affascina, dal momento che, in un territorio - come quello campano - dove il consenso nasce, per lo più, dalla sana gestione e dalla corretta amministrazione, egli ha sempre ricoperto incarichi politici, ma non ha mai amministrato un Ente, che gli possa consentire di raccogliere un voto diverso da quello, strettamente, di bandiera.
|
|