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Chi vincerà, allora, fra il Cardinale e l’aristocrazia napoletana?
È ovvio che, in un momento storico nel quale grandissima è la sensibilità mediatica intorno a tali temi, i giornali non potranno che dare eco ad un evento, che il popolo napoletano, abituato ad avere un rapporto particolare con la Fortuna, tradurrà certamente in un terno da giocare al Lotto.
San Gennaro, però, non potrà, in questo caso, fregarsi di ciò che accade ai suoi beni materiali, destinati a passare di mano con un colpo proditorio del Governo, che fa un grandissimo regalo alla Chiesa di Napoli.
Pertanto, possiamo immaginare come gli strali del Santo Patrono non potranno che abbattersi sul Governo, che ha messo in essere una dinamica, a dir poco, imprevista e scarsamente intelligente, tanto più in un momento storico nel quale alcune forze politiche, legittimamente, stanno lottando perché le ricchezze della Chiesa tornino allo Stato, sotto forma di giusto pagamento delle tasse e dei dazi, da cui invece gli Uffici religiosi sono, inopportunamente, esentati.
Peraltro, in passato qualcuno ha anche tentato di consumare il sacco del tesoro di San Gennaro, ma il popolo napoletano ha sempre difeso la tradizione e, con essa, il diritto a poter fruire, almeno simbolicamente, di un bene pubblico e, soprattutto, laico, nonostante possa apparire un ossimoro, visto che stiamo parlando del Santo italiano più amato e venerato all’estero.
Chi vincerà?
La Deputazione o la Curia?
Frattanto, speriamo che a vincere sia il popolo napoletano e che, nel prossimo mese di maggio, il sangue si sciolga: altrimenti, al Governo sarà - anche - addebitato il mancato miracolo, che – come è noto – non è, affatto, foriero di buone notizie.
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