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Il Napoli vincitore del suo secondo titolo italiano 1989-1990
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Così facendo, il calcio delle multinazionali e dei grandi giri di danaro tornerebbe alla sua antica tradizione medioevale, quando questo sport, nascendo fra i vicoli dei Comuni del Centro-Nord, rappresentava lo spirito di identificazione di contrade o di quartieri, per cui, in quel caso in particolare, la competizione era all’interno stesso della città, alla stessa maniera di quanto avveniva con il Palio di ippica.
Peraltro, è ben noto a molti che il calcio italiano abbia attraversato, nell’ultimo quinquennio, una crisi molto profonda, dovuta al fatto che i mecenati degli anni Novanta e del primo decennio del nuovo secolo abbiano deciso di non fare più investimenti e si sono, più o meno definitivamente, ritratti dall’agone calcistico, come è successo nei casi di Moratti e di Berlusconi, mentre l’altra grande espressione del capitalismo del Nord, la Fiat, ha continuato, finanche attraverso il salto generazionale, ad essere presente nello sport più amato dagli Italiani.
Tutti, allora, diventeremo tifosi del Giglio viola o del Ciuccio partenopeo, pur di interrompere la prosecuzione di dinastie, ormai, pluriennali del calcio e dell’economia nazionale?
Certo è che, in assenza di capitali italiani e di certi e solidi capitali stranieri, solo il sentimento di identità civica può riconciliare gli Italiani con lo sport da loro, un tempo, più amato, per cui, mutatis mutandis, si potrebbe tornare, proficuamente, allo spirito medioevale di appartenenza, che non sarebbe - di per sé - una "deminutio" in tempi - come quelli nei quali stiamo vivendo - di internazionalizzazione dei processi politici e produttivi.
Inoltre, non possiamo dimenticare che è stimato che l’eventuale successo sportivo indurrebbe un effetto positivo, in termini economici, stimato in molti milioni di euro per il territorio di riferimento della squadra vincitrice, per cui, a maggior ragione, non possiamo non auspicare che il trofeo, tanto ambito, possa finalmente arrivare, magari, al di sotto del Volturno, laddove Garibaldi, nel settembre del 1860, pose le basi del nascente Stato italiano.
Grideremo, quindi, tutti “Forza Napoli”?
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