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Rosario Pesce
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Se nebuloso appare il futuro del PD e, soprattutto, del suo leader, non meno felice appare la prospettiva del Centro-Destra, orfano della guida berlusconiana, visto che l’appeal elettorale del Cavaliere è, ormai, in caduta libera.
Infatti, anche per effetto della nuova legge elettorale, Forza Italia e la Lega sono sempre più lontane fra loro, perché inevitabilmente si avverte la distanza fra un partito moderato e, comunque, vicino al Governo, finanche in tempi di opposizione, ed un altro che, invece, aspira a conquistare fette di elettorato con messaggi populistici, che parlano più al ventre, che non alle menti degli Italiani.
È ovvio che, nei prossimi mesi, il quadro politico non potrà che mettersi in moto, per cui la Lega ed il partito di Berlusconi non potranno non sedersi intorno ad un tavolo e lavorare alla ricomposizione di un’alleanza, che molto forte è stata in Italia fra gli anni Novanta ed i primi anni Duemila.
Chiaramente, resta in piedi un problema, tanto per le prossime elezioni amministrative, quanto per quelle generali, quando sarà sciolto l’attuale Parlamento: come sarà scelta la classe dirigente di una coalizione, che, negli ultimi anni, ha perso milioni di voti in favore di Grillo e dell’astensionismo?
Il ruolo del Cavaliere andrà sempre più ridefinendosi, dal momento che non è più immaginabile che egli sia, di nuovo, il candidato alla Presidenza del Consiglio nella prossima legislatura, per naturali ragioni anagrafiche, oltreché per gli effetti dei procedimenti penali, che lo hanno stoppato nella sua ascesa istituzionale, quando poteva puntare, effettivamente, al Quirinale, anche a seguito di una riforma eventuale in senso presidenzialista della nostra Repubblica.
Fondamentale sarà un aspetto non di secondo piano: il rapporto con il Governo Renzi.
Infatti, è noto a molti che Forza Italia, forse per meglio tutelare gli interessi dell’imprenditore Berlusconi, in questi ultimi mesi ha tenuto un atteggiamento soft nei riguardi del Premier, per cui l’oppposizione dispiegata è stata, molte volte, inefficace o, in alcuni casi, inesistente.
Invece, la Lega ha accentuato i suoi tratti di movimento anti-sistema, venendo premiata dall’elettorato, che ha preferito votare per Salvini, piuttosto che per le forze moderate, visto che, fra le altre cose, gode di un’esposizione mediatica ben maggiore di quella dello stesso Berlusconi, che - in parte per scelta, in parte per necessità - ha deciso di eclissarsi dagli schermi televisivi, intuendo bene che i tempi non sono più propizi per lui, come nel recente passato.
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