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Rosario Pesce
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Che il Governo M5S-PD si faccia è altamente probabile, visto che per una serie di fattori che concorrono diviene difficile andare al voto anticipato in presenza di una sessione di bilancio e, soprattutto, di una riforma costituzionale, qual è quella che nel mese di settembre dovrebbe determinare il taglio di deputati e senatori.
Il vero dubbio, quindi, diviene altro: quanto tempo potrà durare un Governo composto da due partiti che, negli ultimi anni, sono stati feroci antagonisti l’uno con l’altro?
Quale programma potranno realizzare, visto che su molti punti – a partire dalla Tav – hanno posizioni che non sono conciliabili?
Ed in particolare, quando poi il voto ci sarà, queste due forze correranno in modo separato o saranno capaci, nei mesi di Governo, di consolidare un rapporto politico che possa garantire loro di presentarsi con candidati congiunti nei collegi maggioritari?
È chiaro che la situazione è molto complessa e, per altro verso, imprevista dal momento che nessuno, fino a sette giorni fa, poteva immaginare che Salvini staccasse la spina ad un Esecutivo da cui il suo partito ha ottenuto molto più di quanto egli stesso potesse sperare lo scorso anno, all’atto della sua nascita.
Peraltro, non si può non rimarcare la precarietà degli equilibri interni a ciascuna delle due forze: da una parte, il PD è tuttora dilaniato dalla contrapposizione fra renziani e zingarettiani, per cui diviene spesso difficile individuare chi sia l’interlocutore delle altre forze su questioni così delicate.
Parimenti, all’interno del mondo grillino, è chiaro che la leadership di Di Maio non è cosi certa e salda come lo era lo scorso anno e, se il nuovo Governo - per scelta del Capo dello Stato - dovesse essere ancora guidato da Conte, è ovvio che il potere del Premier non potrebbe che crescere, divenendo lo stesso un punto di riferimento politico e non solo il mero vertice tecnico dell’Esecutivo, come lo è stato negli ultimi mesi.
Come si arguisce, quindi, le questioni non sono di facile soluzione, anche perché si è frattanto di nuovo ricreata l’area di Centro-Destra in Parlamento, che dovrebbe essere il vero oppositore del nuovo Governo, forte di un consenso molto ampio e diffuso.
Ed, allora, non possiamo che aspettare gli eventi, in attesa che si chiariscano molti dubbi, la cui soluzione può essere l’unica chiave per uscire da un crisi politica, che può divenire istituzionale.
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