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Rosario Pesce
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Nella giornata, in cui è protagonista il tema della violenza sulle donne, non si può che ragionare sul ruolo femminile nella società.
La donna è, certo, il sale della vita per noi maschietti.
Che sia madre, moglie, compagna, amante, amica, la donna è insostituibile nella vita dell’altro sesso.
Rappresenta, come da tradizione, il focolare domestico, visto che le cure per la famiglia sono, per lo più, sulle sue spalle, almeno in termini gestionali ed organizzativi.
Da quando è entrata, anche, nel mondo del lavoro, il suo ruolo sociale è divenuto - ineluttabilmente - più ricco e complesso.
Non sempre è facile la condivisione dei due compiti e non sempre lo Stato è in grado di assicurarle il giusto sostegno per rendere possibile l’espletamento sia delle mansioni domestiche, che di quelle professionali.
Peraltro, nella sua unicità, la donna è insostituibile.
Nessun surrogato della famiglia può mai prendere il posto di un padre e di una madre intesi nell’accezione tradizionale del termine.
La donna, in tale contesto, non solo è la regina della famiglia, ma è anche il fattore di equilibrio della società, visto che le sue capacità di moderazione costituiscono un utile contributo per regolare ed armonizzare il consesso sociale.
D’altronde, in particolar modo, la nostra società meridionale nasce dal matriarcato, tipico delle comunità del mondo greco ed indoeuropeo, per cui la donna è in primis Madre Terra, oltre che l’espressione migliore del culto degli Dei Lari e Penati.
In tal senso, ogni violenza sulla donna costituisce uno schiaffo, che si dà alla nostra cultura plurisecolare e, come tale, non può che essere eradicata, perché è un fattore di indebolimento non solo di un rapporto privato, ma è un elemento distruttivo per una società che, ormai, vanta sempre un numero minore di punti aggreganti.
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