|
|
Rosario Pesce
|
|
L’elezione del Prof. Mattarella alla Presidenza della Repubblica rappresenta, certamente, un’ottima notizia per il nostro Paese in un momento di grandissima difficoltà sia politica, che economica.
Infatti, il nuovo Capo di Stato è persona stimabilissima, di grande stile, raffinato intellettuale, dotato di ridondante sobrietà e di una moralità integerrima, che ne fanno un modello per la classe politica e per tutti gli Italiani.
L’iter, che ha portato alla sua elezione, come ben sappiamo, ha attraversato momenti di grave difficoltà e si è concluso in modo sorprendente.
Chi pensava che il successore di Napolitano sarebbe stato eletto in virtù di un accordo fra Renzi e Berlusconi, è rimasto profondamente deluso, visto che invece sono stati sufficienti i voti delle forze, che sostengono il Governo, a cui si sono aggiunti il consenso pieno della Sinistra vendoliana e quello della minoranza del PD, che si è identificata nella candidatura del Prof. palermitano in modo unanime, mettendo da parte – almeno, per un momento – i dissidi che, negli ultimi giorni, avevano caratterizzato la vita interna del principale partito italiano.
Vero è che, ora, il nuovo Presidente è atteso da un compito di portata notevole, dato che, nei prossimi anni, bisognerà portare a conclusione il processo di riforma dello Stato, per cui - dopo il varo della nuova legge elettorale - soprattutto sarà necessario ultimare il cambiamento dell’architettura costituzionale della Repubblica, che è immutata - sostanzialmente - dal 1948.
Molto probabilmente, le forze, che hanno contribuito in modo decisivo alla sua elezione, tenteranno di far pesare il loro ruolo parlamentare, ma sappiamo benissimo come il nuovo Capo di Stato, dotato di una straordinaria autonomia di giudizio, sarà in grado di dire pure dei “no”, finanche a quanti lo hanno eletto al Quirinale.
Era opportuno eleggere un nuovo inquilino del Palazzo, che sorge sul colle più alto di Roma, che fosse in grado di esprimere, a pieno, l’autorevolezza delle istituzioni repubblicane rispetto all’azione di interessi e gruppi di potere. Invero, l’elezione di Mattarella è una felicissima notizia sotto questo profilo, perché, in virtù del curriculum personale e della storia familiare, che lo caratterizzano, certamente egli saprà essere giudice imparziale, capace di interpretare la funzione presidenziale con uno spirito di totale indipendenza dai partiti e dalle consorterie.
Mattarella incarna la storia della Prima Repubblica ed, all’interno di quel percorso storico, Egli rappresenta un’area culturale e politica, la Sinistra della Democrazia Cristiana, che ha offerto allo Stato le migliori energie a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Da Moro a Zaccagnini, da Fanfani a De Mita, tutti sono stati maestri ideali del nuovo Capo di Stato, che, stando al fianco di alcune di queste personalità, ha avuto modo di nutrire un amore fortissimo per la Costituzione, che Egli - nel nuovo ruolo - dovrà difendere e valorizzare.
|
|