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Ora, i nodi vengono al pettine: Berlusconi, sedotto ed abbandonato, non può che agire in modo impulsivo, tentando di impedire l’elezione di Mattarella e cercando, dunque, di riportare i giochi entro una condizione più favorevole per la sua parte.
Egli, però, dovrà confidare sul tradimento di una vasta area del PD, che può consumarsi nel segreto dell’urna, purché esista una soluzione alternativa.
Questa potrebbe essere fornita dai Grillini, qualora manifestassero la seria intenzione di votare, a partire dal quarto scrutinio, in favore di Romano Prodi, che - inevitabilmente - pescherebbe voti nella medesima area di Mattarella, dal momento che entrambi sono eredi della nobile tradizione della Sinistra democristiana.
Lo stesso nome di Amato non ci appare fuori dai giochi, qualora, dopo l’eventuale fallimento della candidatura, proposta oggi da Renzi, la componente dalemiana decidesse di orientare il consenso verso il Dottor Sottile, che – notoriamente – intrattiene ottimi rapporti con gli ambienti riformisti degli ex-Ds e, soprattutto, è ben visto da molti democristiani - finanche di Destra - molto più di quanto non lo sia Mattarella, che – invero – raccoglie simpatie in un settore molto limitato del PD, quello meramente di estrazione popolare, dato che gli stessi parlamentari di stretta osservanza renziana vivono con disagio la nomination del giudice costituzionale, perché non appartiene alla loro generazione e perché il suo spessore morale - invero - è superiore a quello di tanti esponenti dell’odierno ceto politico.
Come finirà, allora, la partita?
Non possiamo non rimanere in attesa degli sviluppi dei due scrutini di domani, che, pur non essendo utili per eleggere il Presidente della Repubblica, ci forniranno un’indicazione preziosa, per capire se candidature credibili, alternative a quella di Mattarella, stanno emergendo fra i grandi elettori, che – finora – hanno subìto gli eventi, non potendo contestare pubblicamente gli ordini, che provengono loro dai vertici dei rispettivi partiti.
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