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Rosario Pesce
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La vittoria di Tsipras costituisce, certamente, la notizia del giorno, visto che - pur essendo, questo, un esito previsto - non era, forse, immaginabile che si producesse nella misura in cui, poi, si è realizzata.
Il successo di Syriza e, dunque, del suo leader non solo modificherà il corso degli eventi greci, ma inciderà non poco sulla storia europea, dal momento che la questione del debito del Paese più povero d’Europa, ineluttabilmente, avrà conseguenze sull’UE e sulle altre nazioni, che, pur non trovandosi nelle medesime condizioni elleniche, stanno comunque affrontando la contingenza più critica della loro storia economico-finanziaria, dopo i fatti tragici del 1929.
È ineluttabile che, da oggi in poi, tutti intendano seguire l’esempio del leader della Sinistra greca, visto che gli Stati, che si affacciano sul Mediterraneo, hanno un’esposizione debitoria notevole con l’Unione Europea, con la Banca Centrale ed il Fondo Monetario Internazionale.
La soluzione alternativa, proposta dalla BCE pochi giorni or sono, pur venendo incontro alle criticità della Grecia, come - appunto - delle altre nazioni che si trovano in una situazione analoga, non è del tutto esaustiva, per cui la determinazione di Tsipras di non confermare gli impegni assunti dai suoi predecessori pone una problematica molto seria.
Quando, infatti, la finanza di un Paese è gravemente danneggiata da un’esposizione debitoria rilevante, è indubbio che qualcuno – nella fattispecie, il partito del nuovo Premier ellenico – giunga ad ipotizzare di ristrutturare il debito, tagliando notevolmente le somme, che andrebbero restituite ai rispettivi creditori ed incidendo - per la parte che verrebbe, ancora, riconosciuta - sui tempi della dilazione del pagamento.
Evidentemente, la Germania e gli altri Stati che si esposero, facendo credito alla Grecia, quando venne loro chiesto dall’Unione, non saranno d’accordo con le volontà del nuovo leader greco, ma ineluttabilmente la decisione, più volte anticipata in campagna elettorale da Tsipras, consente ora a questi di avere un potere contrattuale con gli alleati europei, che - fino ad ieri - il suo Paese non poteva, neanche, immaginare di godere.
Infatti, come accade in tali casi, non essendo possibili altre vie, i creditori dovranno, necessariamente, accettare di sedere al tavolo delle trattative con il Governo ellenico, ragionando sulle proposte, che verranno loro fatte e che saranno avanzate dall’Esecutivo di Atene sulla scia del largo consenso, che la piattaforma politica di Syriza ha ottenuto in virtù del voto popolare.
Peraltro, l’esempio greco, se per un verso può determinare un’emulazione da parte di altri Stati, per altro verso può consentire alla pubblica opinione continentale di prendere finalmente atto della gravità di una situazione finanziaria, che generalmente è critica per tutte le potenze, che - un tempo - dominavano l’economia mediterranea.
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