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D’altronde, fra i Governatori attuali del PD è quello che, certamente, ha un maggiore fascino mediatico ed una sua candidatura, alle prossime elezioni politiche, porterebbe un notevole vantaggio elettorale al PD, che invece rischierebbe ancora di essere sconfitto, se le primarie dovessero essere vinte da Renzi.
Pertanto, nella fluidità della dinamica di queste settimane molto frenetiche, è chiaro che i grandi notabili di quel partito non hanno, ancora, deciso come schierarsi nella disputa interna, visto che, se vincesse Renzi, il PD rimarrebbe il “partito del Capo”, mentre, in caso di vittoria di Emiliano o di Orlando, esso diventerebbe, di nuovo, un partito “aperto” al confronto, ideale e di potere, fra uomini e correnti.
Quindi, non ci resta che seguire con molta attenzione la dinamica correntizia delle prossime settimane, anche perché crediamo che le primarie di aprile daranno un ulteriore colpo al primato di chi, come Renzi, sconfitto il 4 dicembre scorso in occasione del referendum costituzionale, avrebbe dovuto molto più saggiamente aspettare gli eventi e non rilanciare una sfida, che invece può divenire pericolosa per lui e per quanti non hanno il coraggio di prenderne le distanze in forma pubblica, nonostante le critiche e le obiezioni, che gli muovono privatamente.
Forse, sta nascendo un nuovo PD, finalmente democratico ed inclusivo?
O, forse, sta rinascendo una rinnovata Democrazia Cristiana, al cui interno il carisma residuale del Capo nasconde, tuttora, molti panni sporchi, che a volte si fa moltissima fatica, invero, a lavare in famiglia?
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