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In ogni caso, il divertimento a crepapelle è assicurato. Salemme, che ne ha curato la regia, scrisse la sceneggiatura nel 1991, come atto unico, intitolandola L’ultimo desiderio. Tuttavia, come lui stesso ci racconta: Negli anni successivi sentivo che la commedia aveva una potenzialità maggiore e decisi quindi di scrivere “L’amico del cuore” ampliandola e separandola in due atti. La prima volta che la rappresentai in questa forma era il 1995. Fu subito accolta con molto calore. Dalle prime letture mi sono reso conto che la commedia, dentro la trama comica, ha una vena di profonda cattiveria. Quindi in definitiva mi piacerebbe che questa edizione fosse proprio un duello, in cui l’arma scelta dai contendenti non è la spada ma l’ipocrisia. Il tutto nella tessitura classica della commedia degli equivoci: un prete ambiguo che non ha deciso se essere “uomo o ministro di Dio”; un ragazzo di quattordici anni (malato del morbo di Matusalemme) che ne dimostra quaranta e crede di essere la reincarnazione di un merlo; la mamma di questo ragazzo legata ancora al ricordo del marito defunto, ma che alla prima occasione cede alle lusinghe di un tassista invadente e aggressivo. E su tutti spicca Frida, IL SOGNO. Frida, la bellissima moglie di Michelino, Frida la bionda svedese, Frida ricordo di una Svezia del progresso, la Svezia della libertà, la Svezia senza tabù e senza peccato, Frida innocente e Frida che adesso...aspetta un bambino. E ad imbrogliare ancora di più la matassa interviene chi quella matassa la dovrebbe sbrogliare: la ginecologa, che dirà… Beh questo non ve lo racconto!
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