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Alessandra D'Annibale
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Forse non tutti sanno che il primo vestito di Santa Claus, a noi meglio noto col nome di Babbo Natale, non era di quel rosso sgargiante bordato di bianco, che tanto ricorda i colori di una nota bibita americana: il suo vestito era piuttosto verde, verde come le chiome dei boschi che circondano la sua casa a Rovaniemi, in Lapponia.
Il Vestito Verde di Babbo Natale ricostruisce proprio le circostanze in cui si realizzò questo cambio radicale di foggia: un cambio che ha finito per rivoluzionare le placide abitudini del magico dispensatore di regali, rendendo la sua vita più frenetica, più stressante, più caotica, in una parola più…moderna!
In questo delizioso spettacolo si scopre un Babbo Nataleche riceve letterine dai bambini sempre più esigenti, con richieste “che sembrano gli ordini di una multinazionale”, piene di pretese e nessuna dolcezza, criticando anche l’operato di Santa, sempre più in difficoltà nell’esaudire le numerose, arroganti e super tecnologiche, richieste dei bambini. Decide allora di scioperare, perché tutte queste pretese non rispecchiano più la magia del Natale e il suo significato più profondo. A rovinare la bellezza e lo spirito del Natale ci si mette anche Mr. Coke, uomo senza scrupoli, che cerca di ridurre Santa Claus ad un mero pezzo di un ingranaggio produttivo, dotandolo di un elicottero, per consentire consegne più veloci ed efficienti, licenziando gli elfi e mettendo a riposo le sue fidate renne.
Nonostante tutto questo malessere che pervade il mondo e che ha contagiato anche il suo mondo incantato, Babbo Natale, ritroverà lo spirito e la voglia di consegnare regali, grazie alla dolcezza di un bambino - che lo farà sentire di nuovo unico e prezioso – esprimendo come unico desiderio quello di poterlo incontrare.
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