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Alessandra D'Annibale
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Lo spettacolo, si dovrebbe intitolare: “La vita secondo Rossi”, una sorta di incredibile e dissacrante manuale o anomalo vangelo della comicità, in cui sono racchiusi argomenti apparentemente sconclusionati e senza filo logico, il cui unico trait d’union, o anello di congiunzione è il punto di vista di Rossi.
Uno show che non lascia tempo per prendere fiato, una raffica di battute senza soste che mettono a dura prova davvero i muscoli facciali dello spettatore. Un attentato alla salute, perché si ha l’impressione di non farcela da ridere!
Diretto dal regista Alberto Di Rosio, l’attore romano impagina vent’anni di carriera, portando sul palco i suoi “cavallucci” di battaglia, come lui stesso li definisce, riportandoci subito con ironia al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza che sta dietro e dentro le sue storie, analizzate con graffiante sarcasmo.
Uscito alla ribalta con il film College del 1984, lo ricordiamo tutti nel ruolo divertente di Mazzocchi Nei ragazzi della 3°C.
Oggi Rossi, a distanza di molti anni, (non diciamo quanti), è un attore completo, un vero animale da palcoscenico, capace di catturare da solo l’attenzione del pubblico in quasi due ore di spettacolo, senza mai stancare o far scivolare l’attenzione dello spettatore.
L’obiettivo di Rossi è di riproporre situazioni che egli stesso ha stigmatizzato con la sua vis comica: da Michael Jackson che sfida Albano, alla festa di matrimonio che dura più del matrimonio stesso, dall’acquisto dell’agenda più famosa del mondo, all’età dell’innocenza che tutti noi abbiamo vissuto alle elementari. Parla di amici, parenti, e di chiunque gli capita o gli è capitato a tiro, o meglio sotto la sua grossa lente da comico.
Insomma Riccardo in questo show la vede “alla Rossi”, in un modo che più Rossi non si può: giudica, deride con la sua romanità, scene di vita quotidiana, regalando al pubblico aneddoti grotteschi ma tutt'altro che irreali.
Fino a una certa età si brinda all’amore, alle donne, alla nuova casa. Dopo i cinquanta, il cin cin è accompagnato solo da un malinconico: “Alla salute!” ». Riccardo Rossi, con un ghigno che sfocia subito nella risata fragorosa, parla dei suoi 54 anni, del suo rapporto con la lingua anglosassone, dei problemi della mezza età e molti altri temi ancora, perché tutto è veramente così.
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