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Alessandra D'Annibale
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Il primo documentario che mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico: al centro vi sono i miliardi di euro che l’Europa destina agli allevamenti intensivi, responsabili di maltrattamenti animali, inquinamento e rischi pandemici.
Un’indagine che svela un sistema corrotto da fermare, per salvare il pianeta e noi stessi.
Un’inchiesta rivelatrice svela i legami tra l’industria della carne, le lobby e il potere politico, mostrando come i miliardi di euro stanziati dall’Europa per gli allevamenti intensivi alimentino maltrattamenti animali, inquinamento ambientale e rischi di future pandemie. “Food for profit”, il documentario di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, arriva in streaming su OpenDDB, la prima piattaforma in Europa per opere indipendenti, da lunedì 2 dicembre (https://openddb.it/film/food-for-profit/).
In questo documentario investigativo con approccio cinematografico, Innocenzi e D’Ambrosi ci guidano in un viaggio illuminante e scioccante in giro per l’Europa, dove si confronteranno con allevatori, multinazionali e politici. Con loro una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura negli allevamenti dei principali paesi europei, svelando la realtà che si cela dietro le eccellenze della produzione di carne e formaggio. Mentre a Bruxelles, un lobbista è riuscito a portare con sé una telecamera nascosta là dove le decisioni vengono prese, raccogliendo informazioni sconvolgenti.
Food For Profit non solo mostra l’orrore degli allevamenti intensivi e la connivente protezione politica loro garantita, ma con una squadra di esperti internazionali affronta le principali problematiche legate a questo tipo di produzione industriale: inquinamento delle acque, sfruttamento dei migranti, perdita di biodiversità e antibiotico-resistenza. L’appello alla fine del film è forte e chiaro: dobbiamo fermare questo sistema corrotto se vogliamo salvare il pianeta. E noi stessi.
Giulia Innocenzi è giornalista e conduttrice, conosciuta soprattutto per le sue indagini all’interno degli allevamenti intensivi. Attualmente lavora per Report (Rai3), dove ha mandato in onda inchieste su importanti marchi come Fileni e Prosciutto di Parma e recentemente è riuscita a entrare nell’allevamento grattacielo di maiali in Cina, un’indagine sotto copertura ripresa da diverse testate internazionali. Il suo libro “Tritacarne” (Rizzoli), che svela la realtà dell’industria della carne e del formaggio in Italia, è diventato un bestseller. Pablo D’Ambrosi è un film-maker italo britannico: è impegnato nei film documentari dal 2008. Ha lavorato per i documentari musicali per artisti del calibro dei Rolling Stones, Paul McCartney e Adele. Ha una lunga esperienza anche nei documentari investigativi, avendo lavorato per diverse inchieste di BBC Panorama e film come This World, vincitore del Prix Europa come miglior documentario di attualità.
Le inchieste negli allevamenti sono coordinate da LAV, l’associazione che si batte per i diritti degli animali dal 1977, che ha svolto le attività di inchiesta negli allevamenti in tutta Europa. Lorenzo Mineo, che ha condotto l’indagine sotto copertura come lobbista a Bruxelles, coordina l’ufficio di Bruxelles di Eumans - Cittadini per la democrazia e la sostenibilità, un movimento pan europeo basato sulle iniziative popolari, in favore dei diritti umani e della sostenibilità.
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